Consiglio regionale, apre la seduta la fusione dei Comuni nel Casentino

È una proposta legge per indire i referendum per la fusione di alcuni comuni del Casentino, ad aprire i lavori del Consiglio regionale, convocati oggi e domattina in seduta ordinaria e successivamente in seduta solenne per celebrare la ricorrenza dell'indipendenza toscana. Tra gli atti anche una modifica alle norme per l'accreditamento delle strutture sanitarie. Previste numerose interrogazioni su vari temi, tra i quali, l'errore sull'ordine di alcuni medicinali da parte di Estar, la contestazione fiscale mossa dall'Agenzia delle entrate al Dsu, e la tutela dei lavoratori di Floriamata. Numerose anche le mozioni iscritte all'ordine del giorno.

Casentino, ok a referendum fusioni contestuale in tutti i Comuni. Via libera solo in caso di maggioranza favorevole in ogni comunità

In Casentino il referendum consultivo sulle fusioni si svolgerà contestualmente in ogni Comune. La fusione si farà se incontrerà l’orientamento favorevole della maggioranza dei cittadini in ciascuno dei comuni coinvolti. Inoltre, il quesito che sarà sottoposto ai cittadini di Chiusi della Verna prevederà, alternativamente, una scelta tra tre soluzioni: quella di fondersi con i comuni di Chitignano e Castelfocognano, quella di fondersi con i comuni di Bibbiena e di Ortignano Raggiolo, quella di non procedere ad alcuna fusione. Analogamente, ai cittadini degli altri comuni interessati (Chitignano e Castel Focognano da un lato, Bibbiena e Ortignano Raggiolo dall’altro) sarà sottoposto un quesito per esprimere la propria volontà di fondersi o meno tra loro e con il Comune di Chiusi della Verna. Un caso più unico che raro quello che ha riguardato i comuni del Casentino: due le ipotesi in campo, l’istituzione del Comune di Casentino La Verna, per fusione dei Comuni di Bibbiena, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo e l’ istituzione del Comune di Chiusi Verna Chitignano Castel Focognano, per fusione dei Comuni di Castel Focognano, Chitignano e Chiusi della Verna. Per questo il gruppo Pd ha ritenuto necessario presentare un ordine del giorno ad hoc, approvato dall’assemblea toscana, che, per questa specifica situazione, prevede l’ok al procedimento di fusione solo con una maggioranza favorevole in ogni comune coinvolto.

“Un impegno straordinario quello che è stato messo in campo per questo territorio, data la grande spinta aggregativa che è emersa e la necessità di venire incontro a sensibilità diverse. – ha illustrato Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana - E’ molto difficile esprimersi in casi come questi. L’unico modo di giungere ad un risultato chiaro è quello di interrogare la popolazione e così abbiamo deciso di procedere Abbiamo ritenuto doveroso quindi affrontare questa specificità con un ordine del giorno  mirato proprio a mettere nero su bianco quest’esigenza, un indirizzo volto a rispettare la specialità di questo caso verificatosi in Casentino, del tutto inedito, con lo svolgimento contestuale dei referendum consultivi relativi a due diverse proposte di legge e la possibilità per un Comune di scegliere tra tre opzioni differenti”.

“Le fusioni dei comuni in Toscana sono al centro del lavoro della commissione. – ha fatto presente Giacomo Bugliani, presidente commissione Affari Istituzionali - Sulla situazione del Casentino c’è stato un impegno mirato e specifico, con l’ascolto delle comunità e delle istituzioni coinvolte in una seduta aperta. In aula oggi quindi c’è l’approdo e il risultato di questo importante lavoro”.

“Con l’approvazione dei quesiti referendari il Consiglio adempie all’obbligo costituzionale di consultare la popolazione su due proposte di fusione parimenti legittime, supportate l’una dalle firme dei cittadini, l’altra dalle deliberazioni dei consigli comunali, organi democraticamente eletti rappresentativi delle rispettive comunità. – ha spiegato Lucia De Robertis, consigliera regionale Pd e vicepresidente dell’assemblea toscana - La parola passa ora agli elettori, che hanno la consapevolezza che il Consiglio , data la particolarità della situazione, con due proposte concorrenti alternative, deciderà per la fusione che avrà ottenuto il gradimento della maggioranza degli elettori in ciascun comune coinvolto. Una scelta messa nero su bianco con un ordine del giorno che integra la risoluzione che sulle fusioni adottammo nella primavera 2016, dato che questa, da sola, rischiava, proprio per questo particolare caso, di non essere sufficientemente chiara sugli esiti dei referendum. Il Consiglio in questi mesi ha seriamente approfondito tutti gli aspetti connessi con le due proposte di fusione alternative, tenendo sempre aperto il confronto coi promotori di entrambe, sia col comitato per la fusione di Bibbiena. Chiusi e Ortignano, sia coi sindaci di queste realtà e degli altri due comuni interessati, Chitignano e Castel Focognano. Proprio questo costante confronto ci ha portato a coinvolgere il collegio di garanzia statutaria per addivenire ad un percorso consultivo massimamente rispettoso di tutte le volontà espresse. Ora, davvero, la parola agli elettori. Verso cui il Consiglio regionale avrà, ancora una volta, il massimo rispetto”.

“La proposta di deliberazione per l’indizione del referendum consultivo sulle proposte di fusione in Casentino va incontro alle richieste dei territori e delle istituzioni locali; nel contempo l'atto di indirizzo politico del Pd equilibra la situazione, senza dubbio complessa e particolare, perché le ipotesi in campo saranno approvate solo in caso di maggioranza favorevole in ogni comune durante la consultazione. – ha dichiarato Valentina Vadi, consigliera regionale Pd e componente commissione Affari istituzionali - Ora la parola passa ai cittadini che indicheranno quale assetto istituzionale vorranno dare al Casentino”.

