E' il volto segreto di Firenze, capitale dell'arte ma anche capitale morale della Massoneria. E’ qui che abbiamo un quinto del patrimonio artistico mondiale ma anche la più alta concentrazione di logge d’Italia. Se ne contano infatti 48, di cui una di lingua inglese, dove si incontrano fiorentini ed anglosassoni. Non è un caso. La prima loggia massonica della penisola fu fondata a Firenze nel 1732 da alcuni sudditi della regina d'Inghilterra. A quel tempo nelle officine si incontravano scienziati ed aristocratici illuminati. Adesso i templi sono abitati da architetti, industriali, banchieri, avvocati, medici, giornalisti, commercianti, magistrati, alti funzionari dello Stato ed uomini politici. Se pensiamo che 103 è il numero totale delle Logge italiane, la proporzione è semplice: ben un quinto di tutti gli iscritti al Grande Oriente d'Italia è fiorentino o, comunque, risiede a Firenze. Se ne contano infatti circa 1800. Cappucci, guanti bianchi, simbolo di purezza e onestà dei costumi, e un grembiule di pelle di pecora, riempiono i cassetti di molte di queste famiglie.
Dalle cifre è chiaro che la Toscana massonica è una realtà importante, così com'è ormai storicamente provato che in questa regione, ad Arezzo, si è formato quel centro di potere occulto che era la loggia segreta Propaganda 2, la loggia di Licio Gelli, nata e cresciuta nel periodo in cui era Gran Maestro un fiorentino, il professor Lino Salvini. Loggia segreta che, la Commissione Parlamentare d’inchiesta, presieduta ai tempi dall'onorevole Tina Anselmi, concluse che rappresentava una vera e propria “organizzazione criminale ed "eversiva". Venne così sciolta con la legge 25 gennaio 1982, n.17. Questo scandalo determinò un notevole appannamento dell'immagine della massoneria in Italia, costituendo un danno per tutto il variegato movimento massonico italiano e non solo per il Grande Oriente d'Italia, di cui la P2 era parte.
Così, Il 18 novembre 1984 fu promulgata la nuova costituzione dell'Ordine, in cui si affermò che il Grande Oriente d'Italia rappresentava la sola fonte legittima di autorità massonica nel territorio italiano e nei confronti delle Comunioni massoniche estere. Si stabilì che il GOI, nei rapporti giuridici con la società civile, si collocava tra le associazioni non riconosciute. Veniva inoltre introdotte importanti novità in ordine alla trasparenza interna dell'organizzazione. A livello strettamente amministrativo la massoneria in Italia ha un organigramma che può differire in parte in base alle diverse obbedienze. La struttura di questa società è organizzata in logge; ogni loggia è composta da un numero variabile di persone, solitamente il numero minimo è 7, ed è retta dal Maestro Venerabile, che la presiede; questi è eletto tra i fratelli della loggia che abbiano raggiunto almeno il terzo grado iniziatico (maestro massone). Una o più logge formano un Oriente, uno o più Orienti formano una provincia massonica, che solitamente, ma non necessariamente, coincide con la provincia amministrativa. Tutte le logge formano un’obbedienza. A presiedere l'obbedienza è il Gran Maestro, che viene eletto tradizionalmente dai maestri venerabili di tutte le logge.
Ma non tutti sanno che esiste anche la massoneria femminile italiana, formatasi negli anni Settanta che diviene Gran Loggia Femminile d'Italia (GLFI) nel 1975, con la prima Gran Maestra: Marisa Bettoia. Nei 50 anni della sua esistenza ad oggi, la GLFI ha mantenuto inalterata l'identità massonica italiana con Costituzione, Regolamenti e Rituali propri, allineati con quelli del Grande Oriente d'Italia. È tutt'oggi attiva con logge presenti sul territorio nazionale. E’ attualmente l'unica obbedienza femminile operante in Italia, con statuto e regolamenti riconosciuti a livello internazionale; ed è retta da un Consiglio Federale democraticamente eletto al cui vertice è la Gran Maestra.
Giulia Meozzi