
"L'anno politico che si aprirà col mese di settembre dovrebbe essere, per il PD di San Miniato, quello di una conferenza di metà mandato molto attenta, critica, aperta all'introduzione di forti elementi di discontinuità.
Il condizionale è d'obbligo, perché purtroppo le occasioni di confronto e di discussione vera, e non di semplice ratifica o autocelebrazione, nel PD, anche a livello locale, si sono fatte così rare, che non mi sento affatto di escludere che la conferenza non si faccia o, quasi peggio, che la si riduca a una passerella nel segno della proposta della più piatta continuità anche per dopo la fine del secondo mandato di Gabbanini.
Se così dovesse essere, ci parteciperà chi vorrà e chi la promuoverà si assumerà la responsabilità politica di un'occasione persa, in un momento di svolta cruciale.
Se una lezione viene dalla lettura dei risultati amministrativi che si sono susseguiti dal 2015 in poi è che ormai, anche in Toscana, gli elettori non percepiscono più le amministrazioni di centrosinistra come differenti rispetto a tutte le altre.
Se considerassimo la scadenza delle elezioni comunali come una scadenza di ordinaria amministrazione e procedessimo di conseguenza, ci condanneremmo molto probabilmente a esiti analoghi a quelli di molte altre realtà, in cui l'esistenza di una tradizione di centrosinistra anche forte e radicata come a San Miniato non ha fatto argine all'astensione dal voto di una quota molto alta dell'elettorato di sinistra e alla vittoria delle destre o di altre forze comunque estranee alla nostra tradizione.
Sul secondo mandato di Gabbanini occorre impostare una riflessione critica profonda. Il fatto che a scelte strategiche contenute nel programma elettorale non si sia dato seguito ( una per tutte quella dell'aggregazione intercomunale del Valdarno Inferiore) ha comportato una perdita di capacità di rapporto con le istituzioni e di progettazione a lungo raggio. Il fatto che alcune scelte ( emblematica quella del Liceo) siano state rovesciate, e che ciò nonostante non si sia al momento minimamente riusciti a dare una prospettiva di sicurezza per il futuro alla presenza nel territorio del nostro Comune di un polo di scuola media superiore del nostro Comprensorio, è la spia dell'incapacità, nonostante i toni roboanti di slogan come “San Miniato capitale”, di delineare un ruolo e una prospettiva per il nostro capoluogo. E si potrebbe continuare elencando politiche urbanistiche non sempre coerenti con l'idea che il territorio debba essere considerato come un bene raro e non inesauribile, che va valorizzato e preservato nei suoi valori per le generazioni future, o il fatto che sono rimaste lettera morta le proposte più innovative, come la valorizzazione dell'asse della Tosco-Romagnola, o come l'idea di incentivare l'utilizzazione di fondi sfitti per incentivare attività imprenditoriali giovanili. E, al di sopra di tutto, bisogna essere ciechi e sordi per non vedere e non sentire che la conclusione che la vicenda che ha avuto come protagonista l'assessore Bertini ha avuto in sede di Consiglio non elimina assolutamente ombre e situazioni di sfiducia.
Io penso dunque che l'esperienza di governo del centrosinistra a San Miniato corra il rischio di esaurirsi, come è avvenuto in città vicine e in molte altre realtà della Toscana e del Paese, se non saremo capaci di introdurre elementi molto forti di discontinuità.
Non penso che la mia impostazione sia l'unica legittima; sicuramente esistono anche visioni diverse.
Ma il punto è: si vuole fare della conferenza un momento di confronto reale tra impostazioni diverse, o no? La risposta a questa domanda dipenderà dalla maniera in cui si deciderà di impostare e programmare questa scadenza. Conterà prima di tutto se l' Assemblea Comunale sarà messa in condizione di discuterne a partire da una proposta aperta e non da una piattaforma preconfezionata e se sarà ammessa la partecipazione alla preparazione della conferenza di esterni, come avvenne nel 2012.
Resto in attenta attesa".
Manola Guazzini
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