Casentino, approvati i quesiti referendari

Il quesito referendario che sarà sottoposto ai cittadini di Chiusi della Verna prevede, alternativamente, una scelta tra tre soluzioni: quella di fondersi con i comuni di Chitignano e Castelfocognano, quella di fondersi con i comuni di Bibbiena e di Ortignano Raggiolo, quella di non procedere ad alcuna fusione. Analogamente, ai cittadini degli altri comuni interessati (Chitignano e Castel Focognano da un lato, Bibbiena e Ortignano Raggiolo dall’altro) sarà sottoposto un quesito per esprimere la propria volontà di fondersi o meno tra loro e con il Comune di Chiusi della Verna.
Lo ha deciso, con l’unanimità dei votanti, il Consiglio regionale della Toscana, che ha votato anche un ordine del giorno all’unanimità, con l’impegno ad approvare una delle due ipotesi di fusione solo nel caso in cui ci sia maggioranza favorevole in ciascun comune interessato.
Il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), illustrando la delibera in aula, ha ricordato che il dibattito sulle fusioni dei comuni nel Casentino impegna il territorio ed il Consiglio regionale da oltre un anno. La commissione aveva già formulato i quesiti referendari sia sulla proposta di legge d’iniziativa popolare per l’istituzione del Comune di Casentino La Verna, per fusione dei comuni di Bibbiena, Chiusi della Verna e Ortignano Raggiolo, sia sulla proposta di legge per l’istituzione del Comune di Chiusi Verna Chitignano Castel Focognano, per fusione dei comuni di Castel Focognano, Chitignano e Chiusi della Verna.
In entrambe le proposte di legge è coinvolto il comune di Chiusi della Verna ed è perciò stato chiesto un parere al Collegio di garanzia statutaria, che ha visto quel comune depositare specifica memoria. Il Collegio ha formulato due ipotesi, una in via principale, una in via subordinata. In via principale, che è poi la soluzione adottata, si parte dalla considerazione che sia legittimo lo svolgimento contestuale delle consultazioni referendarie per tutti i Comuni interessati, adattando allo scopo i quesiti. È stata scartata l’ipotesi subordinata, con eventuale proposta di una scelta più ristretta, perché i comuni coinvolti non sono tra loro confinanti.

“Abbiamo forti dubbi che i cittadini del Casentino siano veramente a conoscenza dei vantaggi, e degli svantaggi, derivanti dalle fusioni, che dovrebbero essere frutto di un processo autenticamente partecipativo o lo sbocco naturale di una continuità territoriale, economica, commerciale, storica”, ha osservato Gabriele Bianchi (M5S). A suo parere, tra i comuni che si sono fusi, sta serpeggiando una certa delusione, dovuta, ad esempio, dall’aumento delle tariffe.

Secondo Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) il riassetto istituzionale del Casentino è un’esigenza da tutti sentita, resta aperto il problema sul come. “Se ne esce giocandoci la tripla 1, X, 2 – ha osservato – Con la tripla si vince sempre”. Viceversa il Consiglio regionale avrebbe dovuto avanzare una proposta organica e non soluzioni pilatesche, che sostanzialmente avallano guerre fra sindaci e partiti spaccati a metà. “Le fusioni hanno un senso se servono a dare qualcosa in più ai cittadini – ha affermato – Se diventano lo strumento per regolare i conti nelle comunità locali, sono sbagliate”. Mugnai ha quindi annunciato voto favorevole sull’ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd Marras, che impegna il Consiglio a procedere con le fusioni solo nel caso ci sia maggioranza in ogni comunità. Un orientamento che, a suo parere, dovrebbe essere esteso a tutti referendum sulle fusioni. Viceversa ha dichiarato di non partecipare al voto sulla delibera.

Si cerca di trovare il modo, fino ad arrivare al Collegio di garanzia statutaria, per rendere chiaro ciò che chiaro non è – ha affermato  Claudio Borghi (Lega Nord) – La fusione di due comunità deve essere realizzata nella più assoluta ed incondizionata concordia d’intenti. Questa è una forzatura giuridica. Un accrocchio”. Per questo ha annunciato la non partecipazione al voto sulla delibera ed il voto favorevole sull’ordine del giorno presentato da Marras. “Non ho dimenticato quanto accaduta sull’Abetone – ha puntualizzato – È stata una violenza contro le comunità”.

“Non è vero che in Casentino non si vogliono fare le fusioni. In realtà negli ultimi cinque anni ci sono più proposte di fusione che comuni”, ha osservato il capogruppo Pd Leonardo Marras. Più precisamente, di fronte a due proposte “tecnicamente e politicamente configgenti”, a suo giudizio abbiamo due strade: bocciarle o approvarle entrambe. Ed il Collegio di garanzia ha indicato lo svolgimento simultaneo della consultazione popolare come soluzione possibile. Marras ha poi sottolineato che siamo di fronte ad una situazione speciale, inedita, con una sovrapposizione di proposte, avanzate da consigli comunali senza essere precedute da una fase di partecipazione popolare e, quella di iniziativa popolare, da un numero di firme legittimo, ma che il Consiglio ha già aumentato per evitare che nasca da iniziative solo politiche. Una situazione straordinaria che ha suggerito anche di presentare l’ordine del giorno, che ha accolto l’apprezzamento delle istituzioni Casentinesi.

Voto favorevole, sia sulla delibera che sull’ordine del giorno, è stato dichiarato da Tommaso Fattori (Si-Toscana a sinistra), che ha osservato di avere auspicato questa soluzione ancora prima del Collegio di garanzia ed ha invitato il Pd ad ‘universalizzare quanto prevede oggi per il Casentino, in modo da non avere pesi e misure diverse.

