
Quando di strade ce n'erano poche e non esistevano navigatori o diavolerie simili, le colonne indicavano il cammino ai viandanti coi loro cavalli e i loro sandali consumati. Erano posizionate in punti strategici sulle strade regie, dove le vie si biforcavano e sono semplicemente conosciute come le colonne leopoldine, una pietra verticale che riporta le direzioni e racchiude al suo interno storia e fascino. In Toscana se ne contano al momento 18, una di queste ancora visibili è a Santa Maria, in un punto ovviamente strategico, la biforcazione fra via Livornese e via Lucchese. Chissà cosa direbbe Leopoldo II di Asburgo Lorena, granduca di Toscana dal 1824, se sapesse che a Santa Maria si sono messi in testa di restaurarla. Magari verrebbe anche lui sabato sera alla grande cena sul sagrato della chiesa per iniziare la raccolta fondi che punta a riportare al suo splendore la vecchia colonna.
Una storia affascinante, questa del restauro, che, come spesso accade, nasce da un episodio addirittura sacrilego, ovvero il furto del febbraio 2015 delle ostie conservate sull'altare della chiesa della frazione empolese, un'offesa a tutta la popolazione credente e non. "Prendemmo insieme - spiega Piero Bartalucci presidente della Casa del Popolo - l'impegno di unirci ancora di più, superare steccati ideologici e fare comunità. L'unione fa la forza, ci dicemmo, e visto anche che l'anno precedente il Cardinal Betori in visita pastorale era passato a prendere un aperitivo al Circolo, decidemmo di unire le forze per fare gesti concreti di testimonianza di convivenza civile nel rispetto delle diversità di pensiero e di condanna dell'intolleranza".
"Bruno Santi, accademico e alto dirigente della Soprintendenza - prosegue Alberto Michelucci della parrocchia di Santa Maria - era venuto a trovarci per il restauro di una parte del convento e ci disse, perchè non rimettete a posto la colonna lepoldina?"
Detto fatto, Casa del Popolo e parrocchia danno vita ad un comitato nel più puro stile di Don Camillo e Peppone (ne fanno parte Franco Arrighi, Piero Bartalucci, Antonio Buggiani, Gerardo Cautillo, Alfonso Faraoni, Pier Luigi Meacci, Alberto Michelucci, Roberta Nardi e il parroco Don Donato) con in testa l'idea di rimettere a posto questa storica colonna.
Per farlo servono non solo buoni propositi, coesione e volontà ma anche soldi e per questo, incassato il sostegno dell'Amministrazione comunale, è iniziata la raccolta fondi con obiettivo 15mila euro. Si può o donare presso la filiale 3 agenzia 00 della Banca di Cambiano (IT 29 J 08425 37831 000031138423) oppure unire l'utile al dilettevole ed andare sabato sera alla cena sul sagrato della chiesa (ricco menù al costo di 20 euro, 10 per i bambini fino a dieci anni, prenotazione obbligatoria presso Piero 335 7556921, Franco 392 5492038, Alberto 347 9014577) per stare insieme cenando ed ascoltando la musica degli Iceberg. Sotto gli occhi di Leopoldo II e della sua affascinante colonna.
- Gli organizzatori e la colonna leopoldina alle spalle
- Chiesa di Santa Maria a Ripa in una vecchia immagine
Marco Mainardi
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