Nonna Amneris e Garibaldo Benifei compiono 105 e 103 anni: gli auguri del Comune

Il municipio di Livorno

Domenica 1 febbraio, Amneris Chicca festeggerà il suo 105° compleanno. E’ nata a Livorno il 1 febbraio del 1910 e a Livorno ha sempre vissuto facendo la casalinga a tempo pieno.

Conosciuta più come nonna Piera, Amneris deve il suo nome alla celebre opera verdiana “Aida” di cui i genitori erano amanti, così come tutta la famiglia. Altri suoi parenti portano il nome di Desdemona e Otello. Amneris è ancora una ultracentenaria in gamba; “dal carattere forte e deciso e spesso sarcastica “ tiene a sottolineare la figlia Franca. Ama guardare la televisione e non si perde una puntata del gioco dei pacchi, varietà e spettacoli musicali.

Il sindaco Filippo Nogarin le invierà una rosa rossa con gli auguri della città.

 Garibaldo Benifei compie 103 anni.

Domani , 31 gennaio, sarà il suo compleanno essendo nato il 31 gennaio del 1912 a Campiglia Marittima da cui successivamente fuggì con la famiglia antifascista per sottrarsi alle persecuzioni degli squadristi.

Garibaldo rappresenta per la città la memoria storica, un testimone prezioso della Livorno antifascista; nel 2007 gli fu infatti conferita la più alta onorificenza della città, la “Livornina d’oro” per la sua attività antifascista.

Il sindaco Filippo Nogarin si recherà domani personalmente a porgergli gli auguri della città e a donargli una scatola di cioccolatini.

Garibaldo Benifei

Di famiglia antifascista, nel 1922 fu costretto a lasciare Campiglia con i suoi, che si sottrassero così alle persecuzioni degli squadristi. A 12 anni dovette abbandonare la scuola e cercarsi un lavoro. Entrato nel 1931 nell'organizzazione comunista clandestina, due anni dopo fu arrestato. Picchiato dalla polizia, fu condannato a un anno di reclusione per attività sovversiva. Rinchiuso nel "Palazzo dei Domenicani" di Livorno, ebbe modo di conoscere il futuro Presidente Sandro Pertini. Non poté, invece, rivedere sua madre che, gravemente malata al momento dell'arresto di Garibaldo, era deceduta durante la detenzione del figlio. Benifei, che liberato aveva trovato lavoro come operaio in una fabbrica di radiatori, fu di nuovo arrestato nel 1939 e condannato dal Tribunale speciale a 7 anni di carcere. Dalla prigione di Castelfranco Emilia uscì soltanto un mese dopo la caduta di Mussolini.

Dopo aver partecipato alle riunioni della "Concentrazione antifascista", dalla quale sarebbe sorto il CLN di Livorno, entrò nella Resistenza. Partigiano sino all'estate del 1944, quando Livorno si liberò dai nazifascisti, Benifei poté finalmente coronare il progetto di sposare la partigiana Osmana Benetti, conosciuta nell'ottobre del 1943. Il loro fu il primo matrimonio civile celebrato a Livorno e Benifei tornò a lavorare come operaio, ma sempre impegnandosi nell'attività politica. È stato infatti membro del Comitato federale livornese del PCI, presidente di quella Federazione provinciale delle cooperative. In tutti questi anni si è speso anche in associazioni di volontariato e, soprattutto, si è impegnato a testimoniare ai giovani i valori di giustizia e libertà che sono stati alla base della lotta antifascista e della Resistenza. Presidente a Livorno dell'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Benifei è autore del libro Per la libertà, edito nel 1996. Nel 2007 a Garibaldo Benifei è stata consegnata la "Livornina d'oro", uno dei più importanti riconoscimenti della Città di Livorno. Per i suoi 100 anni la città gli riservò una festa a sorpresa al Teatro delle Commedie con la presenza di numerosi artisti che portarono il loro contributo di poesia e musica come regalo di compleanno.

Fonte: Comune di Livorno - Ufficio stampa

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