
L’Aquila-Tuttocuoio, una partita che doveva finire 3-1 per favorire lo scommettitore albanese Edmond Nerjaku. E’ quanto riporta l’inchiesta del comando di Polizia di Catanzaro che ieri ha sollevato un vero e proprio terremoto nel mondo del calcio. La combine tra la squadra di Ponte a Egola, frazione di San Miniato, e la formazione abruzzese è stata messa in piedi per via telefonica.
Tra i 70 indagati della maxi inchiesta che ha colpito il calcio italia c'è Ercole Di Nicola, direttore sportivo de L’Aquila. Di Nicola si mette in contatto con Eugenio Ascari, procuratore sportivo residente a Pontedera, come possibile interlocutore della combine della sfida tra le due formazioni fissata il 25 marzo, recupero della gara in programma a dicembre non giocata per neve.
Ascari a sua volta si mette in contatto con il procuratore Andrea Bagnoli, ufficialmente non un membro dell’organigramma del Tuttocuoio ma, molto legato alla società di San Miniato. Ascari e Di Nicola, a quanto risulta ai magistrati dalle intecettazioni, hanno mediato per truccare il risultato della partita: nei virgolettati riportati dagli inquirenti si parla anche di una formazione composta da riserve per i neroverdi.
Tra gli indagati anche un giocatore neroverde, il difensore Balde, che risulta dalle intercettazioni come l’uomo che doveva favorire gli sviluppi della gara truccata. La combine però non va a buon fine: la partita finisce infatti col risultato in favore dei padroni di casa, ma terminerà sul parziale di 1-0, cosa che Di Nicola non manderà giù.
Di Nicola sembra essere, a quanto emerge dall’inchiesta, uno dei principali organizzatori di partite nelle serie inferiori del calcio italiano, uno dei membri più influenti di questa “organizzazione criminale”, come è stata definita dagli investigatori calabresi.
Tra le altre gare che avrebbero visto la sua ‘firma’ anche la sconfitta del Torres sul campo del Pisa: Di Nicola si sarebbe messo in contatto con la società sarda per combinare una sconfitta. Come? Innanzitutto facendo schierare la formazione Beretti, guidata poi in campo non dall’allenatore Costantino, bensì dal suo uomo in seconda.
Ventimila euro, da investitori serbi e sloveni, il compenso per Di Nicola per combinare a tavolino il risultato della partita valida per la Coppa Italia di Lega Pro.
Con il benestare del presidente della Torres, Capitani, la formazione sarda è andata a perdere sul campo dei toscani la partita con una formazione mal assortita e con l’allenatore in seconda in panchina per destare ancor meno sospetti.
Da sottolineare che in questa vicenda risulta assolutamente estranea ai fatti la società toscana: il Pisa, da quanto emerge dalle indagine, risulta essere all’oscuro di tutta la situazione e non vi sono indagati tra i tesserati della società nerazzzurri.
Giorgio Galimberti
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