
"Non ho rimpianti"
"L'ho fatto io e non lo rimpiango". Così Mirco Alessi, l'uomo di 42 anni arrestato per il duplice omicidio a Firenze, nel corso della telefonata al 112 con cui, ieri sera, chiedeva ai militari: "Che devo fare per farmi prendere?". Alessi al momento della telefonata, intorno alle 21,30, si trovava a Monticiano (Siena) dove è stato poi tratto in arresto dai carabinieri. "Sono tranquillo, non ho rimpianti ed è giusto che paghi", ha detto il 42enne al telefono, aggiungendo: "Poi racconterò le mie motivazioni". L'uomo non ha opposto resistenza al momento dell' arrivo dei carabinieri che lo hanno condotto prima in questura a Siena e nel carcere di Santo Spirito dopo l'interrogatorio durato oltre un'ora durante il quale ha confessato gli omicidi, la premeditazione e anche l'uso di cocaina. Poco prima di chiamare il 112, Alessi ha anche incontrato in strada a Monticiano una donna alla quale, secondo quanto riferito dai carabinieri, ha detto: "Mi sei simpatica, ti voglio confessare una cosa". La donna aveva poi avvertito i carabinieri della locale stazione che si sono messi subito sulle tracce dell'uomo rintracciandolo in mezzo alla gente nella piazza del paese.
La ricostruzione della mattina di paura
C'è tutto il "film" del duplice omicidio consumato ieri mattina a Firenze e del quale ha ammesso la responsabilità Mirco Alessi, arrestato ieri dai carabinieri, nella testimonianza dell'unica superstite: la ragazza dominicana si trovava insieme al transessuale Gilberto Manoel Da Silva, conosciuta come Kymberli e con il quale Alessi aveva una relazione, e la 27enne dominicana Mariela Josefina Santos Cruz, entrambe uccise da Alessi, mentre lei è riuscita a fuggire gettandosi dalla finestra dell'appartamento al primo piano di via Fiume. La donna, ascoltata dagli investigatori, ha raccontato che stava dormendo e che con lei c'era la connazionale poi uccisa quando hanno sentito bussare forte alla porta, ma non hanno aperto. Poi, poco dopo, hanno sentito rumori provenire dalla cucina e dalla stanza di Kymberli.
E quindi ancora bussare forte alla loro porta, e una voce che urlava chiamando l'amica: "Mariela, vieni che lei ha bisogno". La giovane ora ricoverata in ospedale ha anche detto di aver invitato Mariela a non aprire la porta, ma poi hanno deciso di andare entrambe a vedere cosa era accaduto. Aperta la porta, prosegue il racconto, hanno visto uno sconosciuto "pieno di sangue" che diceva di "aver fatto del male a Kymberli" e con in mano un coltello con il quale, dopo aver bloccato Mariela per le braccia, ha cominciato a colpirla, continuando a farlo anche quando la donna era ormai a terra e invocava aiuto.
E' stato a questo punto che la giovane ha cercato una via di fuga dalla finestra mentre l'uomo continuava a menare fendenti su Mariela. Una volta sul marciapiede ha chiesto aiuto ad un ragazzo indiano che le ha prestato il telefono per dare l'allarme. Quando è rientrata nel cortile del condominio poco dopo l'arrivo delle forze dell'ordine che si sono dirette verso l'appartamento, ha raccontato di aver visto Mariela agonizzante a terra, nel cortile dove aveva cercato scampo. "Sto morendo", le avrebbe detto l'amica e alla domanda se avesse riconosciuto l'aggressore l'amica avrebbe risposto "Luca", riferendosi al nome con il quale si faceva chiamare il "fidanzato" di Kymberli.(ANSA).
