
Ecco di cosa si è discusso oggi nella seduta del consiglio regionale di oggi, mercoledì 13 settembre:
Nubifragio Livorno, Fattori e Sarti (Sì): “Imparare la lezione: consumo di suolo zero e messa in sicurezza del territorio. Tirrenica e aeroporto di Firenze saranno due bombe a orologeria”.
Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra, hanno dichiarato in aula la loro vicinanza ai familiari delle vittime e all’intera città di Livorno, ringraziando le volontarie e i volontari che hanno profuso il massimo impegno, fin dalle prime ore della tragedia, accanto a protezione civile, vigili del fuoco e forze dell’ordine. Se l’urgenza per Sì Toscana a Sinistra è che il Governo garantisca urgentemente risorse importanti e adeguate e che si programmino nuovi lavori per i corsi dell’Ugione, Rio Maggiore, Rio Ardenza e Chioma, è anche il tempo della riflessione sulle politiche di fondo.
Intervenendo nel dibattito consiliare, il capogruppo Fattori ha dichiarato: “Le vere cause di questi disastri non sono da ricercare nella natura ma in noi, nelle scelte sbagliate fatte in questi anni. Le cause sono i tagli agli investimenti per la salvaguardia del territorio, la politica dell’emergenza che ha sostituito la politica della prevenzione e soprattutto la mancata pianificazione e la cementificazione del territorio. E’ possibile dire con chiarezza che si è costruito dove non si sarebbe dovuto costruire? A niente sono serviti gli eventi alluvionali del passato, dato che si è continuato a cementificare accanto ai corsi d’acqua, edificando interi quartieri come quello di Scopaia, con edifici attaccati al rio Ardenza. Se l’acqua esonda adesso non trova più davanti a sé un campo, entra direttamente negli appartamenti”.
“La Regione e i Sindaci non possono fermare i cambiamenti climatici ma con i piani strutturali e i regolamenti urbanistici i Comuni possono impedire per davvero il consumo di nuovo suolo, mantenendo ciò che è già stato costruito. La Regione, dal canto suo, dovrebbe evitare di smontare pezzettino dopo pezzettino la legge urbanistica e il PIT, dovrebbe smettere di allargare le maglie delle norme, aprendo a nuove edificazioni”.
“Siamo ormai davanti a veri e propri paradossi, il progetto della messa in sicurezza del Rio Maggiore fu affidato a privati interessati a costruire nuove residenze, uffici e negozi a scomputo delle opere di urbanizzazione, in altri termini, casse d’espansione necessarie per la tutela del territorio livornese sono state ‘barattate’ con il via libera a nuove cementificazioni, in un circuito vizioso senza fine. Ma così non solo si è cementificato di più, si è pure lavorato a risparmio, facendo opere inadeguate quando gli esperti avevano già avvisato che, sulla base delle precipitazioni degli ultimi anni, sarebbe stato necessario fare casse di espansione più grandi. Ma nessuno ha voluto spendere di più. Questa è comunque una logica perversa, altro che consumo zero di suolo”.
“Per non dire delle grandi opere dannose volute dalla Regione, che avranno effetti disastrosi anche sull’assetto idrogeologico del territorio. L’autostrada Tirrenica, come è emerso a seguito di nostre interrogazioni, avrà un intero tratto costruito all’interno di una cassa d’espansione, una follia che ne ridurrà la capacità di quaranta ettari, peraltro nell’area di Albinia, fragilissima dal punto di vista idrogeologico e già colpita da varie alluvioni nel corso degli anni. Se poi morirà qualcuno, di chi sarà la colpa? Ragionamento analogo vale per il nuovo aeroporto di Firenze, che prevede lo spostamento del Fosso Reale, principale canale di drenaggio della Piana, con la conseguente l’alterazione del complicato equilibrio idrogeologico dell’area, da cui dipende la sicurezza idraulica di Firenze. Di nuovo, quando poi ci saranno allagamenti e morti, la colpa sarà ancora della Natura?”.
