“La riduzione degli orari contrattuali individuali nelle Rsa Villa Serena e Pascoli di Livorno è frutto delle richieste dei lavoratori e non di una imposizione unilaterale delle cooperative, che sarebbe peraltro impossibile come dovrebbe ben sapere chi si occupa di rapporti di lavoro”.
Antonella Oronte, presidente della cooperativa G. Di Vittorio, capofila dell'Associazione Temporanea di Imprese composta anche dalle cooperative Agape e Cuore che ha in gestione le due strutture, risponde così alle dichiarazioni rilasciate dal segretario provinciale dell'Unicobas.
“E' semplicemente vergognoso – dice Oronte – che il segretario Unicobas parli di 'schiavitù': è un linguaggio che si pone al di fuori di qualsiasi dialettica civile, anche la più aspra, ed è offensivo non solo per le nostre cooperative ma prima di tutto per i nostri lavoratori. Per questo stiamo anche valutando di adire le vie legali”.
Quanto alla tipologia dei contratti dei lavoratori delle Rsa villa Serena e Pascoli, la presidente della cooperativa Agape Marta Perini spiega: “I passaggi da tempo pieno a tempo parziale rispecchiano il modello organizzativo e le ore di servizio che devono essere svolte da ciascun operatore e che sono state valutate positivamente in fase di aggiudicazione. Non solo non vi è stata costrizione, ma i contratti di lavoro individuali sono stati sottoscritti alla presenza dei funzionari sindacali, anche di coloro che oggi parlano, vergognosamente, di schiavitù”.
L'appalto per la gestione delle due strutture è iniziato il 16 giugno 2014, con committente Comune di Livorno. Il raggruppamento temporaneo di imprese aggiudicatario, composto dalle tre cooperative sociali toscane Di Vittorio, Agape e Cuore, ha subito assunto la totalità dei lavoratori e delle lavoratrici precedentemente impiegate sul servizio, garantendo ad oltre 220 lavoratrici e lavoratori contratti di lavoro a tempo indeterminato e riconoscendo a ciascuno di loro i livelli di inquadramento e retributivi spettanti.
Le cooperative hanno inoltre stabilizzato, offrendo contratti di lavoro a tempo indeterminato, circa 10 lavoratori e lavoratrici, nel precedente appalto assunti con contratti a termine o con altre tipologie precarie. Sono stati assicurati i posti di lavoro anche per il personale non in possesso del titolo abilitante alla mansione e richiesto nell’appalto aggiudicato, garantendo loro il diritto di precedenza una volta acquisiti i titoli richiesti, così come poi è avvenuto.
Nonostante la forte riduzione delle ore previste nel comparto lavanderia, in quanto non previsto nell’appalto aggiudicato e che avrebbe comportato la perdita del posto di lavoro di 7 persone, le cooperative hanno garantito a tutti un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
“Il passaggio di appalto – dice la presidente della cooperativa Cuore Assunta Astorino – è stato fatto attraverso un costante e serrato confronto con le organizzazioni sindacali che sottoscrivono il contratto nazionale di lavoro, così come prevede la legge, sottoscrivendo appositi accordi che sono stati sottoposti all’approvazione dell’assemblea dei lavoratori”.
“I rapporti con i lavoratori sono improntati al dialogo ed alla collaborazione – spiegano le presidenti delle tre coop sociali – e anche grazie a questo le cooperative sono riuscite a garantire lavoro stabile per tutti, nonostante le difficoltà riscontrate. Il confronto con le rappresentanze dei lavoratori è continuo e la dialettica improntata al costante miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità del servizio che viene svolto. Nonostante Unicobas tenti di avvelenare il clima in cui lavoriamo – concludono – non verremo mai meno al pieno rispetto ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici né alla centralità degli anziani e degli ospiti delle due strutture”.
Fonte: Ufficio Stampa
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