
Picchiava la figlia minorenne che si rifiutava di portare il velo, leggere il Corano e imparare la lingua araba. Queste l'accusa che ha portato all'arresto di un kosovaro di 38 anni, residente nel Senese: è stato fermato dalla polizia per maltrattamenti a danno di minori conviventi. A far scattare le indagini i segni di violenza notati sul corpo della giovane da alcune compagne di scuola e dalle professoresse che hanno chiamato i soccorsi.
L'imam di Colle condanna il gesto
"Condanno fermamente episodi simili che non appartengono all'Islam". Così Mohamed Abdel Qader, imam di Perugia e di Colle Val d'Elsa (Siena), raggiunto telefonicamente dall'ANSA, in merito all'episodio della minorenne picchiata dal padre perché si rifiutava di portare il velo, leggere il Corano e imparare la lingua araba. "I bambini vanno trattati con affetto e amore", ha aggiunto l'imam che ha poi sottolineato: "L'adolescenza è un momento particolare nella vita di ogni individuo e deve essere affrontato con ancora maggiore attenzione".
DALLA QUESTURA
E’ stato arrestato questa mattina dalla Polizia di Stato, un cittadino kosovaro di 38 anni, residente nella provincia di Siena, che picchiava la figlia minore imponendole il velo e la lettura del corano.
I poliziotti della Squadra Mobile della Questura senese, diretti dal Commissario Capo Enzo Tarquini, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa a suo carico dal GIP presso il Tribunale di Siena, per il reato di maltrattamenti a danno di minori conviventi.
Nei giorni scorsi una giovane ragazza kosovara, è stata ricoverata presso il pronto soccorso dell’ospedale Le Scotte, per la presenza di evidenti segni di violenza sul corpo che ne rendevano difficile la deambulazione.
I segni della violenza sono stati infatti notati da alcune compagne di scuola e dalle professoresse che hanno chiamato i soccorsi.
I medici hanno subito segnalato l’accaduto alla Polizia e immediatamente sono scattate le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica.
Gli investigatori della Squadra Mobile, con il coordinamento della Procura, hanno ricostruito l’accaduto, raccogliendo gravi indizi di reato a carico del padre della ragazza, circostanze pienamente condivise dal Giudice per le indagini preliminari che ha applicato la custodia in carcere.
In particolare, dagli accertamenti svolti dalla Polizia è emerso che la minore è vissuta in un contesto familiare isolato ed estraneo alle normali condizioni di socialità, non poteva intrattenere alcun rapporto con i coetanei e doveva seguire le rigide imposizioni del padre, che ha aderito ai precetti più radicali della religione islamica.
Al suo rifiuto di sottostare a quanto disposto dall’uomo che le imponeva tra l’altro il velo, la lettura del corano e l’apprendimento della lingua araba, questi l’avrebbe picchiata. L’uomo ora si trova in carcere mentre la minore è stata collocata in una struttura protetta.
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