“Impariamo la lezione di Livorno: smettiamo di cementificare, mettiamo in un cassetto le due bombe a orologeria chiamate autostrada Tirrenica e nuovo aeroporto di Firenze e facciamo un piano regionale per la messa in sicurezza del territorio e per la prevenzione del rischio idrogeologico, finalmente una grande opera utile”, termina Fattori.
Medici, formazione post laurea. Approvata mozione Sì Toscana a Sinistra
Una programmazione puntuale del fabbisogno di medici sul territorio nazionale con conseguente borsa di studio a finanziamento statale per le scuole di specializzazione di Area sanitaria. Questo l’impegno chiesto alla Giunta regionale presso il Governo nella mozione presentata in aula da Paolo Sarti (Sì) e approvata a maggioranza con gli emendamenti dei consiglieri regionali Pd Nicola Ciolini e Stefano Scaramelli.
Nella mozione si ricorda che “attualmente 65mila246 medici hanno più di 55 anni e di questi 19mila 157 saranno in cessazione nel quinquennio 2016-2021 con un tasso di pensionamenti di 4mila unità l’anno”. Riguardo alle borse di specializzazione “dal 2001 il fabbisogno di borse di specializzazione in area sanitaria non viene più integralmente coperto e successivamente il finanziamento ha riguardato tra le 4mila e le 6 mila borse”.
“Ogni anno – ha concluso Sarti - si perdono 730 medici nel servizio sanitario pubblico; c’è un fermo del medico laureato perché non è in grado di terminare la formazione specialistica e dal 2009 si registra il 600 per cento di camici bianchi espatriati che chiedono di esercitare all’estero”.
In questo quadro nell’atto si chiede, inoltre, di “aumentare per il 2017 il numero di contratti di formazione aggiuntivi a finanziamento regionale nelle scuole di specializzazione in Area sanitaria per far fronte alla situazione emergenziale sia formativa che di sostenibilità del servizio sanitario territoriale”.
Il consigliere regionale Nicola Ciolini (Pd) ha espresso voto favorevole alla mozione, presentando due emendamenti. “Occorre inserire – ha detto Ciolini – una valutazione pluriennale, a lungo termine per poter risolvere il problema delle specializzazioni”. Ciolini, ha poi aggiunto l’altro aspetto “se la Regione aumenta le risorse, si chiede che l’impiego di questi specializzandi sia, almeno per un periodo di tempo, in Toscana”.
Voto favorevole all’atto anche da parte del M5S. “Il problema del numero chiuso per le facoltà mediche – ha detto Andrea Quartini – si discute da anni, c’è il problema dell’invecchiamento degli operatori sanitari, la carenza di professionisti ed è mancata la programmazione nelle professioni sanitarie”.
“Dopo le giuste proteste del coordinamento “Chi si cura di te?” e dei tanti giovani in attesa di accesso alle scuole di specializzazioni di area sanitaria, siamo intervenuti perché la Toscana si muova immediatamente. Mentre nei prossimi dieci anni in Italia ci saranno 60.000 medici in meno e solo 40.000 sostituzioni disponibili e si registra nel frattempo un aumento del 600% camici bianchi che vanno a esercitare all’estero, è un vero e proprio danno per l’Italia non stanziare risorse per far terminare ai medici laureati la propria formazione specialistica” dichiarano i Consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti.
“Non possiamo accettare una situazione che vede 17.000 i medici abilitati trovarsi a concorrere per circa 6.000 contratti di specializzazione, continuando così il nostro Sistema sanitario andrà al collasso. Per questo anche la Toscana deve fare la propria parte, non solo chiedendo al Governo una puntuale programmazione e un rilancio degli investimenti nella sanità pubblica, ma anche attivando contratti di formazione regionali e creando un percorso comune e programmato tra gli Atenei di Firenze, Pisa e Siena”.
“Data l’unanime votazione dell’aula, a parte l’astensione della Lega, ci auguriamo che la Giunta dia pronta risposta a questi indirizzi per evitare che la Sanità nei prossimi anni sia addirittura privata dei suoi attori principali, i medici”.
