
Il giorno dopo il ritorno dei carabinieri del nucleo ispettivo di Firenze a Ponzano è l'ora di fare un po' il quadro di come stanno evolvendo le indagini relative alla morte di Beata Balon, la 45enne di Varsavia (Polonia) trovata morta nel suo letto lo scorso 11 gennaio in via Pasteur a Empoli, con un sacchetto di plastica in testa fissato al collo da un nastro adesivo.
Partiamo dagli oggetti. Il pelouche che sarebbe stato posto tra il corpo senza vita della donna e il compagno non risulta tra quelli sotto la lente della procura di Firenze e, secondo fonti investigative, non sarebbe stato portato via dall'appartamento al civico 28/A. Non pare che ieri i militari se ne siano andati via con cose particolari o comunque degne di nota. Si parla di "documentazione raccolta" e soprattutto di verifiche sul posto per meglio capire se le ipotesi al momento al vaglio possano trovare riscontri a livello ambientale.
Ciò che manca al momento è il quadro totale delle risultanze degli esami eseguiti fino a oggi. Dai Ris di Roma sono arrivati solo alcuni riscontri e altri dovranno arrivare a breve. Lo stesso vale per tutti gli accertamenti post autoptici, non ancora completati. Quindi al momento nessuno si sbilancia anche perché il pm Ornella Galeotti, il cui fascicolo per omicidio non ha ancora nomi e cognomi al suo interno, vuole andare a colpire nel segno senza possibilità di equivoci.
L'abitazione resta intanto sotto sequestro e il compagno della Balon, una guardia giurata 38enne, colui che chiamò il 112 al momento del ritrovamento del cadavere, vive ancora ospite di un amico.
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