Padule: nuovo metodo di campionamento dei macroinvertebrati

A seguito della pubblicazione del Protocollo di campionamento dei macroinvertebrati negli ambienti lacustri nelle Linee guide ISPRA 11/2014 (Metodi biologici per le acque superficiali interne), il Gruppo di lavoro Biomonitoraggio Risorsa Idrica dell'Area vasta centro di ARPAT ne ha intrapreso la sperimentazione.

Il metodo definisce le modalità per il campionamento e la determinazione dell'abbondanza dei macroinvertebrati, in linea con la Direttiva 2000/60/CE, recepita con il D.Lgs. n.152/2006, che prevede il monitoraggio e la valutazione dello stato ecologico di laghi ed invasi.

Per la sperimentazione è stata scelta l'area paludosa de “Le Morette”, all'interno della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio in provincia di Pistoia. È stato effettuato un sopralluogo preliminare e sono state individuate due stazioni sulle quali effettuare campionamenti nelle due diverse tipologie di substrato selezionate (suolo nudo e fragmiteto).

Le operazioni di campionamento sono state precedute da una serie di attività:

  • acquisizione del materiale bibliografico sull'Area del Padule di Fucecchio,
  • reperimento del materiale necessario al campionamento (setacci, retini, benna, carotatore, etc),
  • coordinamento tra operatori e Centro di Ricerca e Sperimentazione del Padule che gestisce l'Area Protetta,
  • campionamento contestuale di fitoplancton e parametri fisico-chimici,
  • acquisizione di testi scientifici per l'identificazione dei macroinvertebrati.

La Dott.ssa Angela Boggero del CNR, esperta del metodo, ha fornito un importante supporto su come organizzare le attività in un'area umida non avente tutte le caratteristiche proprie di un ambiente lacustre come è il Padule di Fucecchio.

Il campionamento, in linea con quanto previsto dal metodo, si è svolto il giorno 11/03/2015, ossia quando la maggior parte degli insetti acquatici è rinvenibile allo stadio larvale.

Al campionamento erano presenti gli operatori che si occupano di biomonitoraggio, un operatore per il monitoraggio chimico-fisico e un operatore esperto sull'utilizzo di benna e carotatore.

Sono stati effettuati in totale sei campioni sulle due tipologie di substrato individuate attraverso l'utilizzo della benna di Eckman e del carotatore.

Allo scopo di separare i macroinvertebrati dal detrito, i campioni sono stati sottoposti ad attività di sorting con l'aiuto di setacci.

Gli organismi sono stati quindi riposti in contenitori ermetici contenenti alcool etilico.

L'attività di determinazione di tutti gli organismi campionati (circa 300) si è svolta presso il Dipartimento di Pistoia, mediante l'ausilio dei microscopi ottici e di guide tassonomiche specifiche.

Il lavoro di riconoscimento ha richiesto un notevole impegno in quanto, compatibilmente con la maturità degli individui raccolti, il metodo prevede che si raggiunga il livello tassonomico di specie.

È stata, infine, stilata la lista faunistica degli organismi rinvenuti.

I macroinvertebrati maggiormente rappresentati sono appartenenti al gruppo degli Oligocheti (Anellidi), in particolare alle famiglie dei Tubificidae e dei Naididae; sono stati individuati anche 2 individui appartenenti ai Ditteri Chironomidi. Questi ultimi, non avendo raggiunto lo stadio larvale che ne permetterebbe l'identificazione fino al livello di specie, sono stati determinati fino al genere (Ortocladius sp. e Chironomus sp.).

Tra i Tubificidae si è riscontrata la presenza di 4 specie appartenenti a 3 generi:

  • Limnodrilus claparedeanus (vedi immagine a fianco) e Limnodrilus hoffmeisteri, specie legate a sedimenti fini e resistenti a forte inquinamento organico;
  • Ilyodrilus templetoni (appartenente alla sottofamiglia Tubicifinae), specie con caratteristica di essere tollerante nei confronti dell'inquinamento organico (vedi immagine a fianco);
  • Branchiura sowerbyi (sottofamiglia Rhyacodrilinae), specie euriecia resistente all'inquinamento, cosmopolita (introdotta in Europa dall'Oriente, si è poi naturalizzata nei vari ambienti dulciacquicoli).

La famiglia dei Naididae è rappresentata dalla specie Dero digitata, specie anch'essa tollerante nei confronti dell'inquinamento organico.

L'esperienza formativa è stata importante, perché ha permesso sia di apprendere le tecniche di campionamento, sia di formare gli operatori sul riconoscimento delle specie rinvenute. Sulla base delle esperienze acquisite, si ritiene che per il futuro ci siano i presupposti per applicare ufficialmente il metodo, anche grazie alla possibilità di usufruire del supporto della D.ssa Angela Boggero.

Fonte: Arpat

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