Visite mediche, Saccardii: "Eentro giugno 2018 ‘dove si prescrive si prenota’"
Entro il primo semestre 2018 sarà raggiunta in Toscana la completa copertura del ‘dove si prescrive si prenota’. Così l’assessore regionale al Diritto alla salute Stefania Saccardi ha risposto in aula ad un’interrogazione di Lega nord, primo firmatario Manuel Vescovi, “sugli allarmanti tempi di attesa per l’esecuzione di visite presso le strutture sanitarie pubbliche in Toscana”.
Saccardi ha spiegato che l’obiettivo è quello di avvicinare la prenotazione al medico proscrittore: “Realizzare la presa in carico, per cui al cittadino – ha precisato l’assessore – a cui è stata chiesta una prestazione specialistica clinica o diagnostica, possa averla prenotata direttamente nell’ambulatorio e nel rispetto dei tempi che il medico ritiene utili per la sua salute”. “Stiamo ridefinendo – ha detto – il sistema delle offerte che dovranno essere compatibili alla domanda, ma in relazione alla zona di erogazione delle visite”.
Sui tempi di attesa critici, citati nell’interrogazione, in particolare nelle zone del Valdarno e della Valdelsa, Saccardi ha confermato alcune criticità, ma ha ricordato anche i “miglioramenti”. “È stato intrapreso – ha detto l’assessore – il ‘just in time’, si annulla cioè il tempo di attesa per avere una visita o un esame”. La prenotazione senza tempo d’attesa, come ha ricordato l’assessore, “dal 1 marzo è operativa ad Arezzo, è operativa anche per la visita cardiologica in provincia di Siena e oculistica per le zone della Valdichiana senese e della Valdelsa”. “Entro il primo trimestre 2018, si intende estenderla su tutta l’Azienda anche per le prestazioni di eco-addome, oculistica e cardiologica”.
“Visite anche una sera alla settimana e due domeniche mattina al mese per dare la possibilità anche a chi lavora di fare visite senza chiedere permessi da lavoro”. La proposta avanzata da Manuel Vescovi (Lega nord) per ridurre i tempi delle liste d’attesa. Vescovi si è detto disposto a lavorare con l’assessore in un clima costruttivo.
Porto di Livorno: le spese per la gara revocata non sono state sostenute dalla Regione
Le spese per il bando di gara per la nuova Piattaforma Europa e il piano regolatore portuale del porto di Livorno sono state al centro di un’interrogazione svolta questa mattina in aula. Giovanni Donzelli (FdI) aeva infatti chiesto di conoscere “le spese dettagliate previste e supportate dalle finanze pubbliche relative sia per lo studio di fattibilità, sia per il piano regolatore regionale” e se “esse siano comunque giustificate nonostante le ultime scelte di fatto tradotte nell’annullamento della gara stessa”. E, inoltre, “le motivazioni che hanno portato all’annullamento e i relativi documenti che dimostrino la maggior convenienza del nuovo piano”.
L’assessore regionale ai Trasporti Vincenzo Ceccarelli ha risposto spiegando che “le spese relative alla redazione del piano regolatore portuale, dello studio di fattibilità per la prima fase di realizzazione della Piattaforma Europa e della relativa analisi di rischio sono state interamente sostenute dallo Stato”. La Regione, ha proseguito, “ha provveduto a stanziare contributi straordinari pari a un importo massimo annuale di 12 milioni e mezzo di euro” per il periodo 2018-2037, per il rimborso degli oneri di ammortamento derivanti dalla contrazione di finanziamenti da parte dell’Autorità di Sistema.
Ceccarelli ha spiegato che la decisione di revocare il bando di gara nasce dal fatto che è cambiata la legislazione nazionale, e che i sedimenti dragati, che prima dovevano essere smaltiti come rifiuti, ora possono essere utilizzati per realizzare la piattaforma. E’ così possibile procedere con un nuovo progetto, che consente “una razionalizzazione dei costi, perché si passa complessivamente a 662 milioni di euro di spesa contro gli 862 milioni iniziali e un’accelerazione dei tempi, perché il tutto è realizzabile in cinque anni anziché in nove”.
