
"A marzo è arrivata la sentenza del TAR della Toscana che ha respinto il ricorso presentato da 32 genitori, contro l'appalto alle cooperative della scuola dell'infanzia comunale
L'amaro più grande non è quello della condanna, ma il fatto che non sia stato rilevato dalle istituzioni preposte l'effettivo deterioramento della scuola dell'infanzia comunale, quello che noi abbiamo vissuto giorno per giorno in questi due anni.
D'ora in poi questa sentenza farà legge, mettendo sullo stesso piano, un piano molto basso, le/gli Insegnanti vere e proprie, nominate da un concorso ed inserite/i in un contesto formativo articolato e ben preciso e le persone che dopo un colloquio con un ente privato, potranno svolgere un qualcosa di simile, delle presunte 'attività aggiuntive', ancora non meglio chiarite, senza poter partecipare e votare agli organi collegiali della scuola, senza poter scrivere e attuare la programmazione annuale, guadagnando circa la metà delle altre docenti e con diritti ridicoli. Naturalmente, stiamo valutando la possibilità di ricorrere in appello insieme ad altri soggetti che si occupano di scuola.
Purtroppo siamo stati condannati a pagare spese non da poco ad un Comune demolitore di scuole e ad un Ministero che non ha saputo nè voluto capire l'importanza di ciò che sosteniamo. Siamo stati condannati a pagare 10.000 €
Al fine di reperire i soldi per pagare le spese legali alle due controparti, Comune e Ufficio Scolastico Regionale, dobbiamo chiedere un aiuto economico a ciascuno di voi, genitori, amici, cittadini e cittadine che in qualche modo avete partecipato alla battaglia o l'avete condivisa con noi.
Il Comune di Firenze ci ha già richiesto la sua parte e dunque i tempi sono brevi.
Abbiamo deciso di aprire un unico conto in cui raccogliere i soldi, dopo esserci costituiti in Associazione denominata L'infanzia non si appalta. L'Associazione servirà anche a condurre altre iniziative in futuro per difendere la nostra idea di scuola.
Chiediamo un piccolo aiuto a ciascuno di Voi, proprio perchè la nostra è stata una battaglia combattuta per tutti, bambini e bambine in primis, genitori, insegnanti e cittadini. Come causale potete scrivere “donazione per pagamento spese legali comune di Firenze”.
Il conto intestato all'Associazione L'infanzia non si appalta è presso Banca Etica e ha il seguente IBAN:
IT26I0501802800000000245546
Noi saremo sempre a disposizione per chiarimenti e per coloro che volessero diventare soci della nostra Associazione che comunque continuerà a battersi non solo per la scuola dell'infanzia, ma affinchè i nostri figli e le nostre figlie abbiano diritto davvero ad una scuola buona
Ricordiamo che, come annunciato dalla vicesindaca e assessora all’educazione del Comune di Firenze Cristina Giachi, per l’anno prossimo anche le restanti 14 sezioni della scuola dell’infanzia comunale – fino ad oggi a totale gestione pubblica – saranno appaltate nel turno pomeridiano.
Quando è iniziata la ‘sperimentazione’, due anni fa, la vice sindaca affermò che era una scelta motivata dal blocco del turn over: l’impossibilità di assumere si risolveva con la ‘scelta obbligata’ di affidare parte del servizio pubblico a privati. Eppure oggi che il blocco delle assunzioni è stato derogato dall’ultimo decreto sugli Enti Locali, la scelta continua ad essere quella di appaltare.
La scelta è quella di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri: infatti secondo la Giachi l’appalto è servito per effettuare nuove assunzioni di educatori di asilo nido e maestre dell’infanzia, grazie al risparmio economico avuto con l’appalto. Come dire: visto che una parte di lavoratori è precaria, sottoinquadrata e sottopagata, si può procedere con nuove assunzioni di personale stabilizzato. L’ingiustizia è palese e che sia esternata con tanta serenità è anche un pericoloso segnale di come questa sia accettata come una condizione normale: è normale che due lavoratori, a parità di mansioni svolte non percepiscano lo stesso stipendio e non abbiano la stessa stabilità lavorativa.
Quando abbiamo iniziato ad opporci alla scelta della privatizzazione, sapevamo di trovarci in una condizione di inferiorità: sapevamo che dalla parte del Comune avrebbe giocato a favore il tempo: la scuola dell’infanzia dura tre anni, il ricambio è continuo e molti dei genitori contrari all’appalto ormai sono andati via, al loro posto sono arrivati altri genitori che non hanno mai conosciuto la scuola prima dell’esternalizzazione del servizio, incapaci, quindi, di fare un confronto.
Infatti adesso ci troviamo in una situazione in cui la gestione mista sembra che sia accettata senza troppi problemi da gran parte dell’utenza, ma le criticità sono ancora le stesse che ravvedevamo due anni fa. I lavoratori esternalizzati forniscono al Comune manodopera, poiché svolgono le stesse mansioni dei colleghi comunali, ma con minor salario e diritti minori. Ma anche per l’utenza i disagi sono visibili. Il servizio è molto instabile, spesso nelle classi durante l’anno c’è una vera e propria girandola di maestre, sia comunali che provenienti dalle cooperative.Molte maestre comunali appena possono passano alla scuola statale per essere sicure di continuare a svolgere il proprio lavoro (cosa tutt’altro che certa nel clima di smobilitazione che si respira nelle scuole dell’infanzia e nei nidi comunali) e di trovarsi in una condizione meno difficile di quella di un servizio a gestione mista. Le maestre del pomeriggio sono lavoratrici precarie, con tutto ciò che questo comporta – stipendio inferiore, minori tutele e certezze, sospensione di parte dello stipendio nei mesi estivi – è naturale che se trovano un lavoro migliore scelgono di abbandonare la scuola.
Per noi non è cambiato niente,dopo due anni di gestione mista abbiamo solo la certezza che la privatizzazione del servizio scolastico comunale abbia solo peggiorato la condizione dei lavoratori e degli utenti, per questo continuiamo a chiedere scuole pubbliche e rispetto per diritti di lavoratori e famiglie".
L'infanzia non si appalta
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro