
'Toscani in giro' è stata altre volte in Australia a trovare persone che sono andate a vivere nella Terra dei Canguri. Ma la storia di Giuseppe e Sara, entrambi di Fibbiana (Montelupo Fiorentino) è veramente particolare. Sono una giovane e bella coppia che ha deciso insieme di andare a fare esperienza in una terra remota da casa, per poi restare e vedere di iniziare un futuro. gonews.it è andato a conoscerli.
Nome e Cognome: Giuseppe Terrasi (per gli amici Jep) e Sara Fabbrizzi
Anni: 25 anni
Cresciuti a: Montelupo Fiorentino
Studi: Giuseppe diplomato Geometra. Sara si è diplomata al Liceo Artistico e in seguito ha conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l'Università di Pisa.
Residenza: Fibbiana (Montelupo Fiorentino) entrambi.
Lavoro in Italia: Guseppe ha svolto vari lavoretti qua e là dopo il diploma, tra cui anche per suo padre, che ha una ditta edile. Dopodichè ha iniziato come magazziniere 'tuttofare' in una fabbrica e lì è rimasto per circa 3 anni e mezzo. Sara, principalmente, ha lavorato come assistente wedding planner mentre studiava all'università.
Prima esperienza all'Estero: Australia per Giuseppe, Londra per Sara.
Jep, perché hai deciso di andare all'estero?
Sara mi aveva sempre detto che, una volta finita l'Università, aveva questo desiderio impellente di andare a fare un'esperienza all'estero. Io, invece, sono sempre stato un po' fifone, l'idea di pianificare una cosa enorme come spostarsi dall'altra parte del mondo mi faceva rabbrividire. Ma un po' per pazzia, un po' per amore un po' perché sentivo il bisogno di dimostrare a me stesso che potevo farlo, mi sono lasciato convincere.
Sara si laurea e noi dobbiamo rispondere delle nostre promesse. Io mi trovavo in una situazione piuttosto triste, non avevo stimoli ed anche il mio lavoro, per quanto stabile fosse, mi stava lentamente spegnendo. Così ci siamo detti, siamo giovani, nulla da perdere. Praticamente ora o mai più. C'è da mettere in chiaro, però, che io e Sara, siamo partiti con l'idea di fare un'esperienza all'estero, con la voglia di scoprire qualcosa di nuovo, mettersi in gioco. Non tanto per la situazione in Italia. Che era ed è critica. Più che altro eravamo desiderosi di esplorare, viaggiare, spezzare il quotidiano, e uno degli altri motivi principali era quello di migliorare la lingua.
Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
Crediamo che il lavoro, per come lo si vive, rappresenti una bella porzione della propria vita. In base a quello puoi trovare nuovi stimoli, conoscere persone, fare esperienze ed arricchirsi dal punto di vista sociale. Parto dal presupposto che se un lavoro, per quanto umile o meno possa essere, non ti dona quella serenità mentale ed economica sono proprio la tua vita sociale e il tuo integrarsi nei contesti che ti circondano a pagarne per primi.
Beh, ci sentiamo di affermare che qui siamo molto sereni. 'Inteso? Eheh...'.
Un aspetto che, sopratutto per noi italiani, non bisogna per nulla sottovalutare è che in giro per il mondo, quella cosa, a noi tanto sconosciuta (con le dovute eccezioni, s'intende) qual è la meritocrazia, esiste. Esiste per davvero!
Quindi riassumendo: guadagni per ogni goccia di sudore versata, puoi stare tranquillo dal punto di vista mentale ed economico e, ultimo ma non per ultimo, puoi ambire a realizzarti lavorativamente.
La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatto prima di partire?
Sapevamo che l'Australia non è come lItalia da molti punti di vista. Però viverla e avere la possibilità di vederlo con i propri occhi è diverso. In poche parole, è tutto molto più semplice. Si respira un'aria diversa, rilassante. Le persone sono disponibili. Non esiste alcun tipo di pregiudizio e nonostante un numero indefinito di divieti, che in italia farebbero esplodere il caos, l'australia può essere considerato un paese dal pensiero libero.
Ovviamente parliamo solo e soltanto in base alle nostre esperienze. Alle persone conosciute lungo la strada e a quello che i nostri occhi hanno visto.
Cosa ti manca dell'Italia?
