Iniziano i lavori per il restauro del Battistero. Finanziati dall'Opera di Santa Maria del Fiore con un milione e ottocentomila euro

Il battistero

Giovedì 30 gennaio 2014, inizieranno le operazioni di montaggio dei ponteggi necessari al restauro del Battistero di Firenze, che saranno elevati contemporaneamente sull’intero perimetro del monumento. Il montaggio dei ponteggi richiederà almeno trenta giorni, dopo di che a marzo 2014 prenderanno il via i lavori di restauro vero e proprio il cui termine è previsto nell’estate 2015.

 Durante le fasi di montaggio dei ponteggi, per motivi di sicurezza, potranno rendersi necessarie delle momentanee chiusure al pubblico, che saranno comunicate tempestivamente alle casse dei monumenti e sul sito dell’Opera.

 Diretto e finanziato interamente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, con un milione e ottocentomila euro, il restauro riguarderà le otto facciate esterne e la copertura del Battistero in materiale lapideo: marmo bianco, serpentina verde di Prato e porfido.

 Si tratta di un intervento conservativo teso ad eliminare gli strati di incrostazioni nere e i depositi di sostanze inquinanti, oltre a consolidare e ridefinire gli elementi marmorei che nel tempo si sono degradati. Le otto facciate del Battistero presentano stati di conservazione diverse, sia per le caratteristiche dei materiali che per le differenti esposizioni agli agenti atmosferici.

Il piano di lavoro prevede, dopo una mappatura generale dello stato di conservazione del monumento e le preliminari indagini diagnostiche, una campagna di prove di pulitura da eseguirsi su tutte le aree più significative per caratteristiche e problematicità in modo da individuare le metodologie di intervento più adatte alla conservazione dell’opera e la più efficace programmazione della tempistica.

 L’ultimo generale intervento di restauro sul Battistero di Firenze è quello eseguito 70 anni fa, dal 1938 al 1944.

 Il restauro del Battistero di San Giovanni Battista fa parte di un più ampio progetto di riqualificazione di Piazza del Duomo di Firenze, centro del sistema museale dell’Opera di Santa Maria del Fiore, che prevede anche la pulitura e il restauro di tutte le facciate marmoree dei monumenti per un totale di 40 mila metri quadrati di superficie. Va ricordato che questo tipo di intervento è parte fondamentale della missione dell’Opera da oltre sette secoli.

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 A pianta ottagonale, interamente rivestito di lastre di marmo bianco e verde di Prato, il Battistero è coperto da una cupola ad otto spicchi poggiante sulle pareti perimetrali, mascherata all'esterno dall'elevazione delle pareti sopra l'arcata del secondo livello e da un tetto a piramide schiacciata.
Questa struttura così affascinante, ma estremamente complessa, ha creato non pochi problemi per la sua datazione. I fiorentini del Medioevo credevano che il Battistero fosse un edificio antico, risalente al periodo romano della città; un tempio pagano trasformato in chiesa. In effetti gran parte del rivestimento marmoreo del Battistero, così come i numerosi frammenti ed iscrizioni antiche e le grandi colonne che sorreggono la trabeazione sopra le porte all'interno, provengono dalle rovine della 'Florentia' romana, forse da qualche edificio pagano.

Il Battistero che vediamo oggi è il frutto dell'ampliamento di un primitivo Battistero, risalente al IV-V secolo. Gli scavi dell'ultimo secolo hanno effettivamente rivelato resti di costruzioni romane sotto il Battistero e sotto il Duomo. Nel pavimento, infatti, alcune grate danno luce ad un sotterraneo dove sono conservati resti di una casa romana con pavimenti a mosaico con motivi geometrici. Agli inizi del 1100 San Giovanni viene rivestito delle splendide tarsie verdi e bianche che prenderanno il posto della pietra arenaria. Tra la metà e la fine del XII secolo fu probabilmente aggiunto il terzo ordine con gli scomparti marmorei e il tetto piramidale con la lanterna.
Nel 1202 l'antica abside semicircolare fu sostituita con l'attuale 'scarsella' rettangolare. L'edificio ultimato rappresenta bene l'architettura romanica cittadina.

