Settore conciario e depurazione unificata, il parere del presidente di Assoconciatori Donati

Franco Donati

Presidente Donati, sulla stampa abbiamo letto più di una volta il richiamo, da taluni ambienti di Ponte a Egola, alla esigenza di una unificazione della categoria sotto un’unica Associazione: quale è il suo pensiero e quali sono i motivi per i quali non si arriva a una scelta definitiva?

«Abbiamo sempre creduto nella unificazione della categoria e abbiamo fatto tentativi concreti in questa direzione; abbiamo costituito   una consulta fatta da rappresentanti, in numero paritetico, delle 2 rive dell’Arno, ma è naufragata in pochi mesi perché dopo aver preso una decisione nella consulta il consiglio del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola si è mosso in direzione opposta. Anche quando le condizioni ambientali e strutturali avrebbero consentito una facile e possibile integrazione, tutto è  stato rimandato a tempi successivi , non certo per volontà nostra. La  presenza di due depuratori è sempre stato il principale elemento di divisione. Con l’Accordo di Programma i depuratori sarebbero stati unificati in un’unica gestione ed abbiamo anche creato insieme la società Valdaque per portare tutti i conciatori ad avere un uguale costo di depurazione. Il desiderio di voler gestire in autonomia gli investimenti ha evidenziato che la voglia di unificazione era solo a parole. Decidendo  di mantenere separata la gestione degli investimenti  nei due depuratori, Valdaque è stata messa in liquidazione. E’ difficile oggi parlare di gestione unica del settore quando per la depurazione questo risultato non è stato raggiunto e l’ obbiettivo dei costi uguali per tutti non sarà   più possibile».

Sulla questione dei costi della depurazione dell’acqua un conciatore ha affermato  di aver scelto  Ponte a Egola perché ora funziona la gestione del depuratore, come dimostra il dato del costo della depurazione dell’acqua, passato dal 2004 ad oggi  da 13,30 €/m³ a 8, 40  €/m³.

«Certamente al depuratore di Ponte a Egola sono stati raggiunti dei buoni risultati perché nel passato i costi della depurazione erano veramente esagerati rispetto a quelli pagati dai conciatori della riva destra. Se vogliamo parlare di numeri  possiamo partire proprio da questi ultimi 10 anni considerati: a Ponte a Egola, nel 2004 pagavano 13,30 € /m³   mentre a S.Croce si pagava 7,30 € /m³ ; oggi a Ponte a Egola pagano 8,40 € /m³   mentre da noi si paga 7.89 € /m³.  Quindi in questi 10 anni quel conciatore ha pagato in media 10, 85  € /m³ di acqua scaricata  mentre a Santa Croce in questi 10 anni si è pagato in media 7,65 € /m³. Quell’imprenditore ha pagato quindi un sovraccosto di 3,20 € /m³ sul totale dell’acqua scaricata in  questi 10 anni. Se moltiplica i metri cubi totali di acqua per il sovraccosto di 3.20 €  si renderà conto di quante centinaia di migliaia di euro ha buttato.  Per questo ritengo che la scelta di Ponte a Egola l’abbia fatta non per i numeri che, a parte il passato negativo, anche attualmente gli sarebbero sfavorevoli, ma per altre ragioni sue legittime sulle quali non voglio certamente inserirmi.  Magari è proprio per questo che fa della fantasia quando parla di unificazione della categoria per avere costi tutti uguali, spero non al livello di quelli che ha pagato nel passato o di quelli che paga ora».

 

Quindi ritiene che sia impossibile la unificazione della categoria nel futuro?

«Se per unificazione della categoria si intende la unificazione tra Associazione Conciatori e Consorzio Conciatori certamente non sarà possibile almeno fino a quando il Consorzio Conciatori manterrà lo statuto attuale che prevede una gestione affidata a chi presiede il depuratore e consente di inserire tra i soci tutti i soci del depuratore, fossero anche soggetti pubblici.  Noi  siamo una Associazione di categoria e le società che abbiamo contribuito a realizzare sono aziende di servizio per il settore. L’Associazione fa la politica del settore e non può dipendere, da una delle società su cui esercita la sorveglianza, la sua visione è generale e non può essere guidata da chi deve gestire il particolare.

L’Associazione determina gli obbiettivi delle società e le supporta in tutto quello che può fare per aiutarli a raggiungere nel migliore dei modi questi obbiettivi;   suggerisce ai loro soci le persone che ritiene opportuno inserire nei Consigli di Amministrazione  ma non si intromette nella gestione e i soci sono liberi nelle loro scelte; fa opera di sorveglianza sulla gestione e fa di tutto perché le scelte diano i migliori risultati nella qualità del servizio e nel contenimento dei costi.   Credo che  i costi della  nostra depurazione, se confrontati con i costi di Ponte a Egola passati ed attuali, siano il migliore esempio di una gestione accorta ed oculata.

Sono risultati ottenuti con la nostra organizzazione associativa la cui gestione, anche se fatta da persone che quell’imprenditore dice di conoscere pochissimo, ha dato risultati soddisfacenti. Se queste persone vi operano da molto tempo è  perché sono state riconfermate dai conciatori che liberamente le hanno elette nelle assemblee: vuol dire che per i nostri imprenditori probabilmente vale il detto “squadra che vince non si cambia”. Una regola inderogabile che noi abbiamo è che nelle società dove si gestiscono somme di denaro, per garantire la trasparenza ed evitare chiacchiere o tentazioni,  la stessa persona non può avere responsabilità di gestione per più di due mandati consecutivi».

Si potrebbe realizzare anche a Santa Croce una operazione analoga a quella verificatasi a Ponte a Egola, con una regia unica?

«E’ probabile che per validare l’operazione fatta a Ponte a Egola si provi anche a convincere qualche imprenditore della sponda destra dell’Arno. Già se ne trovano le tracce.  Noi non abbiamo errori madornali del passato da correggere, casomai ci siamo attivati per aiutare a correggere gli errori degli altri.   Voglio essere chiaro   con chi si diletta a sparlare   covando magari  il proposito di mettere scompiglio nell’ambiente per scoraggiare l’impegno di chi ha dedicato e dedica il suo tempo all’interesse di tutti. Se qualcuno pensa o crede di poter creare in questo modo le condizioni   per favorire interessi propri o della propria azienda  presenti o futuri,  commette un grosso errore.  L’Associazione è nata per essere la cabina di regia della politica del settore conciario e continuerà a farlo visti i risultati che sono stati raggiunti e dei quali qualcuno molto spesso si dimentica. Non è un caso se da tutto il mondo i Governi vengono a visitare il distretto per conoscerne le dinamiche e scoprirne il segreto del successo.   Di questo distretto  l’Associazione è considerata da tutti il cuore e la mente».

Fonte: Assoconciatori

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