Casentino, Casucci (Lega): "Contro la fusionomania"

“Nell’ambito dei lavori dell’apposita Commissione consiliare - afferma Marco Casucci, Consigliere regionale della Lega Nord - il Gruppo del Pd aveva annunciato che avrebbe presentato un ordine del giorno, votato poi quest’oggi nell’ambito della programmata riunione del Consiglio regionale, riguardante il tema della fusione dei comuni in Casentino; in pratica, si procederà alla fusione fra più realtà, solo se vi sarà la maggioranza di voti favorevoli nei comuni interessati al referendum. A tale proposta ho espresso la mia soddisfazione poiché lo ritengo un passo avanti sulla linea di una maggiore prudenza ed ho fatto notare che, neppure un anno fa, il Pd espresse voto contrario ad una nostra proposta simile alla loro; in tal modo, si evidenzia, a mio vedere, un certo stato confusionale nella maggioranza. A quel punto gli stessi esponenti del Partito Democratico presenti in Commissione hanno candidamente affermato che verrà fatta un’eccezione solo per il Casentino. Siamo, dunque, giunti all’assurda adozione di provvedimenti regionali ad hoc a seconda della zona interessata. A questo tipo contorto di 'fusionomania' non ci stiamo e quindi, come Gruppo Lega Nord, non abbiamo partecipato all’odierno voto nell’Aula consiliare.”

Sanità, strutture  e servizi del sistema sociale integrato chiederanno accreditamento alla Regione anziché ai Comuni. Ok del Consiglio alla nuova legge

Via libera del Consiglio regionale alle modifiche alle norme regionali che regolano l’accreditamento delle strutture e dei servizi alla persona del sistema sociale integrato. Da questo momento le strutture si accrediteranno alla Regione invece che ai Comuni.

L’atto è stato approvato in aula con i voti favorevoli della maggioranza (Pd e ART.1-Mdp), l’astensione di Sì-Toscana a sinistra e Movimento 5 stelle e i voti contrari di Lega e Fratelli d’Italia.

Già in commissione, erano passati, a maggioranza, sette emendamenti presentati dal presidente Scaramelli, che raccolgono sollecitazioni giunte nel corso delle consultazioni e intervengono, tra l’altro, per prevedere un monitoraggio annuale, da parte della commissione consiliare, sull’attuazione dei requisiti specifici e degli indicatori; sulla composizione del gruppo tecnico di valutazione; sopralluoghi del gruppo tecnico regionale di valutazione per il controllo del possesso dei requisiti delle strutture accreditate.

L’astensione del gruppo Sì-Toscana a sinistra è stata espressa da Paolo Sarti. “Questa proposta di legge era mossa da un buon intento – ha detto il consigliere regionale –, quello di valutare una necessaria riunificazione dei percorsi di accreditamento tra la parte sociale e quella socio-sanitaria. Poi però, si è esautorato sia la commissione consiliare che il Consiglio stesso, accentrando in mano della Giunta il percorso dei requisiti specifici e degli indicatori che coinvolgono anche gli aspetti lavorativi”. Astensione anche da parte del Movimento 5 Stelle. “Pur apprezzando l’importanza dell’atto che mira a definire criteri omogenei per l’accreditamento – ha detto Andrea Quartini – riteniamo che si accentri sulla Giunta gran parte del lavoro, rendendo secondario il ruolo di Consiglio e commissione”. “Abbiamo apprezzato – conclude Quartini – il fatto che la Giunta debba relazionare annualmente al Consiglio per le verifiche sul percorso di accreditamento”.

“L’obiettivo – ha spiegato stamani il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli illustrando in aula le modifiche alla legge- è uniformare i precorsi di accreditamento, migliorare la qualità delle risposte  e velocizzarle. E’ necessario qualificare il servizio ed è questa la sfida del futuro che sarà la cifra del  sistema sociale e sanitario in Toscana Il testo nasce da un percorso  condiviso e partecipato in cui sono stati accolti vari emendamenti proposti da più soggetti fra cui le organizzazioni sindacali  e che riguardano anche  il regolamento e  le verifiche effettive delle strutture sui territori con relativi sopralluoghi. Abbiamo cercato di trovare le risposte giuste alle esigenze che provengono dalle varie aree - ha spiegato il presidente Scaramelli- , ottenendo che ogni anno vengano fatti resoconti puntuali al Consiglio regionale sull’andamento dei servizi, sull’attuazione dei requisiti specifici e degli indicatori”. Scaramelli, sempre intervenendo in aula ha sottolineato anche che verranno fatti sopralluoghi puntuali nelle varie strutture. La nuova legge prevede che nell’ottica di garantire la trasparenza dell’azione amministrativa e di realizzare una maggiore economicità della gestione, venga anche  istituito un gruppo tecnico regionale di valutazione  per le strutture del sistema sociale integrato.

Profughi: interrogazione Lega su situazione sanitaria in Toscana

Quale la situazione sanitaria dei profughi accolti sul territorio toscano? Quanti i richiedenti asilo, le patologie riscontrate e gli interventi di profilassi e cura? Questi i quesiti della interrogazione di Marco Casucci e Manuel Vescovi, del gruppo consiliare Lega nord, cui ha risposto in aula l’assessore Stefania Saccardi. “Al 28 febbraio 2017 sono presenti in Toscana 11mila 922 profughi, distribuiti nei territori provinciali”, ha esordito l’assessore regionale, spiegando l’iter della sorveglianza sanitaria, che parte dalle strutture del Ministero dell’Interno, per continuare – una volta arrivati in Toscana – con gli accertamenti concordati con le Prefetture. “Nelle prime 48 ore, viene sempre effettuata una visita generale – ha sottolineato Saccardi – per rilevare anche segni eventuali di malattie infettive e parassitarie, con conseguenti approfondimenti analitici e visite specialistiche, attraverso le strutture del servizio sanitario regionale”. Tra le patologie più frequenti l’assessore ha ricordato la scabbia (133 focolai nel 2015 e 177 nel 2016), la tubercolosi (complessivamente 25 casi) e alcuni focolai di varicella. Gli interventi di profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive nei migranti non sono diversi da quelli della popolazione generale. Ultima precisazione: “Vista la mancanza di una rilevazione nazionale, la Regione sta attualmente predisponendo, in collaborazione con Ars, un modello unico, da utilizzare in tutte le Asl, per registrare in modo informatizzato lo stato sanitario dei richiedenti asilo”.

