
Un gruppo criminale costringeva decide di ragazze albanesi a prostituirsi alla periferia Nord di Firenze offrendo anche la possibilità di consumare il rapporto in alcuni appartamenti messi a disposizione nelle vicinanze. I carabinieri hanno arrestato oggi, martedì 20 giugno, otto persone accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Nell'operazione sono stati coinvolti 60 militari, unità cinofile e la compagnia di intervento operativo del sesto battaglione Toscana.
LA NOTA DEI CARABINIERI
Alle prime luci dell’alba oltre 60 carabinieri del Comando Provinciale di Firenze, supportati anche da unità cinofile e da personale della Compagnia di Intervento Operativo del 6° Battaglione “Toscana”, hanno portato a termine un’attività di indagine eseguendo 7 fermi di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti cittadini albanesi, accusati di aver messo in piedi e gestito un lucroso giro di prostituzione di decine di ragazze di origine albanese, fatte prostituire per le vie di Firenze, in particolare, nella zona di viale XI Agosto, Via Luder, Via Baracca e via di Novoli.
Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia di Scandicci e coordinate dalla Procura della Repubblica di Firenze - PM Dott.ssa Ester Nocera, sono state avviate nel mese di novembre 2016 e si sono sviluppate per tutto l’inverno, permettendo di ricostruire i legami, i contatti e le condotte di sfruttamento operate dagli arrestati nei confronti delle vittime. L’attività investigativa è nata dall’analisi operativa dei numerosi controlli effettuati nelle strade di Firenze ove da tempo si registra la presenza di prostitute. Obiettivo dei militari era quello di individuare i possibili protettori delle ragazze presenti in strada e da lì approfondire la loro posizione. In questa occasione, nel corso dei vari servizi di osservazione, i carabinieri avevano notato la presenza di alcuni degli odierni indagati i quali, pur essendo spesso presenti nelle citate strade, non venivano mai visti consumare rapporti sessuali con le prostitute ma, al contrario, apparivano sin da subito come registi dello sfruttamento.
Le complesse ed articolate indagini, condotte dai militari del nucleo operativo di Scandicci anche con l’ausilio di mezzi tecnici, hanno permesso di ricostruire la strategia utilizzata dagli sfruttatori per il reclutamento delle ragazze. Il primo passo per sottomettere le giovani era quello di stringere con loro rapporti “sentimentali”, facendo credere alle ignare ragazze di essere le loro fidanzate, in modo da non far percepire il reale sfruttamento.
Una volta avviate le donne al lavoro su strada, gli arrestati iniziavano poi un’assidua azione di controllo nei confronti delle prostitute, monitorando attentamente il numero dei loro clienti, curando particolarmente sia la protezione fisica che quella dello spazio di lavoro, non disdegnando intimidazioni e pestaggi qualora clienti o altri sfruttatori avessero infastidito le meretrici. I controlli potevano essere visivi, oppure, quando si appartavano con i clienti per consumare la prestazione sessuale, le ragazze dovevano inviare sms o lasciare il telefono attivo in conversazione con il rispettivo protettore. Gli sfruttatori, inoltre, si occupavano ovviamente anche della parte logistica dell’esercizio della prostituzione, rifornendo le donne di preservativi, procurandogli vestiti, adeguatamente succinti, nonché, qualora necessario, cibi e bevande calde portati direttamente su strada. Ai clienti che prendevano contatti con le prostitute veniva invece offerta una sorta di upgrade: nel caso in cui non avevano voglia di consumare il rapporto per strada c’era la possibilità di usufruire di due appartamenti ubicati nella zona di lavoro, utilizzati esclusivamente per lo scopo.
Quanto fosse fruttuoso il giro di prostituzione messo in piedi dagli arrestati è apparso evidente dall’indagine, tant’è che per timore che altri connazionali potessero “sottrarre” le ragazze dal loro controllo, veniva vietato categoricamente a quest’ultime di consumare rapporti sessuali con altri cittadini albanesi. Inoltre, nel corso dell’attività, è emersa anche la concreta possibilità che il sodalizio criminale potesse porre in essere un’azione violenta, probabilmente con l’utilizzo di armi da fuoco, nei confronti di un soggetto, in corso di identificazione, a causa di screzi con uno dei componenti del gruppo.
Nardella: "Dal Comune di Firenze ordinanze di contrasto"
Ordinanze di contrasto contro lo sfruttamento della prostituzione: lo annuncia, via Twitter, il sindaco di Firenze Dario Nardella, che plaude all'esito dell'operazione antisfruttamento portata a termine dai Carabinieri del capoluogo toscano. "Bene carabinieri Firenze per operazione antisfruttamento- scrive il sindaco sul social network - Anche il Comune di Firenze sarà in campo con le ordinanze di contrasto".
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