
L’esperienza diretta è il miglior modo per mantenere viva la memoria e per acquisire consapevolezza di quanto accaduto in passato. È così che domani oltre 100 studenti delle classi terze delle scuole medie dell’Empolese Valdelsa parteciperanno al viaggio-studio ai campi di concentramento e sterminio dell’Austria, organizzato da Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa e ANED.
Si tratta di un viaggio importante e non rituale che vede, in un percorso significativo e anche impegnativo, i partecipanti ripercorrere i luoghi della sofferenza e della morte che 72 anni fa attraversarono i nostri concittadini. Harteum, Mauthausen, Gusen, Ebensee, sono i nomi dei luoghi dove migliaia di persone andarono incontro a un’esperienza di patimenti e sofferenze inenarrabili e ad una spaventosa morte.
Con il trascorrere inesorabile degli anni e con la scomparsa, non solo dei protagonisti di quella stagione, ma anche dei loro familiari, diventa ancora più importante rimarcare la presenza in quei luoghi e proseguire con percorsi formativi.
L’obiettivo oggi, più che in passato, è quello non solo di tenere viva la memoria, ma di collegarla allo studio e all’approfondimento al fine di comprendere quello che fu non un evento singolo e non un'azione omicida, ma un accadimento collegato alle dinamiche storiche e alla situazione emersa dalla Prima Guerra Mondiale (evento accaduto esattamente 100 anni fa). Accadimenti che non erano né scritti né inevitabili, ma che furono il prodotto dall’insieme di circostanze storiche, decisioni (o non decisioni) umane, da illusioni e abbagliamenti ideologici.
Lo sterminio di più di dieci milioni di persone, sommato ai 50 milioni di morti della seconda guerra mondiale (da cui lo sterminio non è scollegabile) devono farci riflettere su come quelle dinamiche, quel percorso storico, presentatosi il secolo scorso nella civilissima Europa, potrebbe ripresentarsi in ogni momento.
Per Paolo Masetti, sindaco di Montelupo e delegato alla memoria dell’Unione dei comuni «La conoscenza, lo studio, la memoria, hanno così il ruolo non solo di trasmissione delle esperienze o anche quello di condanna o ripulsa della barbarie, ma devono avere soprattutto lo scopo di innescare un processo critico e conoscitivo che possa far comprendere quando ci si inoltri in territori, in scelte, in percorsi che potrebbero far riemergere quello che abbiamo già conosciuto. Tutto ciò è un dovere per le Istituzioni che devono adoperarsi in tal senso, anche promuovendo una rete territoriale della memoria, che vede nei viaggi studio un momento importante, ma che promuove iniziative durante tutto l’anno. Una rete che può contare sul coinvolgimento di tutti i sindaci dell’Unione; Simona Rossetti, delegata alla scuola per l’Empolese Valdelsa in questo caso si è adoperata per attivare il mondo della scuola degli 11 comuni in vista dei viaggi studio».
Quest’anno i viaggi della memoria acquistano, se possibile, ancora più importanza nei confronti di amministrazioni austriache che hanno posto molti problemi nell’organizzazione, come sottolineano Masetti e il presidente dell’ANED Andrea Bardini.
«La speranza è quella di trovare un’ottima accoglienza da parte delle autorità austriache; auspichiamo che i problemi “organizzativi” che sono stati posti, siano ampiamente superati.La tradizionale ed emozionante sfilata che ricordava la liberazione del campo e che vedeva il coinvolgimento di tutti i nostri ragazzi, è stata ridotta a un corteo di pochi rappresentanti per delegazione. E, ancor peggio, è stato effettuato un intervento “di riqualificazione” sul campo di concentramento che lo ha reso più simile ad un parco che non a un luogo dell’orrore, quale è».
Fonte: Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa
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