Spinelli su moschea a Firenze: “Discussione inadeguata, città ha bisogno di trovare soluzione effettiva”

“La città di Firenze ha bisogno di una moschea. La comunità di cittadini di religione musulmana non ha un logo in cui riunirsi e pregare. L'Amministrazione ha il dovere di collocare queste funzioni nelle strutture e nei luoghi più adeguati, così come accade per esigenze analoghe o di diversa natura insite in tutte le comunità. Sono favorevole al fatto che attorno a questo tema ci sia una discussione aperta alla cittadinanza, alla comunità islamica, alle amministrazioni coinvolte e limitrofe. Sono invece contraria al referendum per il semplice motivo che il rispetto delle diversità di culto è già previsto nell’articolo 19 della Costituzione. Non si è mai visto fare un referendum per la costruzione di un luogo di culto, di qualsiasi religione esso sia. Non dobbiamo inventarci niente: semplicemente rispettare la nostra Costituzione che così come tutela la professione delle diverse fedi religiose sancisce il dovere di rispettare le leggi del Paese in cui si vive. A Firenze ci stiamo annodando su di una controversia a mio avviso inadeguata rispetto al tema che abbiamo davanti e dunque alle complessità che la contemporaneità ci chiede di affrontare. Abbiamo la fortuna di avere un imam che dimostra capacità di relazione e ascolto nei confronti della città. Ma nonostante questo il tema della costruzione della moschea continua a non avere fine e a non trovare una soluzione effettiva”.

Moschea, Alberti: "Il dietrofront di Nardella pone un interrogativo: Firenze è una città commissariata?"

“Il clamoroso cambio di rotta, peraltro da noi ripetutamente caldeggiato, del Sindaco Nardella sul tema dell’ubicazione della nuova moschea-afferma Jacopo Alberti, Consigliere regionale della Lega Nord-pone un serio dubbio sul fatto che il primo cittadino di Firenze non sia in qualche modo influenzato dal Sig. Matteo Renzi che, attualmente, non ha alcun incarico istituzionale.” “Se così fosse-prosegue il Consigliere-la cosa sarebbe alquanto grave e foriera di cattive notizie per i fiorentini che praticamente dovrebbero confrontarsi con un Sindaco “ombra”.” “D’altronde, dopo aver sostenuto a più riprese che l’ex caserma Gonzaga sarebbe stata idonea per ospitare il luogo di culto islamico-precisa Alberti-questa improvvisa retromarcia, dopo che l’ex Premier, aveva bocciato la predetta ipotesi, porta necessariamente a pensare che l’influenza renziana sia particolarmente rilevante nei confronti di Nardella, notoriamente delfino del candidato Segretario.” “Insomma-conclude Jacopo Alberti-siccome già in altre occasioni l’attuale Sindaco non era stato immune dalle sortite renziane, ci chiediamo, con amarezza, se il capoluogo regionale non sia una sorta di località in franchising che dipende in tutto per tutto dalla volontà altrui, cioè dalla Casa madre….”

Ambiente, aggiornato l'elenco dei siti di Rete Natura 2000

Viene aggiornato l’elenco dei siti della Rete Natura 2000. L’aula ha approvato la proposta di delibera con la quale si stabilisce di designare l’area denominata “Bonifica della Gherardesca” nel comune di Capannori in provincia di Lucca come zona di protezione speciale (zps); l’area denominata “Bosco ai Frati” nel comune di Scarperia-San Piero come sito di importanza comunitaria (sic) e di condividere con la regione Lazio la designazione del sic marino “Fondali tra le foci del fiume Chiarone e fiume Fiora”.

Il presidente della commissione Territorio e ambiente Stefano Baccelli (Pd) che ha illustrato l’atto, ha spiegato l’intento di “diffondere sul territorio toscano la Rete Natura 2000”, che “altro non è – ha detto Baccelli – che l’insieme dei territori protetti, di quelle aree di particolare pregio naturalistico come le zone speciali di conservazione, i siti di importanza comunitaria e le zone di protezione speciale”.

Il presidente ha sottolineato come “ad oggi sul territorio toscano tra sic, zps e sir abbiamo ben 167 siti e che quasi il 15 per cento dell’intero territorio regionale è soggetto a livelli diversi di tutela sia per il pregio naturalistico sia per aspetti di flora e fauna”.

Condivisione all’atto è stata espressa dal presidente di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori. “Siamo favorevoli – ha detto il consigliere regionale – all’implementazione della Rete Natura 2000 e dei territori protetti e alle misure di conservazione. In questo caso, si tratta di salvaguardare avifauna protetta, una specie di uccelli che va a nidificare nella zona di Capannori”.

Ambiente, interrogazione sulla discarica 'Scapigliato'

L’ampliamento impiantistico e della discarica per rifiuti non pericolosi ubicata in località ‘Scapigliato’, nel Comune di Rosignano Marittimo, prevede una diminuzione progressiva dei volumi di conferimento? L’annunciato impianto di valorizzazione delle raccolte differenziate e il centro di ricerca per l’economia circolare sono previsti nel progetto? Nell’area di Rosignano sono annunciate azioni come la raccolta “porta a porta” e l’applicazione di tariffe per i cittadini? Queste le puntuali richieste della interrogazione del gruppo consiliare Sì-Toscana a sinistra, cui ha risposto l’assessore Vincenzo Ceccarelli, leggendo in aula una comunicazione della collega Federica Fratoni. “Una sorta di presa di tempo – ha spiegato Ceccarelli – in attesa di conoscere gli esiti della prima conferenza dei servizi, fissata per il 17 maggio, con presentazione del progetto”.

“Attendiamo elementi e dettagli”, ha affermato Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana). “Per noi è essenziale diminuire i rifiuti a Scapigliato, investire in tecnologia e coinvolgere maggiormente la comunità locale”.

