
Presentata stamattina allo IED di Firenze la sesta edizione del festival internazionale di fotografia in viaggio Cortona On The Move. “Un evento di richiamo internazionale che ha una grande attenzione da parte dell’Amministrazione regionale – ha detto la vice presidente della Regione Toscana Monica Barni -. Cortona On The Move è infatti uno dei progetti vincitori del bando Toscana in Contemporanea, un bando fortemente voluto dal mio assessorato che finanzia i progetti solidi e credibili come il festival cortonese. In più c’è da sottolineare come Cortona On The Move abbia sviluppato un rapporto virtuoso tra pubblico e privato che permette al festival di lavorare insieme alle aziende del nostro territorio e coinvolgerle nei suoi progetti”.
Una delle mostre del 2016 è infatti quella realizzata insieme a Sei Toscana, un lavoro del fotografo Niccolò Rastrelli sugli operatori ecologici che si dedicano alla raccolta differenziata. “Niccolò ha raccontato la storia di questi veri e propri eroi contemporanei – ha spiegato Antonio Carloni, direttore esecutivo del festival – Eroi è infatti il nome della mostra che verrà esposta in esterna a Cortona”
Annunciata questa mattina la collaborazione tra Cortona On The Move e Slow Food, con il progetto Ark of food.
Carlo Petrini, presidente di Slow Food, lo presenterà il 16 luglio (Teatro Signorelli, ore 17.00) nell’ambito delle giornate inaugurali del festival internazionale di fotografia.
Il progetto si configura come una vera e propria call to action: utilizzando l’hashtag#Arkoftaste gli utenti potranno condividere sui social media le immagini dei prodotti segnalandone l’esistenza, denunciando il rischio che possano scomparire e invitando tutti a impegnarsi per salvaguardarli.
La collaborazione tra Cortona On The Move e Slow Food proseguirà inoltre con le cene delle giornate inaugurali del festival: The Edible Commandments, gruppo internazionale di cuochi dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo-Bra, proporrà un menù creativo che valorizza i prodotti tipici dei territori delle Condotte Slow Food della Val di Chiana.
Il sindaco di Cortona Francesca Basanieri ha raccontato come Cortona On The Move sia diventato negli anni un elemento imprescindibile dell’estate cortonese, “che ogni anno porta energia, prestigio e attenzione alla nostra città”.
Il percorso espositivo dell’edizione 2016 porterà dalle single room occupancy per tossicodipendenti di Family Love di Darcy Padilla ai paradisi fiscali fotografati da Paolo Woods e Gabriele Galimberti in The Heavens, dai più cruenti conflitti mondiali raccontati da Lynsey Addario in It’s What I Do all’America di frontiera fotografata daLucas Foglia con Frontcountry. Insieme a Daesung Lee, vincitore del premio Happiness On The Move 2015, scopriremo la Mongolia e la sua desertificazione attraverso Futuristic Archaeology, con Rachael Papo e il suo Homeschooledandremo a conoscere i bambini che non vanno a scuola e studiano a casa negli Stati Uniti. E ancora, viaggeremo insieme ai traveler con Mattia Zoppellaro e Appleby, nei Paesi africani in cui è ancora diffusa la barbara pratica della mutilazione genitale femminile grazie ad Uncut di Simona Ghizzoni. È in fase di realizzazione un progetto diNiccolò Rastrelli in collaborazione con SEI Toscana.
Cortona On The Move 2016 ospita un evento straordinario: The Larry Towell Show, la prima retrospettiva europea del grande fotografo canadese.
La mostra أوروب Europa è il progetto speciale dell’edizione 2016 del festival. Realizzato insieme a Magnum Photos e all’associazione spagnola Al-liquindoi, أوروب Europa è un lavoro dedicato a migranti e richiedenti asilo che si propone di far conoscere il nostro continente attraverso le immagini dell’archivio Magnum selezionate da Arianna Rinaldo. أوروب Europa sarà una delle mostre di Cortona On The Move e un libro che sarà distribuito nelle aree di accoglienza dei migranti.
LE MOSTRE
Larry Towell | THE LARRY TOWELL SHOW
La prima retrospettiva europea del grande fotografo canadese Larry Towell dell’agenzia Magnum. Dai lavori più intimi e personali, sulla sua bucolica famiglia e la vita dei Mennoniti, ai reportage nelle zone di conflitto percorse dal fotografo con il suo stile originale: tra questi, Afghanistan, El Salvador, Palestina.
Lynsey Addario | IT’S WHAT I DO
L’inarrestabile e tenace fotogiornalista americana Lynsey Addario ci porta in giro per il mondo alla scoperta dei problemi e dei conflitti di cui meno si parla sulle prime pagine dei giornali. Il Darfur e le conseguenze della guerra civile e della fame, il Congo e l’uso dello stupro come strumento di guerra, la vita dei militari americani in guerra, le donne in quella parte di Afghanistan comandata dai talebani, sono tra alcuni dei temi da lei trattati nel corso della sua carriera.