Sicuramente stare lontano dalla famiglia non è cosa da poco. Ma per fortuna c'è Skype, grande invenzione. Quando abbiamo fatto ritorno in Italia dopo un anno, ci ha fatto un effetto molto strano. Ci è sembrato di non essere mai andati via, cosa che non ci aspettavamo. Poi ci sono gli amici, il cibo italiano, e le nostre tradizioni.
Sara mi ha fatto notare un passo di un libro che sta leggendo in questi giorni, e ci ha colpito molto: “Ogni essere umano è un eroe. E l'eroe combatte sempre per tornare a casa. Potrebbe restarci fin dall'inizio ma l'intuito gli suggerisce che per amare le sue radici in maniera consapevole dovrà prima lasciarle, dimenticarle, addirittura rinnegarle, per poi iniziare a struggersi nel ricordo e, superata la prova della lontananza, decidere in piena libertà di farvi ritorno. Soltanto allora sarà in grado di apprezzare ciò che già possedeva, ma non era in grado di comprendere. Il tesoro che cerchi si trova dove sei, ma come faresti a saperlo se non andassi a cercarlo da qualche altra parte?” - Avrò cura di te- Massimo Gramellini e Chiara Gamberale.
Torneresti a lavorare in Italia?
Non abbiamo abbandonato del tutto l'idea di poter far ritorno. Ovvio però, che nel caso in cui dovessimo tornare, dovremmo scontrarci nuovamente con un mondo del lavoro totalmente diverso. Certo sarebbe dura dopo tutto questo tempo in Australia.
Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero?
Appena arrivati volevamo subito immergerci nell'Australia vera, per capire meglio il paese in cui avevamo deciso di andare. Abbiamo fatto i turisti per i primi giorni, a Perth. Poco dopo ci siamo messi a cercare farms in cui poter lavorare, e dopo aver ricevuto risposta da un farmer che in quel periodo aveva bisogno, siamo partiti. La farm si trovava a Chidlow, sulle colline di Perth, una 60ina di km dalla città. Non del tutto nel mezzo all'outback australiano, ma quasi. Iniziamo quello che si chiama WWOOFING, ovvero svolgere dei lavoretti per il proprietario della farm in cambio di vitto e alloggio. Inoltre, lavorando per 88 giorni in Farm, ottieni il permesso per richiedere il secondo visto di un altro anno per stare in Australia. Abbiamo fatto di tutto, abbiamo raccolto mandarini, lime e limoni; abbiamo potato la vigna; tagliato l'erba; irrigato i campi tutti i giorni; abbiamo consegnato cartoni di vino; guidato trattori, zappato la terra nel vero senso della parola. Insomma non sempre una passeggiata, ma col senno di poi un'esperienza che consigliamo a tutti.
Dopo quattro mesi siamo tornati in città e abbiamo avuto modo di iniziare una nuova esperienza, quella dell'house sharing all'estero. Siamo sei ragazzi di nazionalità diverse e sotto lo stesso tetto ci siamo creati una sorta di famiglia.
Poco dopo abbiamo trovato lavoro. Io ho continuato e tutt'ora continuo a lavorare per il farmer, che ha una ditta edile. Sono partito da fare il muratore e adesso sono capo cantiere. Sara lavora in un vecchio magazzino rinnovato da poco, con vari locali e attività che collaborano fra loro.
Messi da parte un po' di soldi, prima del nostro rientro in Italia, volevamo fare un bel giro per vedere altro dell'Australia. Così abbiamo preso un Van, siamo partiti da Perth e siamo arrivati a Sydney. Siamo passati per la meravigliosa costa Sud del Western Australia, abbiamo attraversato il “nullarbor plain” 1200km di deserto per arrivare ad Adelaide, poi verso Melbourne attraverso la Great Ocean Road ed infine, Sydney. Un mese di viaggio, una vera e propria avventura on the road, che sicuramente è stata l'esperienza più bella di tutto questo anno se non della nostra vita.
Passato un mese in Italia siamo di nuovo qua, nella terra dei canguri. Ancora non ci è del tutto chiaro quello che vogliamo fare. Se provare a stabilirci qua o meno. Siamo giovani, con ancora tanta voglia di esplorare, per questo mettere radici così presto ci mette un po' paura e anche ansia. Abbiamo deciso di viverla come viene, vedremo.
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