Tagliate di Lucca, Baccelli (PD): "Situazione problematica"

“C’è un’evidente situazione problematica al centro delle Tagliate di Lucca; è sicuramente urgente il superamento di questa struttura, rivelatasi non idonea a svolgere il ruolo di prima accoglienza. Ho intenzione quindi di portare il caso all’attenzione del Consiglio regionale attraverso una mozione, sulla scorta dell’ordine del giorno già approvato dal Consiglio comunale di Lucca, proprio con l’obiettivo di superare quest’anomalia. Siamo di fronte a una questione delicata che va affrontata senza strumentalizzazioni ideologiche ed elettorali  ma con un approccio laico e serio volto a risolvere davvero il problema; è necessario individuare luoghi e modalità giuste per l’accoglienza e senza dubbio poter contare sull’appoggio di ogni comunità. È quella che chiamiamo “accoglienza diffusa”, che secondo noi rappresenta la via più adeguata per lavorare al meglio su questo fronte; bisogna infatti tenere di conto anche dei presupposti che hanno portato alla situazione delle Tagliate, tra questi il fatto che non tutti i comuni accolgono profughi  e talvolta manca un equa distribuzione nei territori. Di ideologismi invece ne abbiamo trovati a bizzeffe nella mozione del gruppo Fratelli d’Italia, dedicata al caso in questione, su cui ci siamo espressi con voto contrario. Abbiamo provato a formulare alcune modifiche che non sono state accolte ma il punto fondamentale è che se da un lato l’obiettivo dell’atto era condivisibile, ovvero il superamento di questo centro, dall’altro il testo, ed ancor più l’intervento del consigliere Donzelli, aveva un approccio strumentale inaccettabile, conteneva attacchi esecrabili alla Croce Rossa italiana, accusata di ‘fare business’ sui migranti, senza alcun accenno al lavoro encomiabile che viene costantemente svolto, da questa realtà come da tante altre associazioni. Tornerò sulla vicenda ma stando sul merito dalla questione, prescindendo da strumentalizzazioni politico-elettoralistiche che poco hanno a che fare con il bene delle comunità e che non servono a nulla dinanzi a un tema delicato, urgente e importante come quello delle modalità di accoglienza dei richiedenti asilo”.

Così Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente Quarta commissione, intervenendo sulla questione del centro delle Tagliate di Lucca, motivando il voto contrario del gruppo Pd a una mozione di Fratelli d’Italia e annunciando di portare prossimamente sui banchi di palazzo del Pegaso un atto sulla vicenda.

Economia, interrogazione PD sui lavoratori del Floramiata

Tutela dei lavoratori del Floramiata e di altre aziende in crisi del territorio amiatino senese e grossetano, azioni per la difesa dei livelli occupazionali, stato di attuazione di un progetto di valorizzazione del territorio. Questa in sintesi l’interrogazione dei consiglieri Simone Bezzini, Leonardo Marras e Stefano Scaramelli, del gruppo del Partito democratico, cui ha risposto in aula l’assessore regionale Stefano Ciuoffo.

“Nelle prossime settimane verrà definito un progetto di promozione e valorizzazione integrata del territorio”, ha esordito l’assessore, per procedere nel mese di giugno ad un lavoro di confronto e quindi dar seguito ad un documento condiviso sui temi dello sviluppo dell’area.

In tema di azioni per alleviare la condizione dei lavoratori della zona colpiti dalla crisi, Ciuoffo ha ricordato che è stato previsto l’utilizzo delle risorse residue assegnate alla Regione Toscana per gli ammortizzatori sociali in deroga. Tre i filoni di intervento: sperimentazione regionale dell’assegno di ricollocazione; corresponsione di un’indennità di partecipazione ad azioni di politica attiva; erogazione di incentivi all’assunzione. L’attuazione di tali strumenti è subordinata all’adozione di successivi atti regionali, come ricordato dall’assessore, che si è infine soffermato sull’appuntamento del 2 maggio prossimo: incontro con il presidente dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia, i Sindaci, i rappresentanti sindacali, alla presenza dell’assessore regionale Cristina Grieco e del consigliere del presidente della Toscana per il Lavoro, Gianfranco Simoncini, proprio per affrontare la situazione dell’Amiata Val D’Orcia.

Piena soddisfazione è stata espressa dal consigliere Simone Bezzini, “per la sostanza emersa dalla risposta”, augurandosi entro giugno la definizione delle misure per il rilancio del territorio.

Dsu e Agenzia Entrate, M5S: "Non siano gli studenti a pagare"

F“Il pasticcio amministrativo sugli arretrati IVA non deve finire in conto agli studenti. Ci conforta sapere che l’assessora Barni abbia sollecitato anche il Ministero alla soluzione di un problema che non è solo toscano. Ma sapere che la soluzione trovata al momento passa dall’accantonare 8,7 milioni, di cui 2,8 sul solo 2017 tra fondi regionali e revisione tariffe mensa, ci preoccupa. C’è un bilancio da chiudere e una programmazione da assicurare” così Irene Galletti, consigliera regionale capogruppo M5S, a commento della risposta dell’assessora Barni alla sua interrogazione sulla contestazione fiscale dell’Agenzia delle Entrate verso l’Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario (DSU).

Diritto allo studio, l'intervento di Barni (PD)

“In attesa che si chiarisca la vicenda a livello giudiziario, Ardsu accantonerà i fondi necessari a coprire i maggiori costi di gestione. Quelli stimati per il 2017, 2,8 milioni, saranno coperti con fondi regionali per due milioni e, per i restanti 800mila euro, con una revisione marginale delle tariffe mensa per gli studenti più abbienti”. Lo ha dichiarato la vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni, rispondendo all’interrogazione della consigliera Irene Galletti (Movimento 5 stelle) sulla contestazione fiscale mossa all’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario (Dsu). Nel testo dell’interrogazione si riporta infatti la verifica fatta dall’Agenzia delle entrate a fine 2016, a seguito della quale viene contestato a Dsu il pagamento di “circa 40-45 milioni, più costi aggiuntivi per il futuro di circa 4 milioni di euro l’anno, per arretrati Iva e sanzioni dal 2011”.

