
Amato (Gruppo Misto): "Immigrazione, abbandonando le paure ne scopriamo la ricchezza"
Da quasi trent’anni il fenomeno migratorio ha assunto dimensioni rilevanti, l'immigrazione è presentata come un problema sulla scena pubblica. Questa rappresentazione ha prodotto sentimenti xenofobi, discriminazioni e violenze nei confronti degli immigrati, rischiando di perdere di vista la complessità di questo fenomeno è la sua portata anche in termini di valore aggiunto.
Nell'era della Globalizzazione si deve parlare di “mondializzazione dei processi migratori”. L'utilizzo di espressioni come “emergenza” o “ondate”, che rimandano all’idea di un invasione di migranti, contribuisce a rappresentare l’immigrazione come un evento eccezionale o transitorio, slegato dalle reali dinamiche dei flussi migratori.
La realtà, solitamente, presenta sfaccettature che intersecano diversi ambiti (sociale, economico, politico) e pertanto una singola problematica non può prescindere da un rapporto olistico. Le migrazioni, qualunque sia la ragione che spinge a partire, sono il frutto di innumerevoli aspetti sociologici, antropologici, economici e politici.
Un principio che potrebbe essere adottato quale buona pratica è quello di guardare il fenomeno dell’immigrazione anche dalla parte dell’altro, dalla parte delle popolazioni immigrate, considerando queste ultime come un insieme di soggetti portatori di bisogni e aspirazioni, desiderosi, inoltre, di emancipazione sociale.
Riconoscere il valore dell'immigrazione significa, dare spazio e voce ai diretti interessati. Oltre ad un discorso prettamente morale sul valore della diversità, va considerato l’apporto dell’immigrazione all’economia dei paesi riceventi. Pur considerando che non tutti gli aspetti legati all'economia dell'immigrazione sono monetizzabili, i dati dimostrano come gli introiti derivanti dall'immigrazione sotto forma di contributi previdenziali, gettito IRPEF e altre imposte siano di gran lunga superiori alla spesa pubblica per l'immigrazione (entrate 16,5, uscite 12,6 un saldo positivo di 3,9 miliardi di euro).
Fonte elaborazioni Fondazione Leone Moressa, ISTAT e Ministero delle Finanze.
Immigrazione. Stefania Collesei (PD): Firenze è un crocevia, una miscellanea di persone
Dal bollettino di statistica si ricavano informazioni interessanti: al 31 gennaio 2015 i residenti a Firenze erano 377.552 , di cui stranieri 58.711, pari al 15,6% del totale. Nel ’95 erano il 3,1 %.Di questi 58.711 , circa 13.500 sono popolazione straniera europea, mentre un po’ più di 45.000 sono popolazione straniera extraeuropea. Per lo più rumeni, peruviani, albanesi e cinesi.
E’ interessante rilevare che degli attuali residenti Firenze solo 171.501 sono nati a Firenze, quindi solo il 45,4 % sono “fiorentini doc”.
I bambini stranieri nati nel 2013 sono stati 735 , pari al 25,7% del totale. Mentre la quota dei fiorentini nati a Firenze è in calo.
L’età media delle mamme italiane è di 35,1 anni, mentre quella delle mamme straniere è di 30,5 anni.
Da questi dati si evidenzia con chiarezza che Firenze è un crocevia, una miscellanea di persone e che gli stranieri ne costituiscono una parte numerosa e in aumento. Questa è Firenze oggi: se gli stranieri non ci fossero questa sarebbe una città in declino, con gli abitanti in diminuzione e con una popolazione ancora più vecchia.
Altri dati si ricavano dal servizio statistico del MIUR , il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, a livello nazionale. Gli alunni stranieri in Italia sono sempre più numerosi . Primo motore della crescita sono gli stranieri nati in Italia. Mentre gli studenti italiani diminuiscono dello 0,6 % , gli stranieri aumentano del 4,1 %. Un esempio: in questo anno scolastico nelle scuole superiori gli alunni con cittadinanza non italiana sono 10.300 in più rispetto all’anno scorso. Questo per il nostro Paese rappresenta un grande capitale umano. Questa è la nostra società attuale.
Io la vivo tutti giorni, concretamente questa realtà multietnica . Sono un’insegnante di scuola primaria. Nella mia quinta ho 23 bambini, di questi 1 rumeno, 1 albanese, 1 peruviano, 1 cingalese, 1 brasiliano, 1 spagnolo, 1 italo-belga, 1 italo-inglese. Il compito della scuola è accogliere. Il comune di Firenze contribuisce all’accoglienza mettendo a disposizione strumenti fondamentali come i mediatori culturali e i percorsi di alfabetizzazione. Pensiamo che a volte i bambini immigrati si iscrivono all’inizio dell’anno scolastico , ma spesso arrivano ad anno in corso, e devono adeguarsi, tutto d’un tratto ad una realtà, ad una lingua differente, compiendo sforzi incredibili.
In questo percorso sono aiutati dagli insegnanti, ma soprattutto lo sono dai loro compagni che vivono felici questa esperienza della diversità, con curiosità, naturalezza ed entusiasmo. Impariamo da loro!
Impariamo che il pianeta è uno e che i flussi migratori si possono regolare ma non arrestare. La politica ha il compito di favorire la convivenza umana, contrastando il fondamentalismo e favorendo l’incontro con le culture, come sta facendo Izzedin Elzir. Firenze, con la sua storia ci insegna che non solo è possibile, ma è anche bello.
La consigliera Cristina Scaletti (La Firenze viva) è intervenuta oggi in Consiglio Comunale di Firenze sul tema dell'immigrazione; questo il testo del suo intervento:
“Vorrei prendere in prestito le parole del papà del povero David Raggi, il 29enne ucciso pochi giorni fa a Terni da un ragazzo marocchino per dare un contributo al dibattito sull'immigrazione oggi in consiglio comunale.
«Aggiungere violenza ad altra violenza ora sarebbe completamente inutile e sbagliato. Mio figlio stesso, David, non lo vorrebbe. Adesso sono preoccupato per il mio amico Mohamed, l’ambulante all’angolo, e per tutti gli altri marocchini di Terni: sono appena venuti da me in delegazione col loro rappresentante a farmi le condoglianze, sono spaventati, temono vendette, ma io li ho già invitati tutti al funerale di David. So che la rabbia sta montando su Facebook, girano parole di fuoco, io dico invece che adesso non dobbiamo chiuderci nell’odio, ma piuttosto tornare fuori e imparare a stare bene insieme agli altri. Noi non vogliamo vendetta, ma giustizia».
Parole giuste e responsabili, quelle del papà del povero David Raggi, il 29enne ucciso pochi giorni fa a Terni da un ragazzo marocchino. Giustizia e non vendetta, inclusione e non esclusione, ma soprattutto prevenzione e non annunci o chiusure di stalle quando sono scappati i buoi. La gestione dei flussi migratori dal Mediterraneo (l'assassino di David era rientrato in Italia con un barcone dopo essere stato espulso) è infatti un problema che dovrebbe essere discusso con l'Europa facendo valere le nostre ragioni e le nostre esigenze, ma sembra che non ci sia la volontà (o il peso) per farlo”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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