
"Con la manovra di assestamento del Bilancio di Previsione 2013 il Sindaco Ciaponi ha compiuto un’operazione magistrale per trovare le risorse che gli consentono l’ attuazione delle sue priorità cioè l’assistenzialismo , la convinta incapacità di tagliare gli sprechi e il ripianamento di un buco nel bilancio di 700.000 euro.
In un momento in cui l’Italia è attanagliata da una pressione fiscale che tocca il 44,2% e il cuneo fiscale è al 47,6% ,in un’emergenza in cui non si parla che dell’assoluta necessità di tagli alla spesa pubblica, il Comune di S.Croce sull’Arno aumenta l’IMU sugli immobili produttivi, sui fondi commerciali ,uffici etc.
Ma più sbalorditivo è il fatto che sia riuscito a vendere al Consorzio Depuratore il terreno ,su cui insiste il Depuratore, a 18 euro al metro quadro, terreno di nessun valore come viene affermato nella stessa perizia formulata dal Dirigente del Comune Ing .Dani e su cui il Consorzio Depuratore aveva già la concessione del diritto di superficie fino al 2031, con “la possibilità di realizzare e mantenere sopra e sotto il suolo tutte le opere necessarie e funzionali alla miglior gestione dell’Impianto di Depurazione Centralizzato,in particolar modo quelle interessate dall’Accordo di Programma” meglio conosciuto come Tubone.
Sta di fatto che nel giro di 2 anni gli imprenditori del reparto produttivo afferenti al Consorzio Depuratore( conciatori e contoterzisti) hanno sborsato tra acquisto delle fognature industriali, terreno etc. la bellezza di ben quasi 3 milioni di euro. Molti imprenditori ci hanno fatto presente le loro difficoltà nel far fronte alle cospicue richieste di provviste finanziarie che sono state loro inviate dal Consorzio Depuratore, in momenti così particolarmente difficili per il settore, per cui viene da chiedersi se questi acquisti siano frutto di decisioni realmente condivise. Anche perché nella vicina Ponte a Egola nessuno si è sognato di comprare l’impianto Cuoiodepur,né il terreno su cui insiste, né la fognatura industriale per la quale è stato addirittura beneficiato di un finanziamento da un milione di euro da parte della Regione Toscana ,in quanto opera pubblica, per la ristrutturazione, eppure anche le aziende di Ponte a Egola partecipano alla realizzazione del Tubone.
Mettere sulle spalle degli imprenditori la soluzione ai problemi dell’Amministrazione Comunale e così aggravare ulteriormente le difficoltà delle nostre aziende non giova a nessuno perché per ogni azienda che chiude decine di famiglie perdono il loro sostentamento. Crediamo ci sia da riflettere su queste cose".
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