
Il piano Juncker? "Troppo tardi, troppo poco. Non c'è quella svolta che avremmo potuto auspicare", sia per l'esiguità dei fondi che per i tempi lunghi, così Enrico Rossi, presidente uscente della Toscana e candidato alla rielezione, a Bruxelles, per partecipare alla plenaria del Comitato delle Regioni Ue e proporre emendamenti ad un parere sul piano all'odg della seduta.
"Stiamo facendo ricorso al normale debito della Cassa depositi e prestiti - spiega -. Se avessimo aspettato questo piano non sarebbero partite cose importanti come Piombino, Livorno, Massa Carrara o il raddoppio della ferrovia Lucca-Firenze. E' un pacchetto da un miliardo che la Regione ha confezionato, e che finanzia per circa la metà. Qualcosa arriva dal governo, e molto sono gli enti preposti, da Rfi alle Autorità portuali". Rossi è critico anche sul Quantitave easing". "Se le banche chiedono l'8 o il 9% in relazione all'affidabilità, oppure precludono il ricorso ai prestiti perché si ritiene che certe imprese non siano adeguate, mi pare che non stia dando quei risultati che ci potevamo attendere".
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