Ambra Angiolini alla ricerca della sua W perduta

La misteriosa scomparsa di W - Ambra AngioliniScritto da Stefano Benni appositamente per il teatro, La misteriosa scomparsa di W è una formidabile miscela di ironia e comicità surreale. Un lungo monologo interpretato da un’Ambra Angiolini  stupefacente, cresciuta, che niente ha da invidiare a chi l’ha preceduta nel ruolo della signorina Vu. Non stupisce dunque il tutto esaurito al Teatro del Popolo di Castelfiorentino il 13 marzo scorso.

Sul palco una scenografia abbagliante, total white. Neon disseminati in ogni dove, poche superfici d’appoggio e qua e là cinque inquietanti coniglietti rigorosamente bianchi. Anche la protagonista indossa un abito di un bianco accecante e una parrucca arancione acconciata in modo stravagante, futuristico, che ricorda molto i protagonisti di certi fumetti.

La storia di  Vu è la paradossale vicenda di una parte che cerca il suo tutto. La storia di una donna qualunque che progressivamente  perde  l’uso dei cinque sensi, sé stessa e  il senso  stesso della vita. Ci racconta sprazzi deformati di una esistenza e le persone che la hanno costellata. Tutte quelle W che avrebbero potuto, forse, completarla, ma che invece la hanno a loro modo solo delusa e abbandonata.  Dal nonno Wilfredo al coniglietto Walter, per arrivare all’amica Wilma o al fidanzato Wolmer.

Così Vu mette insieme i pezzi del proprio cammino narrandoci della propria nascita sotto il segno della gioia e dei prodigi,  del repentino disincanto,  e dei potenti psicofarmaci che hanno segnato da quel momento in poi il resto della sua esistenza. La perfetta metafora dell’odierno disagio giovanile e del difficile percorso di crescita sempre in bilico tra  rabbia e felicità.

La Angiolini ha dato corpo a un personaggio fragile e disilluso donandogli una fisicità nervosa e fortemente caratterizzata a livello emozionale. Passando con disinvoltura dal comico al drammatico, sostenuta da una mimica efficace e da una gestualità evocativa e convincente,  l’attrice sottolinea e dona spessore ad una scrittura narrativa che si sviluppa su più piani espressivi. Mette in campo la sua eccelsa bravura risultando efficace in ogni registro e catalizzando con un monologo fittissimo l’attenzione di un pubblico a tratti commosso ad altri divertito

Insomma il talento naturale dell’attrice romana unito alla raffinatezza narrativa di Benni e alla precisione del regista Giorgio Gallione fanno, a mio parere,  di questo spettacolo un evento imperdibile.

 

Giusi Alessandra Vaccaro

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