Gotor (Art.1-Mdp): "Smantellare Buona scuola di Renzi"

"La Buona scuola va smantellata e ci impegneremo sia nel nostro programma elettorale, sia dopo le elezioni, per raggiungere questo obbiettivo", così il senatore di Articolo Uno-Mdp Miguel Gotor, capogruppo nella commissione istruzione pubblica del Senato all'assemblea aperta “Più qualità nella scuola di Tutti” (lunedì 30 ottobre). "Bisogna superare la gerarchia dei presidi manager - prosegue il parlamentare - e impegnarsi per una scuola dell'inclusione, con un diritto allo studio vero, che favorisca l'integrazione dei più deboli, di coloro che sono più in difficoltà. E' necessario inoltre superare la politica dei bonus che è stata umiliante nei riguardi dei professori e le valutazioni che verranno fatte dovranno essere portate avanti da soggetti indipendenti, come avviene in tutta Europa, e non invece tra amici all'interno dello stesso istituto".

All'incontro, organizzato dal coordinamento provinciale del movimento e moderato da Massimo Baldacci, hanno partecipato il segretario provinciale Flc-Cgil Pasquale Cuomo e Giammarco Manfreda, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi. Nell'occasione è stata presentata la piattaforma sulla Scuola elaborata da Articolo Uno-Mdp che è stata sottoposta alle valutazioni e ai suggerimenti di tutti coloro che sono intervenuti e si è proposto di diventare sia base di iniziativa politica nel corso di quest'anno scolastico, sia come contributo all'elaborazione programmatica della sinistra sulla scuola.

Le proposte della piattaforma

La scuola italiana ha bisogno di maggiori inclusività, qualità e maggiori capacità di svolgere il ruolo di motore sociale. Il documento rileva come la cosiddetta “Buona scuola” del governo Renzi abbia ignorato totalmente questi tre nodi, puntando esclusivamente sull'aumento del potere gerarchico dei presidi, come se questa fosse la chiave per produrre innovazione, sull'aggiunta all'offerta scolastica di interventi di potenziamento che l'hanno frammentata ulteriormente, hanno indebolito la formazione di base generale e hanno sottoutilizzato in modo offensivo per la loro professionalità i neo-immessi in ruolo. E sull'introduzione di un' alternanza scuola-lavoro, di cui si vorrebbe addirittura fare un aspetto determinante della valutazione finale degli studenti nell'Esame di Stato a partire dal 2019, che non riconosce i diritti degli studenti in alternanza come lavoratori, sostituisce spesso lavoro stabile con lavoro non pagato, non migliora assolutamente la capacità del sistema scolastico di produrre competenze teoriche e critiche anche a partire da un approccio di tipo operativo al sapere.

Si propone dunque di smantellare l'impianto della “Buona scuola” e di evitare ulteriori peggioramenti, come sarebbero la riduzione a quattro anni del percorso della scuola media superiore e l'introduzione di ulteriori sbarramenti tra scuola e università.

Si espongono poi dieci “obiettivi per iniziare a cambiare strada”, tra cui la cancellazione delle norme che fanno dipendere dal dirigente scolastico la determinazione del rapporto di lavoro dell'insegnante; l' utilizzazione prioritaria dei neo-immessi in ruolo per ridurre il numero degli alunni per classe; l'abolizione delle attuali norme sull'“alternanza scuola-lavoro”.

Si sottolinea come una svolta debba partire dal rifiuto di tendenze neoliberiste, che hanno segnato, negli ultimi vent'anni le politiche scolastiche del centrodestra e hanno condizionato anche quelle del centrosinistra, per rilanciare la scuola come luogo di formazione culturale e sociale in cui venga favorita, col sostegno economico dello Stato, la formazione di cittadini consapevoli e dotati di spirito critico, una “scuola-comunità” e non una “scuola-azienda”.

Fonte: Mdp-Articolo 1 Pisa-Ufficio Stampa

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