
Sono state utilizzate anche le intercettazioni ambientali e telefoniche per certificare le situazioni di illegalità emerse in Lunigiana durante le indagini sui carabinieri sotto inchiesta per 104 reati. Lo conferma il procuratore Aldo Giubilaro, che detiene l'indagine assieme al sostituto Alessia Iacopini. Le microspie sarebbero state inserite anche nelle auto di servizio dei militari indagati. Ora gli otto hanno ricevuto misure cautelari: uno è in carcere, tre sono ai domiciliari e quattro hanno il divieto di dimora. Tra i reati ipotizzati il caso di un senzatetto caricato a forza nell'auto di servizio e malmenato con un manganello, pestaggi in caserma, falsi verbali.
Le microspie avrebbero rivelato un contesto di atti illegali come l'abuso d'ufficio e l'omissione di atti d'ufficio. Inoltre peserebbero una decina di denunce per lesioni personali. Queste denunce sono state presentate da cittadini di origine nordafricana ad Aulla: calci, pugni e contatti fisici troppo violenti nell'ultimo anno, tutto durante richieste di documenti o controlli. I fatti sarebbero avvenuti dia in strada che dentro la caserma della città.
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