Poste, Cisl dice no alla chiusura degli uffici: "La politica sia trasparente e costruttiva". A rischio 300 lavoratori

Riccardo Cerza

Dichiarazione di Riccardo Cerza, segretario generale Cisl Toscana e Vito Romaniello, segretario Cisl poste Toscana

I 59 uffici postali toscani minacciati dalla chiusura devono restare aperti e il servizio postale non va smantellato, perché oltre alla chiusura c'è il pericolo di trasformare il CMP (Centro Meccanizzazione Postale) di Firenze in un CP (Centro Prioritario), con la perdita di 300 posti di lavoro. 

Siamo con la Regione e con i cittadini toscani in questa battaglia per tenere aperti gli uffici postali e appoggiamo la richiesta del Presidente Rossi di un tavolo nazionale immediato, ma la politica deve anche decidere di giocare questa partita in maniera chiara e trasparente. 

Tanto per essere chiari: il rinvio per le elezioni lo ha deciso l'azienda, ma certamente la politica era ben contenta di ciò. 

Noi, come sindacato, che rappresenta i lavoratori delle poste ma anche gli altri lavoratori e pensionati che, come cittadini, chiedono il mantenimento del servizio pubblico sul territorio, la chiusura non la volevamo né prima, né durante, né dopo le elezioni. 

Per questo chiediamo che a quel tavolo nazionale, da ambo le parti, non ci si sieda con posizioni demagogiche, ma si cerchi una soluzione concreta, con enti locali, azienda e lavoratori, per tenere gli uffici aperti. 

Non è disdettando le convenzioni e chiudendo i libretti postali che aiutiamo il mantenimento del servizio pubblico sul territorio, anzi rischiamo di aprire la strada alla desertificazione e alla privatizzazione. 

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