L'indignazione di Rifondazione Comunista: "La bandiera Saharawi non è un pezzo di arredamento"

La bandiera saharawi

"Stiamo rivedendo l’arredamento del Palazzo Comunale", questa la risposta della Sindaca Susanna Ceccardi alla domanda sul perché nella Sala Consiliare non fosse più presente la bandiera del Popolo Saharawi.

Per qualcuno, in questo caso per il primo cittadino del comune di Cascina, la bandiera saharawi è solo un pezzo di arredamento. Per i saharawi la bandiera è un valore assoluto. I suoi colori simboleggiano la loro storia:

il verde indica la loro terra di origine, il Sahara Occidentale che si affaccia sul mare più pescoso dell’atlantico, il nero è l’oppressione subita per l’invasione avvenuta 41 anni fa, il rosso è il sangue versato da molti di loro, il bianco è la pace che desiderano e in cui sperano. Se il loro sogno di libertà si avvererà, se riusciranno un giorno a tornare nelle città di un tempo, il verde che ora sta in basso, prenderà posto in alto nella bandiera.

Averla tolta dalla sala del Consiglio comunale è quindi l’ennesimo affronto verso questo popolo che da oltre quarant’anni ormai vive profugo nel deserto algerino, vittima di vessazioni e soprusi e di ingiustizie internazionali. E’ altresì un gesto irrispettoso nei confronti di chi in tanti anni ha sostenuto il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi: amministrazioni, associazioni, cittadini.

Il PRC di San Giuliano, vicino da sempre alla causa saharawi, è solidale con chi in questi giorni ha manifestato il proprio sdegno per questo gesto privo di ogni sensibilità politica e sociale ed è ancor più vicino a quei bambini saharawi ed ai loro accompagnatori che, grazie ai patti di amicizia ed ai progetti di accoglienza, proprio in questo periodo sono presenti nel nostro territorio.

Fonte: L'Altra San Giuliano PRC - PDCI

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