Ogni anno nell'Asl 11 una decina di nuove infezioni da Hiv e 4 casi di Aids. Il primo dicembre è la giornata mondiale

foto d'archivio

Come ogni anno, il 1 dicembre si celebra la giornata mondiale per la lotta all’Aids. Si tratta di una occasione importante per accrescere la sensibilità su una malattia che ancora non è stata sconfitta, nonostante si conoscano da anni gli strumenti per la prevenzione.

Nell’Asl 11 si registrano poco più di 10 nuove infezioni da Hiv ogni anno, e circa 4 nuovi casi di Aids: il numero di soggetti infetti si stima in circa 500, compresi coloro che ignorano di esserlo.

L’Asl 11 si impegna da molti anni per la prevenzione e il controllo dell’infezione. Ad ogni anno scolastico, vengono attivati interventi di informazione presso le scuole superiori sulla conoscenza dell’Hiv e delle altre malattie a trasmissione sessuale e sulle norme di prevenzione: nel 2012-13 sono stati coinvolti complessivamente circa 1700 studenti.

Il test Hiv può inoltre essere effettuato su richiesta del medico curante presso tutti i centri prelievi, oppure senza alcuna richiesta presso l’unità operativa Igiene  e Sanità Pubblica di Empoli, via dei Cappuccini n. 79 ( piano terra, stanza 25), tutti i mercoledì, dalle 12 alle 13.30 e dalle 17 alle 18. E’ garantita la massima privacy e il test può essere effettuato anche nel più completo anonimato.

Inoltre, per i soggetti risultati affetti da Hiv, l’Asl 11 ha una convenzione con l’unità operativa Malattie Infettive dell’Asl 10 di Firenze, che permette la presa in carico per il necessario percorso di diagnosi, cura e controllo direttamente presso un ambulatorio a Empoli che attualmente segue oltre 100 persone.

In Italia il numero di infezioni è sostanzialmente stabile da diversi anni, ma con qualche preoccupante segnale di tendenza all’incremento nell’ultimo periodo. Anche se, per effetto delle terapie, si è ridotto il numero delle persone in cui la malattia evolve verso lo stadio di Aids, e ancor più il numero di decessi, nuove infezioni continuano a verificarsi, con modalità diverse rispetto a quanto avveniva nei primi anni dalla comparsa della malattia.

Le nuove infezioni da Hiv oggi si caratterizzano infatti per una età media più avanzata rispetto al passato, e per un contagio che si realizza prevalentemente per via sessuale, attraverso rapporti occasionali non protetti. Inoltre, da tutte le statistiche si rileva che la diagnosi di infezione è tardiva in circa la metà dei casi, nel senso che la si scopre quando sono già comparsi sintomi, il che può rendere più problematico il trattamento. Inoltre, soggetti inconsapevolmente infetti possono aver trasmesso il virus ai propri partners sessuali e non è infrequente riscontrare anche la positività del coniuge.

Riguardo agli interventi di prevenzione, oggi la sicurezza delle trasfusioni e degli interventi chirurgici è massima, ed anche i casi legati alla tossicodipendenza sono in netto calo grazie all’abbandono della pratica di scambiarsi le siringhe. Invece, le norme di prevenzione per quanto riguarda la trasmissione sessuale, che è attualmente la modalità più frequente con cui ci si contagia, risultano essere disattese sia dai giovani che dai meno giovani. Eppure, l’utilizzo del preservativo è considerato da molto tempo lo strumento più efficace per prevenire la trasmissione del virus. Parimenti importante è il ricorso al test Hiv, per individuare precocemente una eventuale infezione e poter mettere in atto le adeguate terapie, e per evitare di trasmettere l’infezione ad altri.

Fonte: Azienda Usl 11 - Empoli

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