Affidabilità commerciale: imprese toscane al secondo posto nel centro Italia

Le più sicure nelle relazioni commerciali sono di grandi dimensioni, fondate prima del 1951 e localizzate a Siena


Dall'analisi di CRIBIS, a fine 2016, la percentuale di best partner commerciali toscani ha raggiunto l’8,24% del totale, contro una media italiana del 7,60%. Leimprese più affidabili nelle relazioni commerciali sono di grandi dimensioni, Siena la provincia più virtuosa.

La Toscana è la seconda regione del Centro Italia per concentrazione diCribis prime company, ovvero quelle imprese a cui CRIBIS riconosce il massimo livello di affidabilità dal punto di vista delle relazioni commerciali. Con una percentuale dell’8,24%, la Toscana ottiene un risultato decisamente superiore alla media dell’area del Centro (pari al 6,59%), dove è superata solo dalle Marche, e perfino della media nazionale, pari al 7,60%. Un risultato senz’altro positivo, anche se le imprese toscane restano molto lontane dalla vetta della classifica nazionale, dominata da Trentino Alto Adige col 14,83%, posizionandosi al nono posto fra le imprese più affidabili dello Stivale. Dati, quelli toscani, che mettono in luce le difficoltà economiche che molte imprese devono ancora affrontare per poter migliorare finanziariamente e proporsi come partner ideali per fare affari. Le imprese toscane con il più grande grado di affidabilità sono localizzate a Siena, fondate prima del 1951, di grandi dimensioni e operanti nel settore dei servizi finanziari. Decisamente meno sicure commercialmente invece le realtà di piccole dimensioni, localizzate a Massa-Carrara e attive nel settore dell’edilizia.  E’ questo in sintesi quanto emerge dall'Analisi sulle CRIBIS Prime Company toscane realizzata da CRIBIS, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information.

Nello specifico, il totale delle ditte individuali e società attive in Italia sono state classificate da CRIBIS sulla base della probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi al momento della rilevazione, attraverso un modello originale che si basa su numerose variabili quali indici di bilancio, esperienze di pagamento, informazioni pregiudizievoli oltre, ovviamente, a informazioni anagrafiche e sulla forma giuridica, area geografica di appartenenza, dimensione e anzianità aziendale.

Malgrado risultati nel complesso positivi, resta ancora un gap da recuperare rispetto ai risultati registrati negli anni precedenti la crisi. Se si guarda ai dati del 2008, infatti, il numero dei best partner commerciali toscani è sceso dal 10,64% all’8,24%.

Entrando nel dettaglio provinciale, Siena si colloca al primo posto con il 12,21% di imprese eccellenti sul totale delle sue aziende. Seguono nella speciale graduatoria Arezzo (9,99%), Grosseto (9,51%), Firenze (8,44%), Pisa (7,60%), Prato (7,53%), Pistoia (7,43%), Lucca (7,07%), Livorno (6,64%) e Massa-Carrara (5,56%).

A livello settoriale  è il comparto dei servizi finanziari a goder di maggior salute e ad avere la maggior percentuale (17,95%) di aziende CRIBIS Prime company sul totale delle aziende che lo compongono. Situazione opposta per quanto riguarda l’edilizia con una quota che precipita al 2,33%.

E’ invece la categoria delle grandi imprese ad avere la maggior incidenza di aziende best partner commerciali con una percentuale del 51,78%. Situazione opposta per le micro imprese con una percentuale che scende al 7,15%. Le piccole e le medie hanno invece rispettivamente una quota del 24,47% e del 48,23%.                   

I dati relativi al nostro Osservatorio CRIBIS Prime Company mostrano una situazione delle imprese toscane nel complesso positiva, con performance che le collocano nella parte alta della classifica nazionale e al secondo posto nell’area di appartenenza, il centro” - commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS -. “Il trend che emerge da questi ultimi anni e dall’anno appena concluso ci fanno ben sperare, anche perché trovano conferma anche nei dati sui pagamenti, la fotografia più aggiornata e “fresca” dello stato di salute delle aziende, che mostrano una riduzione dei ritardi gravi e un aumento della puntualità nel corso degli ultimi anni.

Questi piccoli miglioramenti non devono però fare abbassare la guardia. Rispetto al 2008, prima della crisi, infatti la percentuale dei best partner commerciali è ancora bassa e rimane ancora tanto il lavoro da fare. Quindi che cosa fare? Continuare a investire nella gestione del credito commerciale e sapere individuare i clienti e i partner su cui investire di più, anche da un punto di vista dell’affidabilità finanziaria. In questi anni le aziende che hanno raccolto i risultati migliori e che si sono difese efficacemente da fallimenti, insoluti e ritardi nei pagamenti sono quelle che hanno saputo fare queste due cose, investendo in procedure e strumenti per migliorare la propria gestione del credito e il proprio cash management e sapendo intercettare contemporaneamente le nuove opportunità” - conclude Preti.

Approfondendo l’analisi sulla base dell’anzianità è la classe fondata prima del 1951 ad avere una percentuale (41,90%) maggiore di imprese altamente affidabili sul totale delle aziende che la costituiscono. Decisamente meno sicure negli affari le imprese nate tra il 2011 e il 2016, che vedono una percentuale di affidabilità dello 0,85%.   

Fonte: Ufficio Stampa

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