“Ammesso e non concesso che la posizione dell’Agenzia delle entrate sia confermata in giudizio, la restituzione dei rimborsi dal 2011 ad oggi ammonta a 19,5 milioni che potranno essere ripartiti almeno su cinque anni”, ha chiarito la vicepresidente, rilevando come il problema “non sia solo toscano ma nazionale”. “Ad oggi – ha continuato Barni – l’Agenzia delle entrate ha richiesto, per il 2011, 4,2 milioni di rimborso Iva, cui si somma una sanzione da 4.5 milioni. Questo è quanto dovrà essere accantonato per il momento. Faremo fronte, ove necessario, agli accertamenti che seguiranno”.

“Parzialmente soddisfatta” si è dichiarata la consigliera Galletti che ha comunque rilevato come “meriti una riflessione ampia procedere a ritocchi sulle tariffe mensa”.

Ponti e cavalcavia, Bambagioni (PD) chiede un'indagine

Un’inchiesta sulla manutenzione di ponti e cavalcavia in Toscana. A focalizzare l’attenzione su un tema di profonda attualità è il consigliere regionale Paolo Bambagioni (PD) che chiede al Consiglio Regionale della Toscana di aprire un’indagine che faccia il punto sullo stato di salute di questo tipo di infrastrutture, una richiesta che fa seguito alla crescente preoccupazione dei cittadini. Ponti e cavalcavia infatti fanno sempre più paura: in Italia si moltiplica il numero degli incidenti di questo tipo, tre solo negli ultimi sei mesi, dal più recente a Fossano, in Piemonte, a quello del 9 marzo scorso a Loreto (Ancona) e ancora il 28 ottobre del 2016 ad Annone (Lecco).

«È necessario capire quanto e come queste strutture sono sottoposte a controllo – spiega Bambagioni - perché, qualora si rivelasse necessario, si possa intervenire a monte e metterle in sicurezza. Tanto più che con l’abolizione delle Province voluta dalla legge Delrio sono venuti a mancare i fondi e le figure deputate alla manutenzione ordinaria di strade e infrastrutture. Non solo – prosegue Bambagioni -, a questo si aggiunge un particolare delicato, cioè capire se ci sono state ingerenze di tipo mafioso. È noto che ci sono state indagini in tutta Italia sulle ditte a cui sono stati appaltati i cantieri. Ma una volta che si è scoperta la “cattiva gestione” ci si è mai preoccupati di verificare come sono stati fatti i lavori e se chi li ha eseguiti lo ha fatto a norma di legge?»

Fare luce su questi aspetti è quanto Bambagioni chiede al Consiglio Regionale della Toscana, mosso anche dalle idee condivise con il candidato alla segreteria del PD Michele Emiliano, di cui Bambagioni è referente per la Toscana. «Uno dei tanti motivi che mi hanno spinto ad appoggiare Michele Emiliano – spiega Bambagioni – è proprio l’attenzione che ha manifestato non solo nei confronti del recupero del territorio, ma anche della sua messa in sicurezza e del miglioramento delle infrastrutture che potrà partire dal Mezzogiorno ma, alla luce dei fatti, dovrà allargarsi in tutto il Paese. Rientra a pieno nella mia ottica anche il suo impegno nella lotta alle mafie, anche quelle infiltrate negli apparati di realizzazione e gestione delle infrastrutture».

Governo del territorio: al più presto ascolto e confronto sull’efficacia delle leggi

La Giunta regionale dovrà avviare un percorso di ascolto e confronto con le rappresentanze istituzionali, le parti sociali, le associazioni ambientaliste, il mondo della cultura, delle università e delle professioni, sull’efficacia della legge regionale sul governo del territorio e, più in generale, degli strumenti di pianificazione urbanistica, per poi riferire quanto prima alla competente commissione e al Consiglio. È quanto prevede una mozione presentata dal gruppo Si-Toscana ed approvata dall’aula. È stato il capogruppo Tommaso Fattori ad illustrare il testo, rilevando che nel dicembre scorso il Consiglio ha ricevuto il rapporto annuale di monitoraggio da parte dell’Osservatorio paritetico della pianificazione, ma che ancora il confronto con le parti sociali e la cittadinanza non è stato avviato, come invece previsto dalla normativa vigente.

La consigliera Elisabetta Meucci ha annunciato il voto favorevole del Pd, perché nel testo della mozione si dà atto all’amministrazione del lavoro che sta facendo.

Cartotecnica Maestrelli, il sostegno del Consiglio regionale

Pieno e unanime sostegno del Consiglio regionale ai lavoratori della Cartotecnica Maestrelli, azienda leader del settore del packaging che da alcuni mesi ha cessato la produzione senza nessuna spiegazione sulle prospettive occupazionali pur mantenendo capacità produttive, lavoro e clienti.

Il Consiglio regionale ha approvato oggi all’unanimità una mozione presentata da Enrico Sostegni per chiedere alla Giunta regionale un impegno a proseguire nella ricerca di una prospettiva produttiva e occupazionale, che secondo il consigliere deve passare «sia dall’individuazione di risposte precise da parte della proprietà sulle intenzioni di riprendere la produzione, che dal sostegno all’iniziativa dei lavoratori di costituire una cooperativa in grado di rilevare e rilanciare l’attività».

«Abbiamo presentato questa mozione – ha detto Sostegni in aula alla presenza di una delegazione dei lavoratori – perché questa azienda si trova nella situazione paradossale di avere ancora dei potenziali clienti e le capacità produttive per soddisfarne gli ordini, ma di non poter dispiegare queste stesse capacità a causa della decisione della proprietà di chiudere e di mettere in mobilità i lavoratori. Prendiamo atto che l’atteggiamento di totale chiusura iniziale mostrato dagli stessi vertici aziendali si è nelle ultime settimane trasformato in una disponibilità al confronto, adesso chiediamo con forza che da questo dialogo, aperto anche grazie all’impegno consigliere sul lavoro del presidente Gianfranco Simoncini, possa scaturire al più presto una decisione in grado di salvare l’azienda».

Pinete costiere, passa la mozione PD

"Sostenere la tutela delle pinete costiere attraverso l’applicazione del Programma di sviluppo rurale che prevede investimenti per il recupero e la valorizzazione di specifici ambienti forestali”. È quanto chiede una mozione presentata dal Partito democratico e approvata a maggioranza dal Consiglio regionale.