Giovanni Donzelli si è detto insoddisfatto della risposta “perché l’assessore non ha risposto alla mia domanda di conoscere quanto si è speso esattamente per il progetto che ora si scarta”. “Non mi interessa se a pagare non è stata la Regione – ha commentato Donzelli -; voglio sapere quanto si è speso, visto che comunque sono soldi pubblici, sborsati dai contribuenti, che potevano essere meglio impiegati. Siamo davanti a un altro caso di progetto redatto e poi gettato via”
Alluvione Livorno, l’intervento di Stefano Baccelli
“È il tempo del dolore e dell’emergenza e come tale è il tempo dell’unità. L’unità con cui abbiamo lavorato a una mozione condivisa, su iniziativa del collega Gazzetti di cui condivido in toto l’intervento. Ma anche l’unità di tutti coloro che immediatamente si sono attivati dopo la tragedia, dai volontari ‘dell’ultimo minuto’, ovvero tutti coloro che hanno sentito l’esigenza di dare una mano in qualche modo, ai volontari ‘professionalizzati’, quella straordinaria rete di associazioni fiore all’occhiello della nostra Toscana, e poi il grande lavoro messo in campo dalla Protezione civile, il presidente Rossi, l’assessore Fratoni, il presidente Giani, tutti i colleghi che hanno manifestato con la loro presenza la vicinanza al territorio. Come commissione Ambiente ci impegniamo a fare prossimamente un sopralluogo in città per vedere da vicino e renderci conto con precisione dell’entità di questo dramma, di quanto c’è bisogno di fare con urgenza. È il tempo dell’unità tra istituzioni, Regione, Governo, Comune e provincia per gestire l’emergenza. Poi verrà il tempo delle analisi e della chiarezza. In Regione Toscana non siamo all’anno zero rispetto al sistema della Protezione Civile, al sistema di previsione e di comunicazione, alla costruzione di opere idrauliche di protezione fino al sistema di pianificazione urbanistica che nel corso degli anni ha assunto come principio fondante quello dello stop al consumo di suolo. Ma è evidente che rispetto a quanto è accaduto, alla tragedia che si è verificata, con la terribile perdita di otto vite umane, non ora, non tra qualche giorno, ma sicuramente nelle prossime settimane e mesi, sarà opportuna una seria analisi per capire come migliorare rispetto a tutti questi aspetti e agli scenari ambientali e climatici mutati che dobbiamo fronteggiare con una diversa e più matura attenzione. Sarà doveroso puntare a un salto di qualità per curare un territorio oggettivamente sempre più fragile che ha bisogno di standard sempre più elevati di sicurezza. C’è il tema dell’aggiornamento dei piani di sicurezza comunali, come inserito nella mozione, ma voglio sottolineare l’importanza piuttosto di come comunicarne i contenuti e favorirne la conoscenza. Serve poco ricordare ora che nel corso degli anni si è forse costruito dove non si doveva ma è utile piuttosto capire che dobbiamo poter investire su opere di protezione idraulica in maniera rapida e adeguata. Non è semplice, penso a come sia stato più facile utilizzare i cosiddetti mutui Bei per realizzare nuovi edifici scolastici, come è avvenuto in molte occasioni nel mio territorio, e come non lo sia stato altrettanto per i 9 miliardi destinati all’assetto idrogeologico perché è oggettivamente più complesso per un Comune realizzare un argine più sicuro o casse di espansione più importanti. Tutte criticità che dobbiamo essere in grado di superare. Dopo il momento dell’unità arriva quello della divisione, intesa come suddivisione di compiti e responsabilità, coordinandoci tra tutti gli enti per poter finalmente compiere azioni non più rimandabili per la tutela del territorio”.
Così Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente commissione Ambiente e territorio, intervenuto a Palazzo del Pegaso durante la discussione sulla mozione in merito al “Sostegno alla città di Livorno in seguito agli eventi alluvionali”, approvata dall’aula con voto unanime.
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