
Sono stati 116 gli studenti provenienti dall’Empolese Valdelsa, con alcuni i familiari delle vittime e una delegazione istituzionale, che hanno partecipato all'ultimo “Viaggio della Memoria”, per conoscere da vicino quanto accaduto nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale.
Harteim, Mauthausen, Gusen, Ebensee, sono i nomi dei luoghi dove migliaia di persone andarono incontro a un’esperienza di patimenti e sofferenze inenarrabili e ad una spaventosa morte.
L'amministrazione di Empoli era rappresentata dal presidente del consiglio comunale Roberto Bagnoli.
Ecco il suo intervento integrale a Sankt Georgen an der Gusen, in occasione delle celebrazioni ufficiali, nella cittadina austriaca gemellata con Empoli.
Porto il saluto mio personale e dell’Amministrazione Comunale di Empoli, che mi onoro di rappresentare, unitamente al ringraziamento alle Autorità che ci ospitano (Sindaco di Sankt Georgen), all’Unione dei Comuni delCircondario Empolese Valdelsa e all’ANED come organizzatori, e a tutti i presenti, agli insegnanti e in particolare agli studenti che sono, al tempo stesso destinatari e principali attori di questi viaggi-studio.
Viaggi importanti, non solo viaggi di circostanza, viaggi-studio inseriti in un percorso formativo ampio e impegnativo, che vede gli studenti partecipare al “Percorso della memoria”, attraverso viaggi di conoscenza ai campi di concentramento più significativi quali Gusen, Mauthausen, Hartheim, Ebensee in Austria e la Risiera di San Sabba a Trieste.
Sono convinto che non ci sia luogo più idoneo della Scuola e non ci sia metodo migliore dell’esperienza diretta per mantenere viva e per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della memoria storica, fornendo occasioni di riflessione e conoscenza per comprendere le dinamiche storiche dei tragici eventi del secolo scorso.
Percorso della Memoria che l’Amministrazione empolese inserisce nel più ampio e articolato progetto “Investire in democrazia”, rivolto alle scuole empolesi di ogni ordine e grado, che ha come punto cardine la memoria storica, la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità.
La data scelta non è casuale: 71 anni fa, proprio in questi giorni (5 e 6 Maggio) venivano abbattuti i cancelli dei Campi di Gusen, Mauthausen e Ebensee, luoghi simbolo della ferocia nazifascista, del terrore fatto sistema e veniva rivelata la mostruosità inconcepibile di quel fanatismo che ha causato lo sterminio di più di dieci milioni di persone: l’olocausto del popolo ebraico ed il martirio di tanti, oppositori politici antifascisti, prigionieri di guerra, sinti e rom, gruppi religiosi, omosessuali, disabili e di tutti coloro considerati “inferiori” perché “diversi”.
Anche la Città di Empoli ha pagato il proprio triste tributo a questa barbarie.
L’8 Marzo 1944, infatti, 56 cittadini empolesi, prelevati insieme ad altri dei Comuni limitrofi, 119 persone in tutto, stipate in un carro bestiame, partirono dalla stazione di Firenze giunsero a Mauthausen l’11 marzo. Solo poche di queste persone riuscirono a fare ritorno.
E’ importante che una comunità faccia memoria dei fatti più significativi della propria storia, anche di quelli più dolorosi.
La memoria rappresenta prima di tutto un atto di verità, ma non è solo ricordo, non è solo una ricorrenza; non si esaurisce nel riprendere in mano testi e documenti, cristallizzando i fatti e gli eventi, relegandoli a semplice nozione.
La ragione vera della memoria è quella di fornire alla società contemporanea e ancor più agli adulti di domani, gli strumenti per ripensare a quanto è successo, perché la memoria sia uno strumento critico, coscienza partecipata e condivisa, elemento necessario per disinnescare anche le violenze quotidiane.
La memoria è un’azione, un impegno morale, un atto di consapevolezza. Un atto che unisce tra loro le persone per costruire una coscienza pubblica; che dice oggi ciò che dal passato si è trattenuto e come questo ha arricchito la nostra capacità di agire.
Quando siamo davanti la scala della morte di Mauthausen o il forno crematorio di Gusen o le gallerie di Ebensee ci ripetiamo continuamente che i campi di concentramento non sarebbero dovuti esistere “mai più”.
Ma perché “mai più” non sia ridotta solo ad una frase di circostanza, dobbiamo avere ben chiaro che è necessario l’impegno fondamentale di tutti ed un serio, anche doloroso, dibattito all’interno della nostra comunità e una lotta ad ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo, islamofobia e disumanità, che purtroppo ancora oggi ed anche in Europa, a volte, non appaiono completamente sconfitte.
Stiamo vivendo un periodo di trasformazioni veloci e profonde di carattere politico e sociale, ma anche culturale, con circostanze che continuano a sollecitare confronti tra ieri ed oggi ed è in questa situazione che dobbiamo tenere aperto il circuito della memoria, per rinforzare dentro di noi la consapevolezza dell’impegno che dobbiamo profondere per tutelare la democrazia nel nostro Paese e in Europa.
Abbiamo bisogno di un’Europa che parli di diritti della persona, di lavoro, che sia capace di promuovere diritti e responsabilità, uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale; un’Europa di pace che rimane, pur con i suoi difetti, una grande conquista.
Vorrei concludere con una citazione di Primo Levi, riportata nella targa commemorativa al Museo di Auschwitz-Birkenau, che ritengo riassuma in maniera esatta e attuale il significato e l’importanza della memoria : “Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci”.
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro