Il bambino, di quattro mesi, era affetto da una gravissima e rara malattia genetica, diagnostica poco tempo prima della nascita
“E' con grande dolore che prendiamo atto della morte del piccolo”. Commenta così la direzione del Coeso Società della Salute la notizia del decesso di un bimbo di quattro mesi, figlio di una richiedente asilo ospite in una delle strutture di accoglienza della provincia, avvenuto nelle prime ore del mattino.
“La madre del bambino era arrivata nella nostra struttura della Rugginosa incinta – spiegano dal Coeso – e la decisione di far nascere il bambino nella nostra terra ci aveva emozionato”. Con grande disappunto e preoccupazione, quindi, i servizi sociali e gli operatori della cooperativa a cui era stata affidata la richiedente asilo, avevano, poco prima della nascita del piccolo, appreso la notizia di una grave e rarissima malattia genetica che ne avrebbe compromesso la sopravvivenza.
“Al bambino - spiegano – è stata diagnostica la osteogenesi imperfetta, conosciuta come 'sindrome delle ossa di cristallo', che rendeva l'aspettativa di vita del piccolo davvero breve”. I professionisti dell'Azienda sanitaria Usl Toscana sud est avevano avviato una serie di percorsi per migliorare le condizioni del bambino, anche se l'esito della patologia riscontrata era incontrovertibile.
“Alla madre vanno le nostre più sentite condoglianze”, dice il direttore del Coeso SdS Fabrizio Boldrini. “Ai medici dell'azienda sanitaria, che hanno seguito la gravidanza della madre e il bambino sin dalla nascita e hanno tentanto tutte le strade per garantire una sopravvivenza dignitosa al piccolo, al suo pediatra di libera scelta e agli operatori della cooperativa che ha seguito la situazione, facendosi carico di una serie di impegni legati alla particolare assistenza di cui necessitava il bambino, il nostro ringraziamento, per la professionalità e la dedizione dimostra in questi mesi”.
“Ci auguriamo – conclude il direttore – che l'affetto degli operatori e della comunità aiutino la madre ad affrontare questo momento di grandissimo dolore”.
Fonte: Coeso Società della Salute
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