Sette minuti – Dignità, diritti e lavoro secondo Alessandro Gassmann e Ottavia Piccolo.

7 Minuti - Teatro Excelsior EmpoliQuello che è andato in scena il 30 marzo al teatro Excelsior di Empoli è un vero capolavoro di teatro civile. Uno spettacolo moderno, toccante e molto molto attuale che parla di dignità, lavoro e diritti. Concessi e negati.

In scena una sublime Ottavia Piccolo, più brava che mai, e un cast di dieci donne più o meno sconosciute ma perfettamente credibili nei personaggi fortemente caratterizzati che interpretano (Arianna Ancarani, Eleonora Bolla, Vittoria Corallo, Cecilia Di Giuli, Paola Di Meglio, Balkissa Maiga, Stella Piccioni, Silvia Piovan, Olga Rossi, Stefania Ugomari Di Blas).

Il cast ha dato voce a una storia scritta da Stefano Massini che si basa su una vicenda accaduta non molto tempo fa oltralpe. 7 minuti, questo il titolo,  racconta della lotta di un gruppo di lavoratrici. Undici donne facenti parte del consiglio sindacale di una fabbrica tessile che conta  ben duecento tra operaie e impiegate. Le protagoniste sono chiamate a fare una scelta dall’apparente semplicità. In seguito al passaggio di proprietà dell’azienda, tutte temono di perdere il lavoro o di dover sottostare a una trattativa difficile per poter mantenere lo stesso contratto. Grande sorpresa quando l’àut àut al quale vengono messe di fronte sembra di un’innocenza e una leggerezza mostruose: rinunciare solo a 7 minuti di pausa al giorno per poter mantenere intatte tutte le altre condizioni lavorative. All'entusiasmo iniziale, però, pian piano subentrerà nelle rappresentanti la consapevolezza che viene tolto loro qualcosa di più importante di qualche minuto di libertà: la dignità.

Si cerca un punto di incontro tra sospetti, litigi e pianti. Ma è Bianca, la più anziana (Ottavia Piccolo), che induce il gruppo alla riflessione. Un’ attenta riflessione sui diritti. Che si cedono. Che sembrano un lusso, un optional. Un per di più. Bianca invita a riflettere  sui diritti acquisiti con tanta fatica e che pian piano si stanno cedendo come se non valessero niente rendendoci tutti schiavi ricattabili. I sette minuti che lei non vuole regalare all'azienda, infatti, sono un simbolo. Quei sette minuti moltiplicati per i giorni, per le settimane, per il numero delle operaie, andranno a  coprire seicento ore di lavoro. Le nuove assunzioni non saranno confermate. E la nuova proprietà lucrerà con un abuso fatto passare come una concessione…

Nella discussione le donne sono portatrici tutte di idee e  storie diverse. Suggestivo l’escamotage della proiezione, su un telo a scomparsa, di immagini che corredano i racconti personali delle protagoniste in un alternarsi di  monologhi intimistici a dibattiti serrati in cui i  toni si alzano e si abbassano in un crescendo dal finale a sorpresa, volutamente lasciato aperto dal regista Alessandro Gassmann.

Il teatro può davvero essere luogo di denuncia e lo dimostra proprio questo spettacolo dal linguaggio asciutto e coinvolgente, figlio della rabbia, dell’angoscia e  della precarietà̀ lavorativa che contraddistingue  il mondo del lavoro dipendente.

Senza dubbio da vedere.

Il cast - 7 minuti

 

Giusi Alessandra Vaccaro

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