Protesta per il mancato banco alla Mostra del Tartufo. San Miniato Promozione: "Ha rifiutato un'altra offerta"

Scoppia la polemica a San Miniato: un ambulante ritiene di esser stato fatto fuori, ma la versione di San Miniato Promozione e Comune è differente


Nasce una polemica sulla Mostra del Tartufo Bianco di San Miniato, ma fa anche in tempo a placarsi per la risposta dei diretti interessati: al centro di tutto c'è un banco di ridotte dimensioni che ormai da quattro anni vende necci nel centro storico agli astanti. Chi frequenta la mostra assiduamente si è accorto però dell'assenza del suddetto banco, posto in una delle arterie centrali di San Miniato. Proprio questa mancanza ha scatenato qualche diatriba che si è chiusa con la risposta del Comune e di San Miniato Promozione.

Per gli ambulanti quest'anno il regolamento è cambiato e la gestione degli spazi e del suolo pubblico è affidata alla Fondazione San Miniato Promozione. Il venditore - la cui azienda ha sede a Montelupo Fiorentino - quindi ha deciso di inoltrare la richiesta di suolo pubblico davanti al fondo in affitto e ha visto iniziare le sue vicissitudini, come racconta egli stesso: "La Fondazione risponde che la richiesta non può essere accolta, chiedo risposte ma nessuno sa darmele. Prima mi dicono che quella zona non è per lo street food, poi mi parlano di zona non riservata alla somministrazione di alimenti. Ci hanno liquidato e al nostro posto hanno messo banchi simili, quindi le regole nuove valevano solo per noi".

Un'importante sfaccettatura di questa vicenda arriva da Giacomo Gozzini, assessore al turismo al Comune di San Miniato. L'ambulante infatti più volte si è rivolto all'assessore per capire come agire e se fosse possibile fare qualcosa ma quest'anno la gestione non fa capo al Comune. "Ho cercato più volte di spiegare la situazione, il Comune di San Miniato non gestisce il suolo pubblico. Tra l'altro so che questo venditore si è rifiutato di rientrare in un'altra soluzione, perché gli era stato proposto un cambio ma non ha accettato. Quindi non è vero che è stato fatto fuori" ha detto Gozzini.

Interpellata sull'argomento, la Fondazione San Miniato Promozione ha risposto: "In questa edizione della Mostra del Tartufo, la Fondazione San Miniato Promozione ha gestito la presenza nella manifestazione di circa 150 espositori, senza ricevere nessun tipo di contestazione, né scritta, né verbale da parte di qualcuno. Lo stesso si può dire anche delle edizioni degli ultimi anni. Abbiamo valutato, di concerto con il Comune di San Miniato, di lavorare ancora di più nella direzione della qualità e della qualificazione della manifestazione. A questo proposito è stato approvato un Regolamento comunale e San Miniato Promozione ha agito per l’attuazione del regolamento in modo trasparente: primo assegnando gli spazi a pagamento tramite bando pubblico, secondo autorizzando altri espositori non a pagamento, previo comunque parere della commissione comunale per l’attuazione del regolamento medesimo".

Per quanto riguarda il caso del venditore di necci, San Miniato Promozione continua così: "L’azienda in questione era solita prendere in affitto durante la manifestazione un piccolo fondo del centro storico, non idoneo alla preparazione e somministrazione di cibi e bevande, e dirimpetto allestiva la sua postazione per la preparazione e la vendita di prodotti alimentari. Quanto sopra non rappresenta certo niente di particolarmente disdicevole e non ci risulta che sia gravemente in contrasto con norme di legge, tanto è che al titolare dell’azienda è stato dato, come sempre, il benvenuto nella manifestazione. Questo anno però, a seguito del parere negativo della commissione prevista all’art. 6 del regolamento comunale, abbiamo proposto al titolare dell’azienda di sistemarsi a pochi metri di distanza da dove si era collocato gli anni precedenti. Per la precisione gli abbiamo chiesto di organizzare la sua attività in Corso Garibaldi, l’area destinata allo “street food”, nella quale avevamo trovato una idonea postazione per questa attività. Rappresentiamo inoltre che la nostra valutazione, in questa vicenda, è stata concertata con l’amministrazione comunale. L’azienda non ha accettato la nostra proposta e ci ha detto di non avere interesse a partecipare in quella apposita area di corso Garibaldi".

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