
Dopo 45 giorni di trattative che si sono svolte in tavoli separati per il rifiuto di CGIL,CISL, UIL di sedere insieme al rappresentante della CUB Sanità, la trattativa si conclude in sede Direzione del Lavoro della Città Metropolitana di Firenze ( D L ), in cui si è discusso degli ultimi 6 esuberi ancora rimasti dopo i 45 giorni di discussione sindacale. In sede DL i rappresentanti aziendali assistiti dai rappresentanti del gruppo Unipol e le OO.SS. CUB Sanità e CGIL, CISL hanno convenuto di proporre a 5 degli esuberi, ancora rimasti a rischio licenziamento, la trasformazione dell’orario di lavoro da full time a part time e al sesto esubero una variazione di mansione con mantenimento del livello contrattuale. Come CUB Sanità fin dal primo giorno di trattativa avevamo chiesto alla azienda di ricercare soluzioni alternative al licenziamento quali ad es. : il ricollocamento in altre strutture, l’accompagnamento al pensionamento per coloro che già erano vicini alla maturazione del diritto, l’utilizzo dei part time, ecc .. Ma solo in una seconda fase delle trattative l’azienda ha preso in considerazione queste possibili alternative.
La prima fase è stata infatti caratterizzata da un serie di licenziamenti consensuali, tutti pilotati da CGIL che ha convinto molti lavoratori a firmare un licenziamento consensuale con un incentivo di 3 mensilità, più 300€ per rinunciare ad ogni rivalsa futura verso l’azienda ed una assunzione concordata attraverso agenzia interinale presso la AOU di Careggi per 6 mesi. Ben 27 lavoratori ( pari al 60% dei licenziamenti richiesti), tutti dell’area sanitaria, sono stati accompagnati al licenziamento con la paura che tanto sarebbero stati licenziati comunque. Per questi lavoratori, che hanno perso, definitivamente, un posto di lavoro fisso a fronte degli incentivi di cui sopra , in sede D. L. si è convenuto di dare loro diritto di prelazione nel caso in cui la Casa di Cura dovesse riassumere nei prossimi 18 mesi ( 12 quelli richiesti da CGIL, 18 quelli concessi da Unipol ) .
Definire tutto ciò “ lana caprina “ non è sbagliato, infatti se mai dovessero essere riassunti lo sarebbero non più a tempo indeterminato, ma come detta il Jobs Act, a tutele crescenti ovvero senza più un diritto al posto di lavoro. Dobbiamo dire che se ci fosse stata una unità sindacale ( cosa che come CUB abbiamo sempre ricercato e che i Confederali sempre rifiutato) avremmo potuto superare questa fase in modo più favorevole per i lavoratori. A nostro avviso i 46 licenziamenti richiesti non corrispondo alle reali necessità di crisi della azienda, i pensionamenti possibili potevano essere di più solo se Unipol avesse accettato la possibilità consentita dalla lg. 92/2012 , i part time avrebbero potuto essere spalmati su più lavoratori ed i trasferimenti in altre aziende avrebbero potuto essere di più. La situazione attuale dimostra che avevamo ragione, oggi, a Villa Donatello, si accusa già carenza di organici rispetto ai carichi di lavoro presenti e conseguente peggioramento delle condizioni lavorative, maggior precarietà, accresciuta incertezza sul presente e sul futuro, ancora oggi, infatti, la proprietà Unipol non dichiara come pensa di riorganizzare la Casa di Cura.
Fonte: Ufficio stampa
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