Una ricerca per capire se il "brand Toscana" è ancora attrattivo per la stampa estera

vigneti toscana

Nei prossimi 20 anni il turismo del prodotto o dello shopping registrerà un vero e proprio boom. A decretarlo è Confindustria Toscana che, in collaborazione con Klaus Davi, ha svolto una ricerca sul percepito della regione da parte degli stakeholders e della stampa internazionale. Secondo le stime di Confindustria e Klaus Davi, il turismo del prodotto potrebbe attrarre oltre 10 milioni di turisti ogni anno nel nostro Paese, se solo fosse adeguatamente valorizzato da istituzioni e privati.

Non mancano esempi internazionali: basti pensare ad esempio ai Musei della Coca Cola ad Atlanta, della Vodka a San Pietroburgo, del Currywurst a Berlino o del Cioccolato a Bruxelles, ma anche alla Mostra itinerante di Jean Paul Gaultier nei più grandi musei del mondo, che ha attratto da sola oltre un milione di visitatori. I casi significativi all’estero, insomma, sono innumerevoli, mentre in Italia ce ne sono sì di autorevoli, ma non quanti potrebbero essercene potenzialmente: si va dal Museo Ferragamo al Museo Gucci, dal Museo Ferrari a quello della Pasta in Emilia Romagna, passando per i vari musei del vino e del tartufo in Toscana, fino ad arrivare al futuro Museo Armani.

Secondo lo studio presentato a Firenze, il turismo del prodotto potrebbe attrarre fortemente i mercati emergenti, soprattutto la Cina, i Paesi del Sud-Est asiatico, i Paesi dell’Est, i Paesi Arabi e l’India, vale a dire gli Stati più attenti ai valori dei brand. Secondo la ricerca, inoltre, quello del prodotto non è assolutamente antitetico al turismo culturale e a quello classico: anzi; la creazione dei musei di prodotto o dedicati a marchi di eccellenza, là dove è avvenuta, ha incrementato considerevolmente l’affluenza di turisti.

Un altro suggerimento che arriva dalla ricerca di Klaus Davi per Confindustria Toscana è la contaminazione tra musei istituzionali e marchi di eccellenza privati: alcuni esempi sono la sfilata di Ferragamo al Louvre o la mostra dei gioielli di Cartier al Grand Palais di Parigi, mentre in Italia Stefano Ricci ha sfilato agli Uffizi. Tutte manifestazioni di contaminazione, queste, che hanno trainato le realtà locali dove hanno preso forma. Un dato di fatto incontrovertibile, che dovrebbe spingere ancor più l’Italia, una volta liberata dalle pastoie della burocrazia, a proseguire su questa strada affinché il turismo del prodotto possa esplodere decisamente anche da noi.

 

Il report sulla ricerca

L'opinione degli imprenditori toscani

Fonte: Ufficio stampa

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