La telefonata al padre
Oltre alla telefonata con cui Mirco Alessi, arrestato per il duplice omicidio di ieri a Firenze, ha chiamato i carabinieri e dopo la quale è stato raggiunto e bloccato, l'uomo avrebbe avuto diverse comunicazioni telefoniche fin da subito dopo l'uccisione del transessuale brasiliano Gilberto Manoel Da Silva e della dominicana Mariela Josefina Santos Cruz. Una di esse l'ha fatta al padre, attorno alle 6 di ieri mattina, chiamandolo al cellulare: "Babbo ho fatto un macello. Ho ammazzato tre prostitute", avrebbe detto per chiudere subito dopo la comunicazione. Inutili i tentativi del genitore di richiamarlo: il cellulare di Mirco Alessi non era raggiungibile, forse occupato o forse spento. E' stato lo stesso padre ad informare subito i carabinieri della telefonata ricevuta. Un altro destinatario delle telefonate è stato un amico dell'uomo arrestato. Una prima comunicazione, via sms, gli sarebbe giunta da Alessi attorno alle tre, quindi forse prima del duplice omicidio, con l'invito ad aprire facebook e vedere "uno che sbotta". Poi la chiamata, anche questa attorno alle sei, nella quale Mirco Alessi avrebbe detto al'amico di aver "ammazzato tre transessuali". "Sono pieno di sangue", avrebbe detto all'amico che ha segnalato il fatto ai carabinieri, aggiungendo poi di stare "bene" e di essere "tranquillissimo".
L'arresto
Dopo un’intera giornata di indagini che ha visto impegnati i Carabinieri di tutta la Toscana, nella tarda serata di ieri 29 giugno, nel paese di Monticiano (SI), è stato individuato e tratto in arresto Mirco Alessi, fiorentino di 42 anni, ritenuto il responsabile del duplice omicidio verificatosi a Firenze alle prime ore della mattina dello stesso giorno.
Le indagini immediatamente intraprese dai Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze, coordinati dal PM, dottoressa Cento, hanno permesso di ricostruire che l’uomo dopo avere commesso il delitto, si è prima sbarazzato dei suoi abiti intrisi del sangue delle due vittime presso la sua abitazione di via Palazzuolo e poi, utilizzando la sua auto ha cercato di far perdere le sue tracce. Si è diretto prima a Santa Croce sull’Armo, una volta lì ha messo fuori uso l’impianto satellitare installato sul veicolo. Poi, giunto in un paese dell’entroterra della provincia di Livorno, ha rubato le targhe di un’auto in sosta sostituendole a quelle del mezzo utilizzato per la fuga.
In questi momenti alternava momenti di “lucida follia” cercando di mettersi in contatto con il Pronto Intervento a titolo di sfida per rimarcare la sua abilità nella fuga. Arrivato a Cecina, in provincia di Livorno, ha letteralmente strappato di mano il cellulare ad una donna e pensando di digitare il 112 chiedeva ai carabinieri (che non erano in linea perché non era riuscito a far partire la chiamata) se erano contenti delle "due sorprese" che aveva lasciato a Firenze. Nella tarda serata di ieri l’uomo, raggiunto Monticiano, ha poi chiamato il 112 instaurando una conversazione dai contenuti deliranti che però ha permesso agli operatori di localizzarlo nel paese di Monticiano (SI) dove, per l’appunto, pochi minuti dopo è stato individuato e arrestato dai carabinieri della locale Stazione.
Dalle prime indagini parrebbe che l’uomo intratteneva da qualche anno una relazione sentimentale con il cittadino brasiliano transessuale, sfociata con richieste economiche sempre più pressanti da parte del transessuale, mentre la furia omicida si sarebbe rivolta alle altre due donne per il solo fatto che le stesse erano presenti nell’abitazione. L'uomo avrebbe maturato le intenzioni omicide nei confronti del transessuale andandolo a trovare di proposito. Durante la fuga aveva anche ritirato del contante con la propria tessera bancomat, probabilmente per avere risorse per sostenere la fuga.
Fonte: Comando provinciale carabinieri Firenze
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