I Cinque Stelle: "Dopo le dichiarazioni del pentito Schiavone tutto tace"

foto d'archivio

I grillini tornano a puntare il dito sulle rivelazioni contenute nelle testimonianze del 1997 da parte del collaboratore di giustizia che individuerebbero nella cittadina conciaria il punto di partenza per un traffico criminale di rifiuti pericolosi. "Abbiamo chiesto un consiglio comunale aperto sull'argomento ma ad oggi nessuna risposta"


Se da Piazza Matteotti ci incamminiamo verso il Corso e passiamo di fianco alla palazzina dell'Associazione Conciatori, ci troviamo a percorrere Via Buoni. In questa stradina stretta, dove le case da secoli si stagliano le une di fronte alle altre come sentinelle di guardia, al numero civico 2/A troviamo una porta dall'aspetto trascurato. Nessuna insegna, nessuna targa sta ad indicare chi o quale tipo di attività si trovi dietro quella porta. Tuttavia in via Buoni, al numero 2/A, troviamo la sede del C.I.S. srl, Consorzio Impianti Smaltimento. Questa società, SPA fino al 2007 quando è stata messa in liquidazione volontaria, ha un passato torbido, almeno stando alle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone

Alla fine degli anni 80 il geometra Gaetano Cerci stabilisce contatti con il C.I.S. per lo smaltimento illegale dei fanghi conciari. Cerci è infatti l'emissario dell'Avv. Chianese, il boss che gestisce il business dei rifiuti tossici per conto del clan dei Casalesi. Grazie a questi rapporti inizia un trasporto criminale di materiale inquinante che ha come punto di partenza Santa Croce e come destinazione le cave della Camorra nel casertano. Uno dei camion, un 190-38 turbo targato CE607050, è addirittura di proprietà di Carmine Schiavone, oggi collaboratore di giustizia, che in quegli anni è ai vertici del clan. Tutto questo emerge dalle dichiarazioni che lo stesso Schiavone rilascia alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie il 7 ottobre 1997.  

Gli atti della seduta vengono secretati. Gli anni passano e in quelle zone della Campania la terra malata uccide di tumore. Nell'agosto di quest'anno Schiavone viene intervistato da Sky Tg24 e le sue parole suscitano un tale clamore che in Parlamento Luigi di Maio del M5S chiede la declassificazione degli atti del 1997. Oggi è finalmente tutto pubblico, ma non a Santa Croce dove aleggia uno strano clima di omertà. Chi dirigeva il C.I.S. in quegli anni? Chi ha preso contatti con Cerci? Il M5S di Santa Croce ha presentato un'istanza per un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza perché si facesse luce su tutta la vicenda. Dopo un mese nessuna risposta. Il silenzio delle istituzioni e dei giornali su quanto è accaduto è desolante: eppure ci sono responsabilità politiche evidenti, in quanto chi doveva controllare non lo ha fatto, per negligenza o per malafede. Ci aspettiamo che l'Amministrazione Comunale, che pare già troppo impegnata sul fronte della campagna elettorale, si preoccupi invece di dare spiegazioni su questa storia che ha provocato danni incalcolabili per la salute e per l' ambiente. Il nostro timore è che, come purtroppo spesso accade in Italia, si cerchi di abbuiare tutto. Se ci sono delle responsabilità è giusto che i cittadini sappiano e chi ha sbagliato paghi...... una volta tanto!

Fonte: Audizione del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone - 7 Ottobre 1997

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