Striscione anti-vaccino durante Empoli-Genoa, le ragioni del comitato Cliva

(foto da empolichannel.it)

Vaccini obbligatori in Toscana, i Genitori non vogliono essere “etichettati”


Il Comitato per La Libertà di Scelta Vaccinale (CLiVa) è nato per contrastare la proposta di legge della Regione Toscana che, se approvata, imporrà l'obbligo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, come requisito per l'iscrizione ai nidi e alle scuole dell’infanzia.
I Genitori che ne fanno parte sentono la necessità di fare il punto riguardo ad alcune dichiarazioni rilasciate dal Presidente Rossi e dall’Assessore Saccardi, dopo il clamore sollevato dallo striscione “NO ALL’OBBLIGO VACCINALE, SI ALLA LIBERTÀ DI SCELTA”, esposto domenica scorsa allo stadio di Empoli da un gruppo di genitori.

“Non crediamo si riferiscano a noi, il Presidente Rossi e l’Assessore Saccardi, quando parlano di un movimento antivaccinista, ma desideriamo comunque puntualizzare con chiarezza che non ci riconosciamo in questa definizione. Il Comitato è infatti costituito da un insieme eterogeneo di genitori, che pur avendo fatto scelte personali diverse riguardo alle vaccinazioni, sono comunque contrari all’introduzione dell’obbligo di vaccinazione come requisito per l’accesso ai servizi educativi e formativi. Pur riconoscendo l’importanza in campo medico dei vaccini, riteniamo che - in quanto trattamenti terapeutici non esenti da effetti collaterali e rischi - le famiglie debbano poter scegliere se, quando e in che modalità utilizzarli per i propri figli, ovviamente in assenza di situazioni epidemiologiche che suggeriscano misure eccezionali.

Il Presidente Rossi afferma che “le vaccinazioni sono un elemento di tutela della salute individuale e di interesse collettivo, come recita per l’appunto la Costituzione”. A questo proposito ricordiamo che la nostra Costituzione afferma altresì, all’articolo 32, che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Ribadiamo poi che con l’introduzione dell’obbligo le conseguenze sociali sarebbero molto pesanti: ci troveremmo di fronte a bambini sani esclusi da ambiti di socializzazione fondamentali per lo sviluppo, bambini che crescono per i primi 6 anni di vita, in cui formano il proprio nucleo di persone e di membri di una comunità, senza contatti con le istituzioni pensate per la loro crescita, vivendo sulla propria pelle invece l’esclusione, l’emarginazione.

L’assessore Saccardi afferma: “Non obblighiamo a vaccinare nessuno che non voglia farlo.” Certo il ricatto è molto forte: ogni genitore rimane “libero di scegliere”, solo che chi non è vaccinato non può entrare all’asilo e alla materna… E’ anche evidente che questo provvedimento produrrà odiose disparità tra chi ha disponibilità economiche e chi no: chi è benestante potrà scegliere di non mandare i figli all’asilo o alla materna, potendo in ogni caso garantirsi che ricevano cure, stimoli, esperienze adeguate ad una crescita equilibrata e piena; chi non può permettersi di pagare potrà "scegliere" tra tenerli a casa, probabilmente costretto a lasciare il lavoro, oppure sarà di fatto costretto a vaccinare il proprio figlio. E questo inevitabilmente potrà causare l’abbandono del lavoro da parte di molte donne.

Inoltre l’argomento che la vaccinazione infantile sarebbe necessaria per la tutela della collettività all’interno di certi servizi, desta in noi delle perplessità, dato che si ignora completamente lo stato vaccinale di genitori, educatori, insegnanti, bidelli, autisti e accompagnatori di pulmino, addetti mensa, etc, che hanno contatti continui e stretti con i bambini.

E’ del 22 maggio del 2006 la delibera n. 369 della Giunta Regionale Toscana, che ha legiferato in materia di dissenso informato alle vaccinazioni e di frequenza scolastica, garantendo alle famiglie tali diritti. Questa Delibera, tuttora in vigore, afferma che le eventuali modifiche verranno effettuate se rese necessarie dal “modificarsi delle condizioni epidemiologiche”… e ciò non è avvenuto.
Nella stessa delibera si raccomanda poi “l'offerta attiva accompagnata da una corretta informazione in merito ai benefici delle vaccinazioni e sui loro possibili effetti collaterali che permetta di ottenere una consapevole e convinta adesione" alla pratica vaccinale, situazione questa che verrebbe ampiamente disattesa dall’introduzione dell’obbligo

Un’importante indicazione in questo senso ci viene anche dallo stesso Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, che a sua volta richiama il Piano d’azione Europeo per le vaccinazioni 2015-2020, il cui obiettivo n.2 è: “gli individui comprendono il valore dei servizi di immunizzazione e dei vaccini e richiedono attivamente le vaccinazioni”: si parla quindi di informazione e conseguente persuasione, e spontanea adesione della popolazione alle campagne vaccinali, non di coercizione! Non contro i bambini. Non a discapito della scuola!
In conclusione: riteniamo che la strada dell’obbligo non sia vincente da nessun punto di vista, e chiediamo un confronto serio e rispettoso che si basi sull’informazione e sulla persuasione, con l’obiettivo, crediamo comune e condiviso, di tutelare e promuovere la salute di tutti i cittadini, i bambini prima di tutto."

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