
«Si trovano nuove scuse per sfrattare i pendolari del Valdarno e i treni regionali dalla Direttissima». E' questa la preoccupazione del portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re, dopo la notizia di ieri, data dal giornale Il Tirreno, su una lettera recentissima di ANSF, l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, a Trenitalia, invitandola, dopo l'incidente del 20 luglio della porta persa dal Jazz, a valutare nuovi limitazioni per l'accesso alla Direttissima per altre tipologie di treni, se non sicuri e idonei, in particolare per la solidità delle porte esterne.
«Con questa scusa dopo i Jazz e i Vivalto potrebbero essere eliminati anche gli altri treni regionali dalla Direttissima - accusa Da Re - la Regione deve fare chiarezza con Trenitalia e RFI sulla Direttissima, una volta per tutte», afferma con forza Da Re. Il Vivalto, ricorda il portavoce dei pendolari valdarnesi, è stato già vietato sulla Direttissima dal 14 giugno scorso, consentendone la circolazione solo ai tre convogli della mattina presto, perché in galleria non incrociano i Treni ad Alta Velocità, quindi senza conseguenze per gli spostamenti d'aria ed eventualmente per la tenuta delle porte esterne.
«Ma Trenitalia si è impegnata - aggiunge ancora Da Re - a trovare una soluzione per le porte dei Vivalto, progettando e apportando delle modifiche per la loro tenuta e sicurezza: quanto tempo ci vorrà per le nuove porte, un anno o due - chiede Da Re alla Regione - oppure adesso c'è la scusa, data da ANSF, per non farne di nulla e togliere dalla Direttissima anche i Vivalto rimasti, insieme a tutti gli altri treni più vecchi?». Inoltre il portavoce del Comitato valdarnese chiede chiarimenti alla Regione sull'aggiornamento tecnologico previsto da Ferrovie sulla Direttissima, il nuovo sistema di segnalamento satellitare ERTMS, che sta per essere installato e compatibile con i treni superveloci. «Anche i locomotori dei treni regionali devono essere adeguati e attrezzati per il nuovo sistema, altrimenti non potranno circolare sulla Direttissima - sottolinea Da Re - il dirigente nazionale di Trenitalia, Orazio Iacono, aveva dato pubblicamente assicurazioni durante l'ultima riunione fra Regione e comitati toscani di aprile scorso, ma girano voci interne a Rfi, che affermerebbero l'esatto contrario: con l'installazione del nuovo sistema tecnologico i treni regionali, inadeguati, verrebbero dirottati sulla Linea Lenta storica per Pontassieve». Anche per questo motivo il comitato pendolari Valdarno Direttissima si rivolge all'assessore regionale ai trasporti Ceccarelli, che ha sempre negato il rischio di sfratto dei treni regionali dalla Direttissima, e lo invita a fare chiarezza definitivamente con Ferrovie sul futuro della linea veloce Firenze-Roma.
Galleria di San Donato, Ceccarelli: "Nessuna comunicazione da Ansf e Trenitalia. Servizio deve restare come programmato"
"Nessuno butterà i treni regionali fuori dalla Direttissima". L'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli torna sul tema dell'accesso dei treni regionali alla galleria di San Donato e ribadisce che la Regione Toscana non ha ricevuto alcuna comunicazione, né ufficiale né ufficiosa, dall'Autorità nazionale per la sicurezza ferroviaria o da Trenitalia in merito ai treni che possono o non possono circolare nella galleria del S. Donato. Dunque il servizio ferroviario regionale resta quello programmato, che dovrà essere garantito dai gestori.
"Per quanto ci riguarda - prosegue Ceccarelli - resta quanto abbiamo detto e scritto nel mese di luglio, a seguito di una incredibile serie di eventi critici che si sono verificati in particolare sulla linea aretina, quando abbiamo chiesto agli organismi tecnici competenti che si facesse chiarezza definitiva circa quanto accaduto, in modo tale da togliere ogni dubbio riguardo alla sicurezza degli incroci dentro la galleria tra treni Av e regionali".
"E' evidente - conclude - che se una o più tipologie di treni non fossero ritenute idonee per questo servizio, sarà un problema dei gestore individuare le modalità per consentire l'esercizio dei servizi così come oggi programmati".
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