
Questa mattina, presso il carcere di Pisa, dopo che nella nottata un detenuto di 23 anni di nazionalità magrebina si era suicidato (il 38esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno), approfittando della confusione creata da altro detenuto che richiedeva il ricovero in infermeria e del fatto che un solo Agente fosse addetto alla sorveglianza di due piani detentivi, i detenuti allocati nell’intero primo piano giudiziario del carcere (circa 50), hanno iniziato a rompere i mobili e i sanitari delle celle e tale azione è proseguita anche successivamente all’apertura dei passeggi anch’essi danneggiati dai reclusi; è stato pertanto mobilitato il personale di Polizia Penitenziaria che alloggiava in caserma ed è stato richiamato in servizio quello smontante di notte o di riposo e tale forma di violenta protesta si è provvisoriamente sedata solo dopo il diretto intervento del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo accompagnato dall’ex Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana. Per quanto si è inoltre appreso oltre al decesso per impiccamento avvenuto nella notte, tra le motivazioni della sommossa la chiusura delle celle e la abolizione della c.d. vigilanza dinamica che era stata disposta a seguito di una precedente rissa avvenuta nell’Istituto lo scorso 30 Giugno.
A dare notizia è l’O.S.A.P.P. - (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che aggiunge : “cominciano a diffondersi sul territorio nazionale episodi di sempre maggiore violenza all’interno delle carceri, una situazione analoga ma riguardante sempre ben tre piani detentivi era infatti occorsa alcuni giorni or sono presso il carcere di Prato benché fatta passare per una semplice rissa tra reclusi, ma per quanto riguarda l’Istituto di pena di Pisa, ad avviso del Sindacato le cause dell’evidente ingestibilità dei reclusi possono ritenersi molteplici tra cui ed in primo luogo la gravissima fatiscenza e inagibilità della struttura che doveva essere chiusa per almeno il 50% dell’immobile come invece non è stato fatto.” Altrettante ragioni indica ancora il - leader dell’OSAPP – possono attribuirsi alla gravissima carenza di organico di Polizia Penitenziaria quasi il 50% inferiore alle previste dotazioni nonché il fatto che gli attuali Direttore e Comandante hanno del tutto ignorato per mesi, persino rifiutando l’incontro, le innumerevoli segnalazioni dei sindacati interni alla struttura e dirette ad una migliore funzionalità della stessa e ad una gestione dei carichi di lavoro meno penalizzante tenuto conto dell’alto numero di assenze per infermità legate allo stress psicofisico degli addetti.
Sempre per quanto si è appreso – indica ancora Beneduci – nel pomeriggio e in attesa che si chiariscano definitivamente le intenzioni dei reclusi il Capo del Dipartimento dovrebbe incontrare il personale di Polizia Penitenziaria. “Non ci resta quindi che prendere atto – conclude Beneduci – dell’ennesimo fallimento dell’attuale politica penitenziaria basata sulla c.d. vigilanza dinamica ed in cui i detenuti sono lasciati liberi di aggirarsi per i corridoi con le porte delle celle aperte tanto da poterne poi pretendere, con violenza, come sta avvenendo a Pisa il ripristino qualora tale forma di libertà interna dei reclusi sia stata sospesa per motivi di sicurezza. Ancora una volta rivolgiamo quindi appello alle Autorità e ai Gruppi Parlamentari rispetto ad una situazione sempre più grave del sistema penitenziario Italiano e tale da iniziare a sfuggire di mano a chi dovrebbe gestirlo”.
Fonte: OSAPP Pisa
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