Rimborsi Publiacqua per servizi non effettuati, la dichiarazione del Forum Toscano

Acqua

La sentenza della Corte Costituzionale 335/2008 decretò l’illegittimità del carico in tariffa della quota per la depurazione, nei casi di inattività o di completa assenza degli impianti specifici, con conseguente obbligo dei gestori di rimborsare quanto addebitato e non dovuto.

Ma per arginare una restituzione di massa, nel 2009 intervenne la legge 13 che nell’art. 8 sexies autorizzava l’addebito anche alle utenze non collegate ai depuratori, a decorrere dall’avvio delle procedure di affidamento delle opere di progettazione o di completamento di quelle necessarie alla attivazione del servizio. Pur facendo obbligo al gestore di osservare i tempi di realizzazione previsti dai Piani d’Ambito, oltre che di informare periodicamente gli utenti sullo stato dei lavori, dandone indicazione all’interno della bolletta.

Comunque sia, il decreto attuativo varato nel settembre 2009, all’art. 7, ha sancito che per gli aventi diritto al rimborso della depurazione, la restituzione doveva avvenire entro il termine di cinque anni dalla data del 1° ottobre 2009.

Arrivati così al 2014, a seguito di molteplici segnalazioni dei Comitati dell’Acqua, si viene a scoprire che molti cittadini avevano proseguito a pagare la quota di depurazione anche dopo la sentenza 335/08 della Corte Costituzionale, pur continuando a non usufruire di tale servizio. Tanto che l’Autorità Idrica Toscana, nel caso di Publiacqua, il gestore toscano più grande, si decide a chiedere un aggiornamento degli archivi: le famiglie in tale situazione ammontano a 40.000 circa.

E l’AIT cosa fa? Invece di sanzionare Publiacqua (come la maggior parte delle altre aziende idriche toscane), costringe tutti gli utenti “depurati” a pagare in tariffa i rimborsi dovuti ai “non depurati”, dai quali si è riscossa una tariffa illegittima. Ma non contenta sostiene, ovviamente in accordo con i gestori, una retroattività quinquennale della restituzione. Eppure, più volte e con insistenza, il Forum Toscano aveva fatto presente che la giurisprudenza sosteneva un rimborso retroattivo di 10 anni e non di 5.

Oggi, fine 2017, le sentenze di Arezzo e di Pistoia ci danno ragione, come era logico che fosse.

Da segnalare poi che a molti degli utenti di Publiacqua, a cui si è fatto pagare una quota di tariffa non dovuta, i rimborsi per il periodo 2009/2014 non sono ancora arrivati perché l’Autorità Idrica ha dato tempo ai gestori per la restituzione, fino al 2018. Così i cittadini che pure hanno da recuperare ingenti somme sono nel frattempo costretti a pagare tutte le fatture che arrivano, sotto la minaccia di distacco dal servizio.

In uno Stato di diritto gli errori dovrebbero essere pagati da chi li ha commessi e prima possibile. E l’Autorità Pubblica in primis dovrebbe rendere conto della sua collusione con gli interessi dei gestori, quando per favorirli non pretende una corretta e giusta applicazione della legge.

Servirebbe quindi che innanzi tutto i Sindaci facessero il loro dovere. Ma qui casca l’asino ed emergono allora i mali, quando non la malafede, nel sistema di gestione idrica della nostra regione.

Come Forum Toscano non ci fermiamo qui e la battaglia per una gestione dell’acqua, democratica e partecipata, sarà portata avanti fino alla vittoria.

 

Fonte: orum Toscano dei Movimenti per l'Acqua

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