“Si tratta – ha spiegato il capogruppo Leonardo Marras - di riservare una quota specifica delle risorse a disposizione per preservare questi ambienti straordinari, migliorarne la funzionalità e garantirne la fruizione ad utenti e turisti”. Il Programma di sviluppo rurale, attraverso specifiche sottomisure, prevede infatti il sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da calamità naturali, tra le quali le fitopatie o le infestazioni parassitarie, laddove queste causino la distruzione di non meno il 20 per cento del potenziale forestale interessato.

“Le pinete – ha spiegato Marras - sono uno degli elementi che più di tutti caratterizzano gran parte del litorale toscano. Si estendono per circa 65mila ettari, sono importanti elementi storico-paesaggistici, economici e attrattori del turismo balneare. Spesso subiscono danni importanti a causa di incendi o per l’attacco di parassiti, per questo è importante fare prevenzione attraverso una gestione sostenibile e attenta”.

D’accordo sul testo si è dichiarato il capogruppo Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori: “Riteniamo fondamentale ogni tipo di sostegno al patrimonio toscano”, ha detto annunciando il voto favorevole.

Amiata e digital divide, approvata mozione PD

I recenti casi di interruzione del servizio hanno spinto il Consiglio regionale a sollecitare il superamento del digital divide e il rafforzamento delle telecomunicazioni per l’area di crisi dell’Amiata senese e grossetana. L’aula ha approvato una mozione del gruppo Pd, illustrata da Simone Bezzini – primo firmatario, insieme con Stefano Scaramelli, Leonardo Marras, Francesco Gazzetti e Monia Monni – che impegna la Giunta a chiedere al gestore Telecom una verifica sulla rete toscana e sulle aree più marginali, in particolare, per evitare il ripetersi di questi problemi, con le loro ripercussioni negative sui servizi di protezione civile. In questa prospettiva, il protocollo per il rilancio, previsto dalla delibera della Giunta, che istituisce l’area di crisi nell’area amiatina, dovrà contenere uno specifico capitolo proprio sulle telecomunicazioni.
“Assolutamente condivisibile” il testo della mozione, secondo Tommaso Fattori (capogruppo Sì-Toscana), che ha dichiarato il voto favorevole. Fattori ha ricordato che il problema era già stato oggetto di una propria iniziativa in occasione della discussione del Piano regionale di sviluppo.

Piano di rifiuti e bonifica, Sì: "Da redigere entro settembre"

“Redigere celermente, e comunque non oltre settembre 2017, il documento preliminare al nuovo Prb”, il Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati. È quanto chiede la mozione presentata dal Gruppo Sì-Toscana a sinistra in Consiglio regionale, votata a maggioranza dall’Aula.

Sul testo, illustrato dal capogruppo Tommaso Fattori, è intervenuto il presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd): “Siamo d’accordo sull’avvio delle procedure del nuovo Piano, già in commissione abbiamo intrapreso un percorso in tal senso e votato una sorta di stralcio”, ha detto chiedendo un rinvio per lavorare a un “atto che entri nel merito”. Vista la volontà dei proponenti, che hanno deciso di porre comunque l’atto in votazione, perché il “senso è sbloccare la situazione”, ha spiegato Fattori, il presidente della commissione ha annunciato comunque un voto favorevole: “Pur essendo assenti indirizzi, il merito è condivisibile”.

Rifiuti, approvata la mozione di Sì

E’ stata approvata oggi pomeriggio dal Consiglio Regionale una mozione dei consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti di Sì Toscana a Sinistra che impegna la Giunta Regionale a redigere il documento preliminare per un nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati (PRB) entro il prossimo settembre, aprendo così una nuova fase nella programmazione regionale nel settore dei rifiuti.

“Con questo pronunciamento del Consiglio regionale, che ha condiviso le nostre riflessioni, poniamo una scadenza temporale stringente alla Giunta per avviare finalmente l’iter per un nuovo Piano dei rifiuti, senza procedere ulteriormente con aggiustamenti e modifiche parziali al vecchio piano, che fa acqua da tutte le parti”, commentano Fattori e Sarti.

“Il Piano in vigore, approvato nel novembre del 2014, pone obiettivi difficilmente raggiungibili al 2020 senza un netto cambio di rotta, dato che prevede una raccolta differenziata al 70% e un ricorso alle discariche che non superi il 10% dei rifiuti, mentre la differenziata è oggi ferma al 49,76 e gli smaltimenti in discarica al 30%”. “Obiettivi che andranno ulteriormente innalzati per adeguarci alle direttive europee sull’economia circolare e agli obiettivi più ambiziosi richiesti dal Parlamento Europeo”.

“Soprattutto l’attuale piano di rifiuti è basato su previsioni che si sono rivelate patentemente sbagliate e gonfiate, come abbiamo denunciato fin dal primo momento. E’ stata sovrastimata la produzione di rifiuti al fine di giustificare vecchi e nuovi impianti d’incenerimento. Ma il re è nudo, i dati gonfiati sono sotto gli occhi di tutti, così come la necessità di ripensare il fabbisogno impiantistico, a partire dal previsto inceneritore di Case Passerini o dal pericoloso e vecchio impianto di Montale”.

“Pur essendo ancora molto indietro nella raccolta differenziata e nel riciclaggio, i dati reali mostrano in ogni caso la tendenza a una costante diminuzione della produzione di rifiuti in Toscana: nel 2015 la quantità di rifiuti prodotta è diminuita del 5,4% rispetto al 2011. In questo quadro la domanda è, cosa accadrebbe se fossimo in grado di fare anche un vero salto nella raccolta differenziata e nel riciclaggio? Un salto avanti nella prevenzione a monte e nel recupero e riutilizzo delle così dette materie prime seconde? Ecco perché è necessario un nuovo piano mettendo in discussione impianti come Case Passerini o Montale”.

