«Basta cani abbandonati inviati fuori regione: i sindaci si adeguino subito alla normativa regionale. Alcuni Comuni toscani pagano convenzioni per l’affidamento degli animali abbandonati a canili rifugio fuori regione, la burocrazia raddoppia e i costi a carico dei contribuenti per il loro mantenimento aumentano». Lo dichiara il consigliere regionale di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri.
«Ci è stato segnalato il paradosso di alcune persone del Comune di Cascina che da due mesi stanno aspettando di poter adottare tre cani anziani di 16 anni che attualmente si trovano in un canile rifugio della provincia di Reggio Emilia. Nonostante sia stato espletato tutto l'iter burocratico per l'adozione, queste persone ancora non sono riuscite a ritirare i loro cani, nonostante il Comune a novembre abbia autorizzato l'adozione.
I Comuni toscani hanno il compito del mantenimento dei cani randagi, avvalendosi di strutture proprie o private. Nonostante l’articolo 32 della legge regionale 59/2009 in materia di tutela degli animali vieti convenzioni con i canili di altre regioni (a meno che questi non si trovino in comuni limitrofi) alcuni Comuni della provincia di Pisa, tra cui quello di Cascina, inviano questi animali fuori regione.
Un esempio sono alcuni canili rifugio privati della provincia di Reggio Emilia dove il costo della convenzione stipulata con i Comuni è di circa 2 euro al giorno per ogni animale, a fronte dei circa 5 euro richiesti da strutture toscane.
Chiediamo di sapere se quanto riportato corrisponda a verità e se esistono situazioni analoghe in altri comuni toscani. Questa situazione, oltre a non rispettare la legge regionale, disincentiva le adozioni in primo luogo per la distanza geografica fra le strutture e i residenti dei comuni toscani, sia per il doppio muro di burocrazia posto dalla legge della Regione Toscana e dalla legge della regione dove si trova il canile. Un paradosso che nuoce soprattutto ai cittadini e agli stessi animali. Alcuni Comuni, come Volterra, hanno addirittura pubblicato un bando di gara su scala nazionale per affidare i propri randagi. La Regione Toscana si è recentemente espressa in materia: il presidente Enrico Rossi ha infatti sollecitato i Comuni toscani a rispettare l’articolo 32 della legge regionale utilizzando le strutture interne alla regione.
Per questo motivo ho presentato un’interrogazione urgente che faccia il punto su quale sia il numero di cani che i Comuni toscani hanno affidato a canili rifugio posti al di fuori dai confini regionali e se esistono cittadini che, pur avendo completato l'iter burocratico, ancora non sono entrati in possesso dei cani. I sindaci facciano subito il loro dovere e sciolgano immediatamente le convenzioni fuori regione rispettando così quanto previsto dalla legge regionale».
Fonte: Ufficio Stampa
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