Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, preparato con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie. Quelli più diffusi in Italia sono quelli preparati con le patate. Molto diffusi sono anche quelli preparati con acqua e farina. Gli gnocchi alla romana sono preparati con il semolino, altri con farina di mais; inoltre vengono usati svariati altri ingredienti in base alla tradizione locale/regionale. Possono venire serviti come primo, come è tradizione in quasi tutta Italia, come piatto unico o come contorno.
Ringrazio per questa buonissima ricetta, secondo i miei gusti, la signora Antonella, mi ha scritto per e-mail. Antonella ha seguito questa ricetta per fare in casa gli gnocchi, mi ha scritto che era preoccupata per la realizzazione, ma poi mentre impastava si è rilassata e ha fatto per la prima volta i suoi gnocchi e i suoi cari si sono leccati i baffi. Brava Antonella non ci facciamo intimidire da alcune ricette che sembrano lunghe o complicate, sperimentate sempre e come dice il proverbio "Roma non è stata costruita in un giorno".
Gnocchi di patate e funghi con crema di taleggio
Ingredienti per 4 persone
Per gli gnocchi
1 kg di patate a pasta gialla farinose
300 gr di farina (più la farina per la spianatoia)
50 gr di porcini secchi già ammollati e tritati finemente
40 gr di parmigiano grattugiato
1 uovo
Sale
Per il condimento:
300 gr di taleggio
2.5 dl di besciamella
Noce moscata
Preparazione:
Lessate le patate per 30 minuti a partire dal bollore. Poi scolatele, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate direttamente su una spianatoia di legno leggermente infarinata. Lasciate raffreddare.
Spolverizzate il passato con metà farina, setacciata, e formate la classica fontana. Unite al centro l’uovo, i funghi e il parmigiano grattugiato e lavorate velocemente il tutto, aggiungendo mano a mano altra farina fino ad ottenere un impasto morbido ma della giusta consistenza.
Dividete l’impasto in più parti e modellate altrettante strisce dello spessore di un dito. Tagliate le strisce a tocchetti lunghi circa 2 cm.
Nel frattempo, scaldate la besciamella in una casseruola a fuoco medio. Profumate con una grattugiata di noce moscata e levate dal fuoco. Unite il taleggio a pezzetti e fatelo fondere mescolando (nel caso rimettete la casseruola sulla fiamma, ma a fuoco bassissimo)
Lessate gli gnocchi in abbondante acqua bollente leggermente salata. Mano a mano che vengono a galla, scolateli e raccoglieteli in una zuppiera. Condite gli gnocchi con la crema di taleggio, mescolate e servite.
Antonella P. da Firenze
A proposito del Taleggio
Il taleggio prende il nome dall'omonima valle situata nell'alto bergamasco, la produzione di questo formaggio nasce dall'esigenza degli abitanti di utilizzare il latte in eccesso senza doverlo buttare. Inizialmente veniva chiamato "Stracchino" nome che per secoli in Lombardia ha contraddistinto in generale tutti i formaggi molli a forma quadrata.
Il nome Taleggio risale invece ai primi del '900 quando i casari della valle omonima sentirono la necessità di distinguere i loro formaggi dal quelli provenienti da altre zone. In particolare questa spinta fu data da Amilcare Arrigoni, nativo di Olda in Val Taleggio, dopo aver vissuto in Francia e lavorato nel campo della ristorazione, ed essere tornato di nuovo in Italia all'inizio del secolo, si adoperò per rivitalizzare la sua valle iniziando proprio dal taleggio. Questo formaggio è diventata una specialità del luogo e nel 1988 ha avuto il primo riconoscimento della Denominazione di Origine (D.O), cui è seguita nel 1996 la Denominazione di origine protetta (D.O.P).
Attualmente la produzione, che è stata per secoli esclusivamente montana, si è estesa progressivamente nella Pianura Padana, dove numerosi caseifici hanno conciliato le metodiche tradizionali con le innovazioni tecnologiche. Per questo motivo è nato il Consorzio di Tutela del formaggio Taleggio (CIT) nato nel 1979 come ente senza scopo di lucro, come obiettivo ha la tutela, il miglioramento qualitativo e la promozione del formaggio Taleggio.
Il Consorzio effettua la marchiatura di ciascuna forma conforme ai requisiti specificati nel disciplinare di produzione. Il marchio è formato da 4 cerchi disposti in forma quadrata. Nei primi tre, in senso orario a partire da quello in alto a sinistra, è inserita la lettera “T” maiuscola; nel quarto, in basso a sinistra, è inserito il numero di identificazione del produttore concessionario del marchio. Sugli incarti del formaggio commercializzato è presente il marchio a quadrifoglio, con la sigla CTT, sotto la quale è eventualmente riportato il numero identificativo del produttore.
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