“Solo sposando i nuovi indirizzi europei sull'economia circolare, volti a dare la priorità alla prevenzione, al riutilizzo, alla raccolta differenziata e al riciclaggio, si potrà finalmente cambiare decisamente rotta, archiviando per sempre lo smaltimento in discarica e i vecchi inceneritori, diminuendo la dipendenza dalle importazioni di materie prime e trasformando l’”emergenza rifiuti” in una grande opportunità economica e occupazionale”.

Siccità: verso la richiesta di calamità naturale?

Siccità: il Consiglio regionale approva una mozione per la concessione dello stato di calamità naturale in relazione al rischio di siccità presente in alcune aree del territorio regionale, con particolare riferimento alla Maremma. La mozione è stata presentata dai consiglieri del gruppo Pd Marras, Gazzetti, Scaramelli, Anselmi e Capirossi, impegna la Giunta regionale “a supportare con ogni iniziativa utile il territorio della Maremma e gli operatori del settore agricolo” e, in particolare, “ad attivarsi con il Governo per la concessione dello stato di calamità” e l’adozione dei conseguenti provvedimenti. La scarsità di precipitazioni risale all’inverno appena trascorso e caratterizza tutti i primi mesi del 2017. Un trend che interessa gli ultimi anni, specie nell’area grossetana. “Tanta parte delle attività agricole sono messe a repentaglio”, spiega il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras, “l’agricoltura toscana si trova ad affrontare gravi difficoltà”.

Snaitech, passa la mozione PD

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una mozione del gruppo Pd, a firma dei consiglieri Stefano Baccelli, Valentina Vadi e Massimo Baldi, in merito ai possibili sviluppi della vertenza nazionale Snaitech. La Giunta toscana è chiamata a “proseguire nell’opera di monitoraggio e di mediazione”, in relazione “agli ipotizzati esuberi e trasferimenti del personale Snaitech operante nella sede di Porcari” e ad impegnarsi con il Ministero del lavoro “affinché sia attivato uno specifico tavolo di confronto relativo alla questione dell’inquadramento contributivo dei dipendenti”. Azione necessaria, a seguito della decisione “assunta dall’Inps di estendere a tutti i lavoratori Snaitech il regime contributivo del terziario”. Un regime “meno favorevole”, riservato anche a quei lavoratori del gruppo che, si legge nel tetso della mozione, “per 15 anni hanno versato contributi, sempre all’Inps, per poter beneficiare di cassa integrazione e contratti di solidarietà”.

“Torniamo ad occuparci della vicenda Snai, per far sì che il massimo sforzo continui a essere posto sulla vertenza e sui suoi sviluppi. Interessa quasi settecento dipendenti, cinquecento dei quali, in gran parte donne, nel solo stabilimento di Porcari”, spiega Stefano Baccelli. Il consigliere ricorda una mozione “approvata all’unanimità nel novembre 2016” dal Consiglio regionale. A fronte delle richieste di blocco della mobilità per 64 persone, di cui 54 a Porcari, “la proprietà non ha dato risposte positive, mentre su Porcari l’alleggerimento della forza lavoro è già in parte avvenuta attraverso mancati rinnovi, dimissioni volontarie e trasferimenti”. Ora, la questione “delicata e complessa”, dell’inquadramento contributivo. “Su questo il comitato provinciale Inps di Lucca si è espresso chiaramente – dice ancora Baccelli –, affermando che si tratta di un inquadramento incomprensibile e che può creare un grave problema sul nostro territorio”. È dunque necessario “un cambio di rotta da parte dell’Inps, che non può essere insensibile di fronte alle istituzioni”.

La consigliera Elisa Montemagni ha ricordato il percorso condiviso sul territorio e ha chiesto, annunciando il voto favorevole del gruppo Lega nord, di poter anche sottoscrivere il testo della mozione portato al voto dell’Aula.

Bollette servizio idrico, approvata la mozione di Sì

E’ stata approvata in Aula all’unanimità la mozione di Sì Toscana a Sinistra che chiede alla Giunta regionale di monitorare l’effettiva applicazione da parte dei gestori del servizio idrico della Sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale e della normativa nazionale vigente, in particolare la Legge 13/2009.

“Il servizio di fognatura e depurazione deve essere pagato in bolletta solo da chi ne usufruisce effettivamente ed è per questo necessario un aggiornamento degli archivi dei gestori, che in taluni casi contengono errori con la conseguenza che il servizio viene talora fatto pagare a chi non dovrebbe pagarlo. Quando invece sia pianificata la realizzazione di opere di depurazione, va ribadito che la quota in tariffa può essere fatta pagare solo se le procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento delle opere sono state effettivamente avviate e solo se i tempi previsti nei Piani di Ambito per la realizzazione degli impianti sono rispettati. Insomma, non basta dichiarare che le opere sono programmate, bisogna che la realizzazione sia avviata e che i tempi previsti siano rispettati. La legge prevede anche che l’utente debba essere rigorosamente informato riguardo all’andamento del progetto e dei lavori di costruzione, ma non ci risulta che accada veramente”, affermano Tommaso Fattori e Paolo Sarti, consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra.

“C’è poi un problema relativo agli allacciamenti obbligatori. Gli enti gestori prevedono nei loro Regolamenti parametri rigidi per l’allacciamento obbligatorio, a spese degli utenti, agli impianti di fognatura e depurazione. Se l’abitazione è collocata a una certa distanza dalla rete fognaria, ad esempio, scatta l’obbligo di allaccio, senza una valutazione delle situazioni specifiche che non sempre possono essere valutate in termini di metri. Esistono, infatti, casi in cui l’allacciamento è di fatto impedito da condizioni particolari, come l’esistenza di edifici o altri ostacoli che non consentono di far passare l’allacciamento per la via breve che è stata calcolata in astratto dai gestori”.

“Inutile ricordare che al fondo dell’attuale gestione privatistica del servizio idrico integrato vi è l’esigenza di massimizzare i profitti, mentre sarebbe necessaria una gestione integralmente pubblica del servizio, che non dovrebbe distribuire profitti e dividendi, proprio come ha chiesto la maggioranza assoluta degli italiani nel referendum tradito del 2011”.

Fonte: Consiglio regionale della Toscana

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