
In un articolo del 12 maggio il quotidiano 'Il Tirreno' ha raccontato la chiusura della Greentrade di Fauglia, azienda specializzata nella produzione di fertilizzanti, secondo le parole dell'amministratore Leonardo Giolli.
"È colpa della burocrazia se devo chiudere - titolava il giornale riprendendo le dichiarazioni di Giolli -: le lamentele dei cittadini hanno portato ai sopralluoghi di Arpat, Asl, Suap e Comune, i quali non hanno trovato un accordo per farci continuare a lavorare".
Di seguito pubblichiamo la versione dell'agenzia Arpat:
"In merito all'articolo apparso sul Tirreno-Pontedera in data 12/05/2015, si ritiene utile chiarire aspetti, soprattutto ambientali, che non sono stati minimamente menzionati ed a cui ha partecipato attivamente anche ARPAT. L’attività della GreenTrade è la commercializzazione e produzione di fertilizzanti a partire da materie prime vegetali, minerali ed animali, ma non da rifiuti.
A seguito di una richiesta del Comune, motivata dal disagio arrecato dall’attività della GreenTrade ai residenti, personale del dipartimento ARPAT di Pisa, nel marzo del 2014 effettuò due sopralluoghi presso l’attività produttiva congiuntamente a personale del ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, competente in materia di produzione e commercializzazione fertilizzanti.
Durante le ispezioni furono accertate diverse irregolarità ambientali, che avevano provocato le maleodoranze lamentate ed il sollevamento di polveri provenienti dai grossi cumuli di “ammendante compostato verde” in corso di maturazione, presenti sui piazzali, ai piedi dei quali vi erano grosse pozze di colaticcio stagnante che, nella zona nord, andava ad interessare il terreno esterno all'impianto. La rete fognaria interna di raccolta delle acque meteoriche risultava allacciata direttamente al Rio Fiocina affluente del torrente Tora, senza subire alcun pretrattamento.
Furono riscontrate anche irregolarità amministrative in merito al titolo abilitativo della società ed alla gestione del fertilizzante denominato “Cascami di Lana, concime organico” la cui presenza era stata riscontrata nei cumuli di “ammendante compostato verde” in lavorazione. Il campione del “cascame di lana –concime organico” prelevato a cura del personale ICQRF del Mipaf aveva evidenziato la presenza di fibre estranee, non consentite dalla norma.
A seguito di ciò, il SUAP dell'Unione Valdera nel maggio del 2014 ordinò la cessazione dell'attività, in quanto sprovvista di ogni titolo abilitativo, fino all'ottenimento delle autorizzazioni previste e contestualmente la rimozione dei materiali maleodoranti e polverulenti dai piazzali.
Al fine di consentire all'azienda la rimozione dei materiali e la loro commercializzazione, come richiesto dal titolare, nel mese di giugno 2014 fu attivato un tavolo tecnico cui hanno partecipato tutti gli enti coinvolti nel procedimento: Comune, SUAP, Provincia, ASL, ARPAT, ICQRF e Polizia Municipale nel quale furono concordate le modalità di esecuzione dei lavori, la tempistica e con l'occasione la ripresa di alcune lavorazioni dei fertilizzanti per poterli commercializzare correttamente.
A fine luglio 2014 personale del dipartimento ARPAT di Pisa e del ICQRF del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali si recò nuovamente presso la Ditta GreenTrade, su richiesta della locale Polizia Municipale, dei Carabinieri della Stazione di Fauglia e del NOE di Grosseto. In tale occasione fu accertato che erano ancora presenti gli inconvenienti ambientali, già rilevati in precedenza, ovvero erano ancora presenti i colaticci in più zone dello stabilimento con la possibilità che tali sversamenti potessero andare ad interessare il reticolo idrografico esterno allo stabilimento, dato che la rete di raccolta delle acque meteoriche era ancora allacciata al corpo ricettore originale. Inoltre in una zona dello stabilimento, destinata a verde, era stato spianato un consistente quantitativo di ammendante fuori specifica, mescolato con “cascami di lana” di dubbia qualità.
A seguito di questi ulteriori accertamenti il Comune emise un nuovo provvedimento ordinativo affinché il titolare provvedesse ad eliminare i ristagni di colaticcio ancora presente, rimuovesse lo strato di “ammendante” spianato accumulandolo per sottoporlo a vagliatura per la separazione degli agglomerati di lana, prima di essere destinato all'utilizzo.
L'azienda ha poi comunicato di aver ottemperato a tali prescrizioni e solo all'inizio di novembre 2014 ha presentato regolare richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale al SUAP dell'Unione Valdera per ottenere l'autorizzazione all'attività produttiva che è stata rilasciata in data 3 febbraio 2015, e quindi l'azienda potrebbe tranquillamente operare, se rispetta le lnorme.
Per quanto verificatosi nel corso del 2014 ed inizio 2015, mentre gli Enti hanno cercato di costruire un percorso che permettesse alla GreenTrade di risolvere le grosse carenze strutturali ed amministrative per rientrare nella legalità, certamente non possono permettere ad un'azienda di lavorare in modo irregolare e senza rispettare le normative a tutela dell’ambiente (e questa non è "burocrazia")."
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