Opg, l'ex consigliere Londi: "Ecco qual è la verità"

OPG
(foto gonews.it)

"La restituzione della Villa Medicea alla collettività non è un capriccio, ma un atto di civiltà. 

Pur avendo vissuto in prima persona le vicende politico-istituzionali e il corposo dibattito sulla Villa Medicea di Ambrogiana, fino ad oggi mi sono astenuto dall’intervenire., ritengo utile ristabilire alcune verità storiche comprovate da documenti che i soggetti presenti oggi nelle istituzioni non conoscono, per il fatto di non averle vissute o per non averle mai approfondite.

Della proposta di un uso diverso della Villa Medicea dell’Ambrogiana si hanno notizie certe già dagli anni 61/62 (articoli LA NAZIONE Empoli, 03.02.1962 e 06.02.1962: il rag. Luciano Mancioli, assieme al rag. Alfio Dini, in un convegno sui problemi delle industrie di Montelupo, riprendendo un articolo de LA NAZIONE di Empoli del 10.12.1961, per la prima volta lanciano l’idea di un utilizzo diverso della Villa Medicea dell’Ambrogiana).

Personalmente ho vissuto dall’esterno, fin dal 1970, le vicende riguardanti il Manicomio Criminale, poi O.P.G., e della Villa Medicea. Nel 1972, a seguito di notizie circa la costruzione di un carcere femminile adiacente alla Villa Medicea, le forze politiche montelupine, e in particolare la DC, portarono all’attenzione dell’allora Ministro di Grazia e Giustizia, Gonella, tramite l’onorevole Cesare Matteini, la contrarietà a tale intervento, sostenendo fosse più utile costruire una sede alternativa per l’OPG. Il 13 marzo 1973, il Lion s’club di Empoli, organizzò un’interessante convegno sulla villa medicea dell’Ambrogiana dal titolo “Liberazione dell’Ambrogiana”, alla presenza del senatore Piero Bargellini dell’onorevole Matteini, dell’architetto Guido Morozzi. Gli esiti del convegno verranno ampiamente riportati dalla stampa vedi v. La nazione del 15/03/1973. Si richiedeva un utilizzo diverso per la Villa Medicea. Contemporaneamente, a seguito di pressanti interessamenti da parte di vari esponenti della DC locale (avv. Franco Anticaglia, Guido Lami, Bruno Migliori, Oreste Allegranti, Paolo Londi) il Ministero di Grazia e Giustizia chiese in forma ufficiale al Comune di Montelupo Fiorentino di prevedere, nel nuovo Piano Regolatore Generale del 74, un’area per la costruzione di un nuovo manicomio criminale. Tale richiesta venne accolta da l comune di Montelupo Fiorentino che assegnò, nel suo P.R.G, una vasta area di circa 5 ettari in località Sammontana per la costruzione della nuova struttura.

Dal 1975 fino all’anno 2008, anno in cui il legislatore previde il superamento degli OPG, nonostante l’interessamento di tutte le forze politiche comunali e nazionali (v. i numerosi articoli pubblicati sulla stampa), il Ministero e il D.A.P (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) non presero mai in considerazione queste loro richieste, pur in presenza di precarie condizioni delle strutture esistenti. Questa premessa ha lo scopo di far comprendere come la comunità di Montelupo abbia sempre avuto presenti le problematiche legate all’ospedale psichiatrico. Leggendo dell’attuale legittimo dibattito oggi in corso, resto meravigliato da alcune posizioni politiche, in particolare quella dell’amico Daniele Bagnai, che è stato componente, assieme al sottoscritto, del gruppo consiliare della Dc dal 1980 al 1995. 

Prendo atto con rammarico del fatto che, rispetto al passato, l’amico Bagnai inspiegabilmente abbia cambiato opinione, in quanto attualmente si dichiara a favore del mantenimento del carcere al posto dell’OPG. 

Negli anni 80 Bagnai fu cofirmatario di un articolo pubblicato sul periodico Montelupo Informa, in cui la DC di allora chiedeva la totale e completa restituzione della Villa Medicea (compreso annessi) alla collettività. Inoltre stupisce anche la posizione dell’ex assessore Luca Rovai, che ha vissuto politicamente in prima persona le vicende passate dell’OPG (condividendo sempre le scelte delle amministrazioni comunali precedenti) il quale oggi, con un comunicato scritto in “burocratichese/doroteo puro”, vorrebbe lasciare le cose così come stanno.

Ciò che più mi amareggia sono alcuni passaggi sulla stampa e su Facebook, dell’amico Fabrizio Ciuffini, segretario generale FNS Cisl Toscana e, in parte, anche della posizione dell’attuale direttrice dell’OPG Antonella Tuoni. 

Alcuni loro interventi affermano che alle istituzioni e alla politica montelupina non interessano gli internati e il personale di polizia penitenziaria dipendente dell’OPG, ma solo la struttura della Villa Medicea. Simili affermazioni non corrispondono al vero, poiché, per quanto ricordi e abbia vissuto personalmente, le associazioni del volontariato, l’Arci, le Acli, la parrocchia di Ambrogiana (e qui un pensiero va al compianto Don Armando Elmi), si sono sempre interessate, nei limiti consentiti dalla legge, agli internati dell’OPG. 

Ricordo benissimo, ad esempio, i momenti di convivialità organizzati nei locali del circolo Acli di Montelupo assieme ad alcuni degli internati. Vorrei precisare all’amico Ciuffini che la richiesta di un utilizzo diverso della Villa, già negli anni 60, rispondeva a tre esigenze primarie: 1) creare una struttura sanitaria all’altezza dei tempi per i soggetti malati reclusi; 2) favorire un ambiente di lavoro idoneo, sicuro ed efficiente, per gli agenti di custodia; 3) restituire alla collettività un edificio di interesse storico universale, impropriamente usato da oltre 150 anni. Queste mie considerazioni non intendono assolvere la Regione Toscana, il Ministero di Grazie e Giustizia, il D.A.P da ritardi, omissioni, incomprensioni; se errori vi sono stati, chi li ha commessi è giusto se ne assuma la responsabilità.

Riguardo agli oltre 7 milioni di euro che l’amministrazione penitenziaria afferma di aver speso dal 2008 a oggi, preciso che le istituzioni montelupine non sono mai state informate in merito a tali ristrutturazioni. 

Inoltre, se i provvedimenti legislativi, già dal 2008, prevedevano il superamento dei 5 OPG a livello nazionale, per quale motivo il D.A.P ha impiegato tali somme in una struttura di cui era già prevista la chiusura??? -

L'area insiste come "Area Sanitaria - Polo Sanitario - NON carcerario"  INSERITA NEL P.R.G. FINO DAL 1974  e tuttora vigente su richiesta della Prefettura e della Regione Toscana- 

Il D.A.P NON POTEVA NON SAPERE - QUINDI IL D.A.P. NON POTEVA TRASFORMARE UN LUOGO SANITARIO O.P.G IN UN CARCERE, in sostanza non poteva eseguire i lavori che ora qualcuno, NON dicendo la verità, vuole spacciare come 7milioni di euro buttati via. 

Li rifonda allo stato chi ha autorizzato tali interventi quando NON potevano essere eseguiti

Tali ingenti somme avrebbero potuto esser destinate al miglioramento di strutture attualmente esistenti e non interessate alla dismissione”.

Il Comune non ha sovranità all'interno di tali strutture, ma la destinazione urbanistica di qualunque area spetta solo e soltanto al Comune dove insiste tale area, anche se statale o demaniale".

Paolo Londi, ex Consigliere Comunale – Montelupo Fiorentino (1980/2014)

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