
“Si impone una legge nazionale, una legge quadro che consenta di avere un orizzonte comune per muoversi”. Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, apre i lavori del seminario “Il Difensore Civico per rafforzare la democrazia deliberativa e la soluzione dei problemi dei cittadini”.
Il seminario sulla Difesa civica segue la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunita per la prima volta dopo il referendum costituzionale a Firenze e ospitata dal Consiglio regionale della Toscana nella cornice della sala delle Collezioni in palazzo Bastogi. La conferenza, presieduta da Franco Iacop, ai vertici del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ha fatto il punto su molte iniziative in programma. È infatti l’organismo che punta a valorizzare il ruolo istituzionale dei Parlamenti regionali e a sviluppare l’autonomia funzionale delle assemblee, nonché punto di riferimento per i vari organi di garanzia regionale.
Giani introduce il tema della riflessione sulla Difesa civica muovendo dalla situazione in Toscana, dove l’iter per una unificazione delle figure dei garanti (infanzia e detenuti) ha già fatto i conti, come in altre Regioni, con gli interventi di profilo nazionale, mentre comunque si registra “una situazione di incertezza anche normativa sulla specificità di queste figure”.
“Ci troviamo a un bivio – afferma il presidente –; c’è la questione della delimitazione delle funzioni di tutela delle figure di Difensore civico, Garante dell’infanzia, garante dei detenuti”. C’è la necessità di far fare un salto qualità alla figura del Difensore civico, “perché possa aggiungere alle attuali funzioni di intervento e sollecitazione anche funzioni effettive di mediazione e conciliazione”. E c’è “l’esigenza di coordinarci tra Consigli regionali”, perché non vi siano differenze, in materia così importante come i diritti dei cittadini, tra una regione e l’altra.
Serve anche una legge nazionale che dia sostanza alle funzioni attribuite. Giani richiama l’esempio del Corecom, per la conciliazione tra operatori della telefonia e utenti: “In Toscana quest’anno ha risolto 7mila pratiche”. La figura del Difensore civico, invece, da marzo 2017 è stata investita di nuovi poteri di garanzia in materia di sanità, con legge dello Stato (la 24 del 2017, la cosiddetta Legge Gelli) ma senza risorse umane, strumentali e finanziarie aggiuntive, precisa il presidente.
La garanzia del coordinamento
Non solo un percorso di approfondimento sui temi della difesa civica, ma anche un primo step per una riflessione a tutto tondo delle assisi regionali, sempre e comunque a difesa dei cittadini. Questa la forza del seminario di oggi, venerdì 6 ottobre, “Il Difensore civico per rafforzare la democrazia deliberativa e la soluzione dei problemi ai cittadini”, secondo Fabrizio Di Carlo, difensore civico della Regione Abruzzo e coordinatore nazionale dei difensori civici regionali. Partendo dalla natura e dalla storia locale della difesa civica in Italia, Di Carlo si è soffermato sì sulla mancanza nel nostro paese della figura del Difensore a livello nazionale, che potrebbe essere istituito nell’ambito della legge europea, ma soprattutto ha indicato due possibilità immediate: “l’istituzione di questa figura in tutte le Regioni, accanto al grande significato della difesa nella sanità”, riprendendo la cosiddetta legge Gelli, in merito all’istituzione del Garante del diritto alla salute, “funzione che potrà essere affidata dalle Regioni all’ufficio del difensore civico”. “Non fidandomi molto del legislatore nazionale – ha concluso Di Carlo con una battuta – direi di proseguire su questa strada: da parte nostra piena disponibilità”.
Ulteriori stimoli di riflessione sono arrivati dall’intervento di Stefano Ceccanti, Università La Sapienza di Roma. Partendo dalle basi solide del ragionamento sulla difesa civica nazionale, “che ha enormi potenzialità proprio in chiave di mediazione con le pubbliche amministrazioni e di conciliazione”, Ceccanti ha individuato rischi opposti: da un lato la proliferazione di figure settoriali diverse e separate e dall’altro l’accentramento in una stessa autorità di troppe e variegate funzioni. Tra gli altri nodi da sciogliere il relatore ha ricordato la configurazione del difensore civico nazionale, invitando a valorizzare le novità degli ultimi anni, sia conoscitive che normative, guardando anche al Difensore civico nella sua funzione di garante per il diritto alla salute.
“Il tema della difesa civica è il tema della fiducia del cittadino nelle istituzioni, in un rapporto più diretto, più trasparente, più garantito. Bene, proprio in questa chiave dovrebbe essere valorizzato al meglio questo ruolo, che ha grandi potenzialità proprio in chiave di conciliazione e mediazione”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, nelle sue vesti di coordinatore della Conferenza dei Parlamenti regionali, chiudendo i lavori del convegno sul tema. Iacop ha riconosciuto che nel quadro attuale assistiamo a tendenze opposte: “A noi il compito di garantire il ruolo di coordinamento – ha concluso –. L’esperienza acquisita, ad esempio, con l’Autorità nazionale per le comunicazioni e i Corecom potrebbe essere di esempio”.
Franchini: "Attenzione alla discriminazione tra cittadini "
A dare voce sforzi, meriti e impegno degli uffici regionali del Difensore civico toscano ci pensa Lucia Franchini, il primo degli interventi previsti al seminario di approfondimento. Il Difensore regionale ricorda il ruolo fondamentale della difesa civica: “Essere strumento di democrazia deliberativa per facilitare la comunicazione tra cittadino e istituzione, prevenire le contese e dove i conflitti si realizzano adottare ogni forma di conciliazione per la risoluzione condivisa del problema”. Per Franchini, in Italia assistiamo ad una ‘discriminazione al contrario’, “ossia il cittadino privo di qualificazione (detenuto, infante, immigrato) non ha, a livello nazionale, la possibilità di usufruire del servizio stragiudiziale gratuito perché non esiste una difesa civica nazionale”. Uno spunto ulteriore riguarda i cittadini italiani che vivono all’estero: “All’anagrafe degli italiani residenti all’estero sono 5milioni con diritto di voto”, ricorda il Difensore toscano. “Negli ultimi anni il Coordinamento nazionale dei difensori civici regionali e delle province autonome ha sperimentato una qualche surroga di servizio a livello nazionale, usufruendo di un ‘workflow’ gratuito e del volontariato dei funzionari delle singole difese civiche regionali. Non è possibile pubblicizzarlo proprio per la precarietà degli strumenti messi a disposizione, ma vi assicuro che una percentuale non inconsistente di domande e richieste ci previene anche dai nostri italiani all’estero, che comunque mantengono rapporti fiscali, patrimoniali, culturali con il nostro paese”.
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