Nella seconda metà dell'XI secolo si provvede al rivestimento marmoreo interno, che, insieme alle colonne monolitiche e ai due sarcofagi, evoca la 'gravitas' del Pantheon romano. Il pavimento a tarsie marmoree orientalizzanti, è ricco di eleganti motivi decorativi che lo rendono simile ad un tappeto, nel quale spiccano elementi zodiacali.

Nell'interno, alla parete destra dell'abside, è visibile il sarcofago del Vescovo Ranieri, recante un iscrizione in esametri leonini datata 1113; a destra dell'abside, il sepolcro di Baldassarre Cossa, l'antipapa Giovanni XXIII, eseguito da Donatello e Michelozzo nel 1421-27.

Coppie di acquasantiere su colonnine tortili, un candelabro gotico, attribuito ad un seguace di Arnolfo, e un fonte battesimale di fine trecento, ricondotto ad un seguace di Andrea Pisano, completano l'apparato decorativo.

Da ricordare inoltre che la maggior parte degli arredi del Battistero, tra cui la Maddalena di Donatello, sono oggi conservati nel Museo dell'Opera del Duomo.

Nel XIII secolo ha inizio anche la decorazione musiva interna, con gli interventi di Jacopo Torriti e forse, della nuova scuola pittorica fiorentina,Cimabue e Coppo di Marcovaldo.

I mosaici sono dominati dall'enorme figura di Cristo giudice con scene del giudizio universale che occupano tre degli otto spicchi della cupola. Nei sovrapposti registri orizzontali degli altri cinque spicchi, sono raffigurate le storie di San Giovanni Battista, patrono di Firenze, di Cristo, di Giuseppe e della Genesi.Al centro della cupola, nel registro più in alto, sono raffigurate le gerarchie angeliche.

Di patronato della ricca Arte di Calimala, il Battistero venne impreziosito anche da tre bellissime porte bronzee.

La più antica è quella a sud - originariamente collocata di fronte al Duomo, poi sostituita con la Porta del Paradiso del Ghiberti - commissionata allo scultore Andrea Pisano, che la realizzò tra il 1330 e il 1336. Essa mostra nei venti scomparti superiori gli episodi della vita del Battista e nei restanti otto, le Virtù cristiane. Il fregio che la racchiude, scolpito alla metà del Quattrocento, fu realizzato da Vittorio Ghiberti, figlio di Lorenzo Ghiberti. Di Vincenzo Danti, del 1570, il gruppo bronzeo con il Battista, il suo carnefice e Salomè, posto sulla trabeazione.

La porta nord, fu la seconda ad essere realizzata: affidata a Lorenzo Ghiberti dopo aver vinto il concorso, indetto dall’Arte di Calimala, da cui uscirono sconfitti Filippo Brunelleschi e Jacopo della Quercia. Rappresenta nelle venti formelle superiori scene del Nuovo Testamento e nelle otto formelle inferiori gli Evangelisti e i quattro Padri della Chiesa. I battenti, ornati dalle storie della vita di Cristo, sono sempre di Lorenzo Ghiberti, mentre sulla trabeazione vediamo il gruppo della Predica del Battista di Giovan Francesco Rustici. Sopra la finestra, l'aquila di Calimala che sorregge il 'torsello'.

 Infine la porta est, detta da Michelangelo la Porta del Paradiso, capolavoro oramai pienamente rinascimentale del Ghiberti e dei suoi aiuti, tra cui Luca della Robbia. Ghiberti e la sua bottega, ottennero senza concorso la commissione della terza porta del Battistero che venne realizzata in un formato diverso dalle altre due, in dieci grandi formelle. Vi sono rappresentate scene dell'Antico Testamento. Le sculture sopra la porta, del 1502, sono opera di Andrea Sansovino e di Innocenzo Spinazzi.

Da notare, ai lati della Porta del Paradiso, due colonne di porfido, donate in regalo dai pisani ai fiorentini, per l'aiuto militare fornito loro nel 1117 in difesa dai Lucchesi, mentre la flotta pisana era impegnata alle Baleari contro i mussulmani.

Fonte: Ufficio Stampa

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