Darcy Padilla | FAMILY LOVE
Il progetto a più lungo termine di Darcy Padilla, Family Love, si è sviluppato a partire dai suoi reportage sull'Aids. Nel 1993 Padilla stava documentando le storie dei tossicodipendenti affetti da questa malattia che vivevano nei Single Room Occupancy hotel (strutture dove spesso vivono indigenti o ex senzatetto) di San Francisco. È lì che ha incontrato Julie Baird, una neo madre di 19 anni che aveva appena scoperto di avere l'Aids. Padilla ha fotografato Julie e la sua famiglia per i successivi 21 anni. Julie è poi morta a causa della sua malattia, in un luogo sperduto in mezzo alla natura in Alaska. Lo scopo del progetto è stato e continua ad essere quello di analizzare le tematiche sociali in relazione alla tossicodipendenza, la povertà, la previdenza sociale e gli abusi sessuali, attraverso la vita di una persona.
Paolo Woods e Gabriele Galimberti | THE HEAVENS
I paradisi fiscali non sono solo spiagge bianche ombreggiate da palme. Sono luoghi inafferrabili e strategici per il mondo della finanza globalizzata. Woods e Galimberti sono andati in 13 paesi su 4 continenti per documentare questo fenomeno, esplorando i meccanismi e raccontando le conseguenze. Per farlo hanno strutturato il lavoro come il rapporto annuale di una immaginaria compagnia, The Heavens, che hanno realmente incorporato nel Delaware, Stati Uniti. Il risultato è che hanno reso visibile, e comprensibile, uno dei fenomeni contemporanei più oscuri.
Lucas Foglia | FRONTCOUNTRY
Tra il 2006 e il 2013, Lucas Foglia ha esplorato le zone rurali di Idaho, Montana, Nevada, New Mexico, Texas e Wyoming, tra le regioni meno popolate degli Stati Uniti. Frontcountry è la testimonianza fotografica che racconta di chi vive il boom dell'industria mineraria e dello sviluppo energetico che sta trasformando la parte occidentale dell'America contemporanea.
Simona Ghizzoni | UNCUT
Oltre 200 milioni di donne in tutto il mondo subiscono la pratica crudele della mutilazione genitale femminile. Queste donne vengono mutilate con metodi tremendi e differenti fra loro, ma una resistenza contro questo arcaico rituale si sta sviluppando in molti Paesi, fra cui Kenya e Somaliland. È in questi due Paesi africani che si è concentrato il lavoro della fotografa Simona Ghizzoni e della giornalista Emanuela Zuccalà. Un progetto su più piattaforme che porta alla luce una realtà drammatica e la forza delle donne che vi si oppongono.
Mattia Zoppellaro | APPLEBY
Fiere equine dove si vendono e comprano cavalli, si incontrano amici e conoscenti, si celebra la propria musica, la storia e il folklore: sono le occasioni migliori per incontrare i Pavees o Irish Travellers, una popolazione dalle origini sconosciute. Sono loro l'oggetto del lavoro di Mattia Zoppellaro, che ha svolto una ricerca quasi antropologica il cui fulcro è la fiera più grande d'Europa, quella di Appleby, un luogo che ha un passato sanguinoso.
Rachel Papo | HOMESCHOOLED
Negli Stati Uniti il sistema educativo classico subisce critiche sempre più forti da parte dei genitori e quindi in proporzione cresce il numero delle famiglie che decidono di far studiare a casa i loro bambini. Nel 2010, subito dopo il suo trasferimento a Woodstock, New York, Rachel Papo ha incominciato a fotografare un piccolo campione di famiglie residenti in zona, che avevano deciso di optare per questa scelta. Il suo progetto Homeschooled racconta il punto di vista dei bambini.
Daesung Lee | FUTURISTIC ARCHAEOLOGY
Il cambiamento climatico rischia di essere il dramma più importante della nostra generazione. Con Futuristic Archaeology il fotografo sudcoreano Daesung Lee ha precorso i tempi. Cosa succederà se il processo di desertificazione in Mongolia non dovesse arrestarsi? Daesung Lee ha inserito i ritratti delle popolazioni nomadi che storicamente vi abitano in dei diorama museali: li ha ritratti con alle spalle paesaggi in avanzato stato di desertificazione. Le persone e la loro cultura diventano quindi una collezione da museo, un reperto del passato cancellato dalla desertificazione. Con questo grido d'allarme Daesung Lee ha vinto il premio HAPPINESS ONTHEMOVE 2015.
Sito web: www.cortonaonthemove.com
Hashtag: #CortonaOnTheMove
Fonte: Ufficio Stampa Cortona On The Move
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