
Come spesso capita nelle interviste, lo spunto per un titolo che rappresenta il succo di un'ora di chiacchierata sul tema migranti arriva alla fine quando Claudio Freschi, presidente di CO&SO Empolese-Valdelsa, allarga le braccia e sorridendo dice: <Empolesi, non abbiate paura. L'incontro è quello che fuga ogni paura, ci avvicina, ci fa conoscere e fa sì che quello che viene percepito come un problema diventi d'improvviso un dono. Ce lo sta dicendo Papa Francesco e noi lo sperimentiamo ogni giorno che viviamo a contatto con questi ragazzi>. Sì perchè CO&SO e le cooperative sociali 'La pietra d'angolo', 'Colori' e Zefiro, sono ormai due anni che lavorano con queste persone che arrivano dall'Africa in cerca di un futuro migliore e quindi parlare con Claudio serve anche a fare chiarezza su come funziona il sistema e sulla situazione nelle nostre zone
Sono circa due anni che lavoriamo in questo settore - attacca - dopo le sollecitazioni che avemmo per trovare soluzioni per l'accoglienza di queste persone. Contemporaneamente abbiamo anche iniziato una riflessione fra consorzi del sistema Cgm nazionale per poter svolgere questo compito al meglio
Da dove arrivano queste persone?
Dai paesi più disparati dell'Africa come Costa d'Avorio, Zambia, Mali, Camerun, Senegal ed alcuni da Afghanistan, Pakistan
Quindi non tutti fuggono dalla guerra?
No, molti fuggono dalla miseria e dall'oppressione dei loro governanti
E' possibile fare una sorta di identikit?
Qui da noi sono tutti giovani che vanno dai 18 ai 30 anni, di nazioni e religioni diverse, per cui anche da questo punto di vista vanno gestiti per non urtare le loro sensibilità
Sono tutti richiedenti asilo?
Ci sono i richiedenti asilo, cioè quelle persone che attendono di sapere se avranno o meno il permesso di soggiorno. Per avere una risposta si va dai 6 mesi ai 2 anni. Poi ci sono quelli dello Sprar, il sistema per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, ovvero quelli che hanno già avuto il permesso di soggiorno e che iniziano un percorso di integrazione socio-lavorativa che è lungo e difficile
Possiamo fare dei numeri riguardo al nostro territorio?
I richiedenti asilo sono in tutto 78 e 20 sono in arrivo, mentre per gli Sprar arriveranno i primi 50
Dove alloggiano?
Nella ex scuola di Martignana messa a disposizione dal Comune e nella quale abbiamo eseguito noi i lavori necessari, nell'ex magazzino comunale di Limite, in due appartamenti privati a Vinci e il numero più consistente a Montelupo in un edificio di proprietà della Coop Colori
C'è un bando per queste gestione?
Sì, della Prefettura di Firenze per la prima accoglienza, mentre per lo Sprar è del Ministero degli Interni. Ci tengo a precisare che, in ogni fase, ci muoviamo in collaborazione con Prefettura, Unione dei Comuni e singole amministrazioni. Ogni decisione che prendiamo a livello locale è sempre d'intesa con l'amministrazione
Molti legano il tema accoglienza ai soldi, i famosi 40 euro. Come stanno le cose?
Per ogni persona la cifra è di 33,66 euro che copre tutto: spese organizzative, mediatore culturale, trasporti, medicine, eventuali prestazioni mediche professionali, vestiti e via dicendo. Per capirci tutto quello che una famiglia può dare al proprio figlio. Oltre a questo ognuno di loro percepisce un pocket-money di 2.50 euro. Si cerca di stare in questa cifra anche con l'aiuto di altri soggetti, ad esempio la Caritas che ci fornisce vestiario ed altri generi. Don Guido ci è molto vicino nella gestione di queste persone
Eppure nel sentire comune vengono percepiti come una fonte di guadagno
Nessuno ci specula e noi, oltretutto, ci siamo dati una norma di comportamento
Ovvero?
Ci rifacciamo alla carta della buona accoglienza delle persone migranti siglata da ministero dell'Interno, associazione nazionale comuni italiani (Anci) e alleanza delle cooperative sociali. Dovessi spiegare in modo semplice, direi come accennavo prima che con questi ragazzi ci comportiamo come se fossimo una famiglia e loro i nostri figli. Ci sono quindi delle regole da rispettare e, se c'è da dire un no secco, si dice. Non è un atteggiamento pietistico ma educativo, si insegna loro a capire dove sono e come devono comportarsi
Che riscontri avete?
Molto positivi grazie anche alla passione che mettono gli operatori nel loro lavoro
L'ambiente dove vengono inseriti come reagisce?
C'è un timore iniziale, ma dopo che avviene la conoscenza reciproca le cose vanno bene ed i ragazzi si integrano e sono ben accetti dalle persone che hanno attorno. La scorsa settimana abbiamo avuto l'ultimo esempio a Martignana nel corso di una serata pubblica con il coinvolgimento di tutti. L'incontro e la conoscenza reciproca sono il modo migliore per dissipare i timori
Quanto tempo serve per entrare nello Sprar?
Da sei mesi a due anni per avere o meno il permesso di soggiorno. Se poi non lo ottengono si avvia la procedura di espulsione che per ora non abbiamo mai visto attuare. In questo lasso di tempo non possono lavorare ma solo fare attività di volontariato
Reperire alloggi è un problema?
Sì, se pensate a dove sono sistemati capite subito che a Empoli non abbiamo trovato un privato disposto a mettere a disposizione una casa di proprietà. Eppure il contratto di locazione viene fatto con noi (dal cassetto estrae quello per la ex fabbrica della Farfalla a Casenuove che a breve ospiterà altre persone), per ogni passo abbiamo accanto anche l'amministrazione comunale oltre alla Prefettura e quindi è tutto trasparente, tutto nero su bianco. Per questo dico agli empolesi, non abbiate paura. I fatti dimostrano che i problemi sono solo culturali, non pratici. Basta conoscerci, incontrarsi e tutto diventa facile
Stando sul campo che idea ti sei fatto del futuro di questo imponente fenomeno migratorio?
L'Europa ha due strade: o puntare sull'accoglienza distribuendo queste persone su tutti i paesi che ne fanno parte o andare ad aiutare queste persone nei loro territori. Il Governo italiano è orientato su quest'ultima soluzione, vediamo se avrà un seguito concreto
E il vostro mondo come si potrebbe inserire in questo futuro?
Con progetti di cooperazione internazionale, andando ad aiutare queste persone a casa loro. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma ai giovani chiedo: loro sono disposti a partire, a fare questo passo?
Marco Mainardi
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