
(foto: Enzo Oliveri)
Fra il X e il XII secolo l'area dell'odierna Santa Croce era parte dei domini della potente famiglia feudale dei Cadolingi, signori di Pistoia e Fucecchio. Lucca che dominava queste terre “fin dal Mille”, per difendersi dall’egemonia fiorentina e pisana decise di costruire due terre nuove: Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno. La città di Lucca, come simbolo della sua dominanza religiosa e culturale, fece pervenire una copia del “Volto Santo”, un’immagine lignea di Gesù crocifisso, e la pose nell’allora oratorio di Santa Croce, negli anni della costruzione del Castello.
Il primato della concia delle pelli
Ma sei sai conciare le pelli, se sai tagliarle, allora vuol dire che sai usare le mani, e il discrimine fra artigianato e arte, come si sa, è spesso labile. Così nel 1928, alcuni paesani decisero di mascherarsi per ravvivare le grigie giornate invernali, e una decina di amici fecero scendere in piazza carri allegorici trainati da coppie di buoi e un migliaio di maschere: era nato il Carnevale di Santa Croce. A metà degli anni Trenta nacquero i primi gruppi carnevaleschi collegati ai vari Bar del centro storico. Dal 1939 ci fu la tragica interruzione dovuta al secondo conflitto mondiale. Dopo la fine della guerra i carri e le maschere riportarono l’allegria e la voglia di divertirsi nelle vie della nostra piccola città. Nel 1953, a seguito degli scioperi e degli incidenti che si verificarono, il carnevale perse nuovamente il proprio smalto fino quasi a scomparire. Ma nel 1976 i gruppi carnevaleschi ripresero vigore. Da quel momento in poi, le iniziative si sono moltiplicate, la fama delle nostre sfilate si è affermata velocemente in tutta Italia e il carnevale santacrocese, per la bellezza e la cura dei minimi particolari dei suoi costumi, si è conquistato l’appellativo di carnevale d’autore.
Fonte: Regione Toscana
Notizie correlate
Tutte le notizie di Santa Croce sull'Arno
<< Indietro