Spugne 'fritte' per uccidere gli animali selvatici: denunciato un uomo. Bonifica con i cani antiveleno

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Oltre 26 spugne 'fritte' utilizzate per uccidere animali, selvatici o domestici, sono state trovate dalla Forestale a Barberino Val d'Elsa. Tali spugne, realizzate attraverso la cottura in olio, una volta ingerite si gonfiano facendo occludere intestino o esofago e portando, in assenza di soccorso immediato, alla morte dell’animale. Il controllo dei militari è stato conseguenza della denuncia da parte di un uomo che ha mostrato altre spugne rinvenute nei pressi di un vigneto.

Dopo aver ascoltato alcuni testimoni, è stato individuato il responsabile che è stato denunciato per getto pericoloso di cose.

Le spugne sono state poi consegnate all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana con sede a Scandicci (FI) per le analisi tese a rilevare l’eventuale presenza di sostanze tossiche/nocive. L’esito delle analisi ha stabilito che i bocconi fossero avvelenati.

Vista l’estensione dei terreni interessati dal ritrovamento delle spugne, i militari ritenevano opportuno avvalersi della collaborazione del Nucleo Cinofilo Antiveleno (NCA) del Reparto Carabinieri Parco Nazionale Foreste Casentinesi, per compiere un’ulteriore bonifica e rinvenire la presenza di eventuali carcasse animali.

Tale sopralluogo veniva attuato mediante l’ausilio di due cani specializzati nell’individuazione di esche avvelenate/pericolose. Durante l’intervento non venivano tuttavia rinvenute altre spugne né alcuna carcassa animale.

Analoghe segnalazioni hanno impegnato i Carabinieri Forestali nei comuni di Tavarnelle Val di Pesa e San Casciano val di Pesa, avvalendosi dei Nuclei cinofili Antiveleno, con esito negativo.

Il fenomeno dei bocconi avvelenati è diffuso e preoccupante. Chi vuole colpire i predatori selvatici per preservare le coltivazioni agricole mette in pericolo anche gli animali d’affezione, procurando in entrambi i casi una morte orribile.

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