
Ancora lamentele sul servizio bus della CPT Pisa da Santa Maria a Monte a Pontedera. A segnalare la vicenda è ancora un genitore, il cui bambino peraltro è stato già coinvolto nel precedente disservizio (quando i ragazzi furono fatti scendere alcune fermate prima perché il mezzo era troppo pieno, ndr).
Mercoledì 1 febbraio, un 11enne è stato multato di oltre 100 euro perché, secondo il controllore, era sprovvisto di biglietto timbrato. La madre contesta questa versione e sostiene che il piccolo "non ha avuto il tempo neanche di arrivare alla macchinetta obliteratrice dato l'affollamento del mezzo".
Su questa diatriba non ci sentiamo di fare considerazioni, si tratta della parola di un genitore contro quella dell'azienda.
Una spunto di riflessione, invece, deve essere fatto su ciò che è accaduto dopo, quando il piccolo, che ricordiamo ha 11 anni , è stato fatto scendere dal mezzo, alla fermata nei pressi dello stadio al 'Villaggio Scolastico', invece che a quella nei pressi della scuola media Pacinotti frequentata dal bambino.
L'ira della madre: "Il buonsenso dove è? Vada per la multa di più di 100 euro, anche se ripeto il biglietto lo aveva in mano, ma almeno fagli finire la corsa, fallo scendere alla sua fermata! Il bambino ha contattato a casa per essere poi raggiunto e accompagnato a scuola dovendo giustificare anche l'entrata in ritardo!"
È certamente lecito domandarsi fino a che punto abbia senso lasciare per la strada un ragazzino di 11 anni, anche dopo avergli fatto la multa. Questa versione, però, è contestata dal presidente della CTT Nord, Andrea Zavanella che spiega: "Quel giorno a bordo dell'autobus c'erano 15 persone senza biglietto, tra cui il piccolo di 11 anni. Voglio precisare che nessuno ha chiesto al piccolo di scendere dall'autobus, ma lo è stato chiesto agli altri ragazzi più grandi. Il bambino ha ritenuto di dover scendere seguendo gli altri passeggeri. Inoltre uno dei controllori ha avuto anche un litigio con uno dei ragazzi più grandi che ha reso la situazione ancora più caotica"
Il presidente poi spiega a chiare lettere che "il regolamento non prevede che un minorenne sia fatto scendere dall'autobus, se questo è avvenuto c'è stato un disguido nato da una situazione di caos e illecito generalizzato". Il regolamento prevede che, fatta la multa, la persona possa continuare la corsa in quanto ha pagato la sanzione. Il regolamento non permette che un minorenne sia lasciato per la strada, ma in caso non voglia pagare il biglietto o non abbia documenti, i controllori devono identificarlo e chiamare i genitori, anche perché "la multa non ha valore legale se fatta ad un minorenne". Quante volte questo accada realmente è un altro discorso.
Il presidente di CTT Nord precisa anche che "il piccolo non è stato abbandonato a se stesso nella campagna, ma è stato fatto scendere al terminal dove tutti i ragazzi delle scuole scendono ed era in compagnia dei controllori anch'essi scesi dal mezzo per completare la procedura di sanzione", tanto che "sarebbero stati i controllori stessi a chiamare la madre del piccolo". La madre, invece, sostiene sia stato un caso che il piccolo sia riuscito a contattarla con il cellulare: "Mio figlio era impaurito e non sapeva dove andare - spiega la donna - con il rischio che abbia uno shock e non riesca più ad essere autonomo".
Puntualizziamo che per la legge, qualora fosse anche stato fatto scendere il piccolo perché a bordo senza biglietto, non è stato commesso nessun illecito, né che l'azienda abbia un qualche onere sull'incolumità del bambino: la madre si è anche recata dai carabinieri di Santa Maria a Monte per denunciare la cosa, dovendo ritornare a casa a mani vuote perché di fatto "non esiste alcun reato da denunciare", come gli ha comunicato il capitano della stazione dell'Arma.
La vicenda è comunque il risultato di una situazione di costante caos che si viene a creare su quella tratta: da una parte è chiaro che un flusso così alto di studenti meriterebbe forse un potenziamento del servizio in modo che non accada più che un bambino "non riesca ad arrivare all'obliteratrice", come ha sostenuto la madre, o che "salga dalla porta posteriore invece che quella anteriore dove c'è l'obliteratrice", come ha spiegato il presidente Zavanella. È anche vero che il problema delle tratte scolastiche non è una peculiarità di questo caso specifico, ma è un fatto generalizzato.
Dall'altro, però, è altrettanto un dato di fatto che i ragazzi tendono a fare i furbetti con il biglietto e anche questo è da condannare. Il presidente Zavanelli non usa mezzi termini definendo gli illeciti del biglietto "una piaga sociale": "I controllori che fanno il loro lavoro, qui stiamo parlando di un fenomeno diffuso e generalizzato che spesso viene sostenuto dai genitori che difendono i figli a priori. Invito tutti i genitori a fare gli abbonamenti in modo che situazioni di questo tipo non avvengano più, altrimenti usino un altro servizio per andare a scuola"
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