Sversamenti in Usciana: ascoltati Arpat e Guardia di Finanza. L'indagine partì da una segnalazione

Pesci morti fotografati nell'Usciana a Santa Maria a Monte

Si è tenuta ieri, giovedì 2 aprile, la terza udienza del processo sugli sversamenti del depuratore di Ponte a Cappiano nell'Usciana. Secondo l'accusa, grazie ad una manomissione del campionatore Arpat , sarebbero stati sversati oltre 5 milioni di metri cubi di materiale non trattato in circa sei anni per un guadagno di 18 milioni di euro. All'epoca, ottobre 2013, furono sequestrati beni del Consorzio Conciatori di Fucecchio. Una sentenza con rito abbreviato è già stata emessa contro due dipendenti del Consorzio. Ieri sono stati ascoltati i rappresentanti di Arpat e Guardia di Finanza. Le indagini, secondo quanto emerso durante l'udienza, non sarebbero partite da una moria di pesci, ma da una segnalazione di una 'fonte confindenziale'. Le guardie gialle hanno confermato le accuse e ci sarebbero anche alcune intercettazioni telefoniche che saranno depositate nella prossima udienza, fissata al 28 maggio. In quella data dovrebbero essere sentiti anche un consulente. L'Arpat, invece, ha presentato i propri studi e avviato la battaglia sul piano ambientale.

Giovanni Mennillo

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